Se c’è una cosa che la serie Star Ocean conosce bene è la malasorte. Nonostante la nascita nel 1996 ed una nutrita quantità di capitoli, sfortunatamente non è mai stata graziata da una qualità costante. Una situazione piuttosto amara per lo storico team di sviluppo tri-Ace, che ha cullato con amore la saga fin dagli albori, ma che è spesso inciampato maldestramente tanto nell’ambizione (The Divine Force) quanto in lavori svolti senza troppa precisione (Integrity and Faithlessness).
In un quadro che lasciava presagire una triste conclusione per l’IP, è arrivato l’annuncio del remake di uno dei capitoli più apprezzati della serie. Star Ocean: The Second Story R è infatti la nuova e definitiva incarnazione del titolo rilasciato sulla prima PlayStation a cavallo tra i due millenni. Un’operazione affidata al team Gemdrops, che si è impegnato duramente per rendere giustizia ad una perla amata da tutti i fan dei JRPG. Sforzi che apparivano evidenti fin dai primi fotogrammi mostrati, che lasciavano presagire un lavoro attento e meticoloso. Possiamo già rovinarvi la sorpresa: The Second Story R è un eccellente remake, che speriamo possa diventare un vero e proprio metro di paragone per tutti coloro che vorranno cimentarsi nel “ringiovanimento” di titoli di questo tipo. Scopriamo insieme perché.
Star Ocean: The Second Story R è disponibile dal 2 Novembre per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana
Claude C. Kenny è il figlio dell’ammiraglio della flotta stellare Ronyx J. Kenny (eroe del primo Star Ocean). Un bel giorno, il giovane ragazzo si ritrova, suo malgrado, teletrasportato in un mondo alieno sottosviluppato, legato ad uno stile di vita prettamente medievale. L’incontro fortuito con Rena Lanford, una ragazza dalle origini misteriose, sarà il preludio di un viaggio alla ricerca dei segreti del Globo Stregato. Un artefatto che potrebbe rappresentare la sua unica occasione per tornare a casa, ma a quale costo?
La premessa narrativa del titolo poggia sulle rassicuranti basi del più ferreo topos caro alla serie, l’incontro/scontro tra realtà differenti. Per tutti coloro che lo giocarono a suo tempo, non ci sono sorprese: la vicenda è inalterata. Per chi invece non ha avuto modo di affrontare l’avventura di Claude e Rena, sappiate che si tratta di una storia di stampo classico, ricca di personaggi interessanti e colpi di scena. Già alla release originaria l’intreccio non risaltava tuttavia per particolare originalità, c’è da dirlo. Allo stesso modo risulta, ieri come oggi, piuttosto lento prima di prendere il giusto ritmo.
La particolarità strutturale della produzione consiste tuttavia nella possibilità di vivere l’avventura dagli opposti punti di vista dei due protagonisti. La scelta iniziale tra Claude e Rena comporta diverse conseguenze nel corso dell’esperienza ludica. Non solo il vostro party potrà essere reclutato tra undici possibili compagni, alcuni dei quali legati alla scelta iniziale. Addirittura, potreste vedervi assegnare side quest speciali o dungeon che altrimenti non avreste modo di visitare, per non parlare di finali alternativi e molto altro. Uno stratagemma che innalza la longevità del titolo, che in questo remake è stata preservata e stimolata grazie ad una serie di migliorie strutturali (come una maggiore velocità dei tempi di caricamento nei fast travel, che alleggerisce di molto alcune transizioni).
Parimenti apprezzata è l’ottima traduzione in italiano dei testi, che permette ad una più ampia platea di utenti di godersi comodamente The Second Story non solo sulle piattaforme attuali, ma anche nel nostro idioma. Un particolare plauso va al doppiaggio giapponese, di straordinaria fattura, mentre è impossibile non incensare il lavoro svolto da Motoi Sakuraba nella soundtrack, che riarrangia con maestria le musiche che aveva composto per il titolo originario. Si tratta di una delle migliori selezioni melodiche dell’intera serie, che risultano addirittura esaltate con le nuove interpretazioni. Ovviamente, per chi volesse un po’ di nostalgia, c’è la possibilità di selezionare la soundtrack originale direttamente dal menù.
Star Traveler
Non si può parlare di Star Ocean: The Second Story R senza soffermarsi adeguatamente sul lavoro svolto dal team di sviluppo sul versante grafico.
Prendendo ispirazione dai risultati ottenuti in produzioni come Octopath Traveler II, Gemdrops abbraccia una interpretazione estetica che mescola ambientazioni 3D con personaggi realizzati in sprite 2D. Una scelta che riadatta la presentazione originale, in cui si mescolavano protagonisti bidimensionali e fondali prerenderizzati a combattimenti e world map in tre dimensioni. Il risultato è tuttavia stupefacente, ben al di là dei pregevoli traguardi raggiunti solo pochi mesi fa da Acquire. Le due componenti artistiche si mescolano con grazia regalando un colpo d’occhio evocativo, al contempo nostalgico e moderno, grazie anche ad una illuminazione calzante. Parte del merito è anche dell’artista Yukihiro Kajimoto che ha riunificato lo stile dei personaggi, con traguardi eccellenti.
Ma non c’è solo estetica in Star Ocean: The Second Story R. Anche il gameplay è stato efficacemente ritoccato là dove serviva.
