Recensione Singularity


Un guanto per ogni azione

Sin dai primi minuti di gioco Singularity sembrerà un semplice FPS di stampo horror fantascientifico, in cui bisognerà uccidere creature varie e studiare documenti e registrazioni per cercare di comprendere quali avvenimenti hanno portato una simile distruzione sull’isola. Tuttavia il sistema di gioco cambierà radicalmente quando verremo in possesso del CMT (Congegno di Manipolazione Temporale), una sorta di guanto creato dal Dr. Barisov, in grado di alterare lo spazio tempo e simile in alcune sue funzioni, come attrarre oggetti e lanciarli verso i nemici, all’indimenticabile Gravity Gun di Half Life 2. Una volta raccolto il CMT potremo utilizzarlo per portare allo stato originale oggetti come scatole o barili, rendendoli quindi utilizzabili; addirittura ponti o interruttori distrutti potranno tornare nuovi e funzionanti. Ma non è finita qui. L’indispensabile CMT potrà essere utile anche sui nemici che incontreremo, facendoli esplodere con un’onda d’urto o ancora rallentarli in modo da ucciderli con calma e precisione, e invecchiarli fino a farli morire; senza dimenticare che i soldati nemici che troveremo potranno essere trasformati anch’essi grazie al CMT,  in creature che andranno ad attaccare i loro stessi compagni. Tutte queste azioni ovviamente non potranno essere compiute in continuazione, soprattutto quelle per uccidere gli avversari, perché sarà presente una sorta di barra di energia che a seconda dell’azione compiuta diminuirà, salvo poi rigenerarsi dopo qualche minuto. Insomma le azioni che potremo compiere con il CMT saranno tantissime ed aumenteranno ulteriormente nel corso dell’avventura grazie agli appositi macchinari studiati dal buon Barisov per apportare potenziamenti all’indispensabile guanto.

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Sarà poi possibile raccogliere, tra una sparatoria ed un’esplorazione, due tipi di oggetti molto utili per il prosieguo della nostra avventura. Stiamo parlando di specifiche valigette chiamate tecnologia bellica, utili a potenziare il discreto arsenale di armi che avremo a disposizione, e la tecnologia E-99. Quest’ultima tramite un apposito terminale potrà essere usata per potenziare tre diverse sezioni: personaggio, cmt ed armi. Nella sezione personaggio potremo aumentare vari aspetti quali la resistenza di Nate, la sua energia, ed altri. Riguardo le armi potremo aumentare il numero di danni inflitti ai nemici o ridurre quelli ricevuti dagli avversari ed infine nella sezione CMT potremo incrementare la barra di energia E-99 o la potenza dell’onda d’urto scatenata dal nostro guanto.

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Oltre alla varietà di azioni apportata dal CMT, Singularity risulta abbastanza vario alternando fasi veloci ed adrenaliniche dovute agli scontri con gli avversari, a fasi di gioco più calme e ragionate in cui bisognerà esplorare i vari ambienti, trovare documenti e registrazioni e risolvere semplicissimi enigmi, che purtroppo richiederanno uno scarsissimo uso dell’ingegno, per poter essere risolti.

Tornando per un attimo alle armi che potremo utilizzare, Singularity può vantare, come già detto, un discreto arsenale che spazierà da una semplice pistola a fucili mitragliatori e a pompa, a più efficaci lanciagranate e mitragliatore gatling, e perché no anche un ottimo fucile di precisione; nulla da invidiare quindi a titoli dello stesso genere, e regalando al giocatore la possibilità di scegliere tra un buon numero di armi e variare a seconda della situazione.

I nemici che ci troveremo ad affrontare poi saranno abbastanza vari tra di loro, con l’arrivo di avversari leggermente più resistenti e ostici con l’avanzare della storia; in generale spazieranno da piccoli insetti simili a ragni che una volta raggiunto l’obiettivo si lasceranno esplodere, ad altri più grandi e molto agili che in gruppo daranno seri problemi, a semplici soldati umani che avranno il compito di eliminarvi (ed anche questo potrebbe ricordare il buon vecchio Half Life). Come in ogni videogame che si rispetti poi non mancheranno gli scontri con i boss alla fine di ogni sezione di gioco, che dovranno essere uccisi seguendo una particolare strategia che ovviamente non riveleremo. Una nota negativa in questo senso si può trovare nell’intelligenza artificiale degli avversari che, soprattutto in modalità normale, contribuirà a non crearvi grandissime difficoltà nel corso dell’avventura, se non durante qualche sporadica eccezione, e che in generale vi porterà a finire la storia con pochissime morti del vostro personaggio; in questo senso perciò Raven Software avrebbe certamente potuto fare di più.

Infine una menzione speciale la meritano gli ambienti in cui andremo a muoverci, che ai più ricorderanno soprattutto verso la prima fase di gioco, l’ambientazione dell’ottimo Bioshock; in particolare l’atterraggio di fortuna avvenuto ad inizio avventura e quel senso di desolazione che si prova trovandosi nostro malgrado, a girare in luoghi dimenticati e abbandonati per cercare di avere risposte e soprattutto una via di fuga. Questi varieranno da laboratori semi distrutti a case ormai abbandonate, a gallerie infestate da mostri di ogni tipo.

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Come in quasi ogni produzione degli ultimi anni, anche in Singularity sarà presente una modalità multiplayer divisa a sua volta in due modalità, in cui potremo decidere se far parte del gruppo di mostri o di soldati. Nella prima modalità dovremo raggiungere degli obiettivi prestabiliti per vincere, mentre nella seconda, in puro stile FPS, bisognerà semplicemente uccidere più componenti della squadra avversaria possibili. Purtroppo questa modalità regalerà solo qualche ora in più di gioco a causa delle poche missioni ed ambienti disponibili, non potendo quindi competere con altri titoli che fanno del multiplayer parte integrante dell’esperienza di gioco, considerato in Singularity un elemento di contorno.

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