Il sistema di combattimento, che fin dal titolo originario condivideva diverse reminiscenze dalla serie Tales (non a caso parte di tri-Ace proveniva proprio da lì), è stato adesso raffinato e reso molto più dinamico. Il merito è legato ad un ripensamento del ritmo delle battaglie, che adesso non contano più su uno statico “botta e risposta” a turni, bensì includono una meccanica legata al contrattacco perfetto. Premendo il pulsante dedicato alla schivata al momento giusto, non solo si eviterà di subire danno, ma contestualmente ci sarà una ricarica di punti magia e una diminuzione delle difese avversarie. Se tuttavia fallirete, resterete esposti ad ingenti attacchi nemici.
Inoltre, altrettanto importante è l’indicatore Bonus. Nel corso degli scontri, i nemici faranno cadere delle sfere. Accumulatene abbastanza per poter attivare una serie di perk capaci di ribaltare le sorti di qualsiasi scontro. Senza dimenticare la possibilità di gestire un maggior numero di formazioni di attacco, che permette anche di sprigionare attacchi devastanti da parte di personaggi non attivi.
Ah, se poi temete gli scontri casuali, state sereni: adesso i nemici compaiono a schermo e possono essere evitati. Non ve lo consigliamo particolarmente però: The Second Story R è e resta un JRPG classico e soprattutto uno Star Ocean. Preparatevi dunque ad improvvisi picchi di difficoltà che vi richiederanno del buon vecchio farming.
Se proprio dobbiamo evidenziare qualche problematica, è legata alla gestione dei maghi, a causa delle limitate shortcut per l’utilizzo delle abilità. Infatti, sarà necessario spesso scorrere i menu nel corso delle battaglie, perdendo un pò il flow dell’azione. Si tratta di abitudine, ma alcuni player potrebbero notare particolarmente le discrasie tra i diversi ruoli. Beffardamente, l’IA si comporta decisamente bene nello scegliere l’opzione giusta, rendendo di fatto gli incantatori meno divertenti da giocare rispetto ad altre categorie.
Verso l’infinito e oltre?
Il lavoro svolto da Gemdrops si estende anche a tutta una ulteriore e significativa serie di migliorie ed aggiunte.
Come da tradizione per la saga, anche The Second Story R fa tesoro del proprio sperimentalismo con una vasta serie di sistemi interconnessi che spingono alle estreme conseguenze ciò che era già presente nella release originaria.
Il sistema di abilità è uno dei più complessi ed affascinanti che abbiamo mai visto nell’intero genere. I personaggi, oltre a guadagnare punti esperienza, ottengono altresì punti abilità. Questi possono essere impiegati per innalzare statistiche che hanno dirette conseguenze sul gameplay (ad esempio, migliorare la neo introdotta abilità di pesca comporterà dei vantaggi nei mercati ittici) ma la parte più interessante è data da specifici intrecci che permettono ai personaggi di apprendere talune caratteristiche speciali. Le specialità permettono di accedere ad una serie aggiuntiva di ulteriori abilità capaci di avere effetti sia dentro sia fuori dal campo di battaglia. E se pensate che anche le specialità possono essere combinate per sbloccare delle super specialità, beh, avete un quadro delle possibilità.
Potrete ad esempio evocare un coniglio gigante che vi permetterà di raggiungere ogni punto della world map (vi ricorda un certo pennuto dorato di un’altra famosa saga?), sbloccare la customizzazione delle armi, scrivere libri che possono influenzare i rapporti tra personaggi (è presente una intera meccanica volta alla gestione dei momenti privati nei quali poter stringere rapporti di amicizia con il party)… e molto altro. Il tutto legato alla volontà, da parte del player, di approfondire il titolo. Altrettanto possibile è infatti limitarsi allo stretto indispensabile e restare all’oscuro di gran parte delle caratteristiche nascoste… ma sarebbe davvero un peccato.
The Second Story R è dunque un remake perfetto? Beh, quasi. Volendo essere scrupolosi, potremo segnalare che il bilanciamento della difficoltà non è sempre impeccabile. Come già accennato, spesso il titolo vi metterà di fronte alla necessità di farmare abbastanza per poter procedere. Ma, d’altro canto, le modifiche al gameplay introdotte permettono ai player più smaliziati di sfruttare alcune scorciatoie per ottenere, ad esempio, oggetti potentissimi in poco tempo. Fermo restando che per alcuni boss dovrete probabilmente sudarvi il successo a prescindere dalle vostre esperienze pregresse nel genere. Insomma: bene ma non benissimo.
Al di là di questo, c’è veramente poco da contestare ad una produzione come questa. L’abbiamo detto e lo ripetiamo: il lavoro svolto su The Second Story R è davvero encomiabile sotto ogni punto di vista. La speranza è che possa diventare fonte di ispirazione per altrettante iniziative di modernizzazioni di grandi classici che ne avrebbero davvero bisogno: ve li immaginate Chrono Trigger e Final Fantasy VI ricreati con questa cura? Square Enix avrebbe già i nostri soldi, è garantito!
Commento finale
Star Ocean: The Second Story R non è solo il ritorno di un grande classico della storia dei JRPG. Neanche si limita ad essere la sua versione definitiva, che rivoluziona la presentazione visiva ed arricchisce di piccole grandi finezze l’impianto ludico. Il lavoro svolto da Gemdrops è soprattutto un vero e proprio manifesto di ciò che si dovrebbe fare per realizzare un remake ad opera d’arte, in grado di preservare lo spirito originale impreziosendo e modernizzando ogni singolo elemento. Se siete fan del genere, non avete scuse per non giocarlo. Se non lo siete, beh, può essere l’occasione giusta per avvicinarsi a questo mondo fantastico.