Recensione Star Wars: Il Potere della Forza II


Un nuovo gameplay

Appena inizieremo a giocare noteremo subito una maggiore sensazione di potenza , elemento questo che si traduce anche in un gameplay più semplice rispetto al primo capitolo, anche nei livelli di difficoltà intermedi. La prima e più rilevante novità riguarda la possibilità di impugnare due spade laser, il che si traduce in movimenti più veloci e potenti. Nonostante questo comunque, i controlli ed il gameplay restano praticamente invariati rispetto al primo capitolo. Gli stessi poteri, uno degli elementi più divertenti del primo capitolo sono invariati, la forza per spostare gli oggetti, i fulmini per poter fulminare i nemici e via discorrendo.

Una novità sotto questo punto di vista l’abbiamo soltanto con la “Manipolazione Mentale”, ovvero una qualità che ci permetterà di entrare nelle menti dei nostri avversari per poterli indurre ad attaccare i propri amici d’arme.

I poteri naturalmente non saranno tutti sbloccati da subito, bensì diverranno disponibili in seguito ad una serie di  flashback (i ricordi dello Starkiller originale) che permetteranno al nostro clone di ricordare che anche in lui la “Forza scorre potente”. Altra novità sarà la Furia della Forza che aumenterà, per un lasso di tempo limitato, i nostri poteri.

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Il progredire dei vari livelli non è cambiato quasi per niente. Dovremmo distruggere varie zone di lavoro sorvegliate o piccole varianti di esse,  uccidendo ondate dopo ondate di nemici. In determinate occasioni saremo “anche” costretti ad usare la forza per andare avanti e superare enigmi la cui sfida è davvero inesistente.

Tornando ai combattimenti, questi sono farciti da vari Quick Time Event e combo spettacolari che prevedono l’utilizzo della forza. I combattimenti contro i boss saranno abbastanza duri tanto da richiedere strategie ben congegnate per essere portati a termine, specie ai livelli di difficoltà avanzati. Sorprendentemente, Il Potere della Forza II soffre di una mancanza di varietà dei nemici ancora più accentuata.

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Il numero dei nemici che ci troveremo a fronteggiare è ridottissimo. Nelle prime fasi di gioco questa pecca non sarà così evidente, andando avanti però sarà impossibile non notarla. Inoltre a minare notevolmente la qualità del gioco sarà la longevità. Nel giro di 6 ore ci troveremo ad osservare i titoli di coda, con la presenza di due finali possibili in base alla scelta che prederemo alla fine dell’ultimo scontro. Doppia amarezza viene dal fatto che la trama sarebbe potuta essere maggiormente curata ed esplorata viste le potenzialità di cui disponeva e soprattutto considerando il brand di cui questo titolo titolo si fregia, uno dei più gloriosi nel mondo dei videogames e del cinema.

Per quanto riguarda lo sviluppo del personaggio, scordatevi la lunga sequela di tecniche e combo viste nel precedente capitolo della serie. Questa volta la crescita del nostro eroe è stata limitata a sette categorie ognuna delle quali avrà tre livelli di potenziamento. Insomma un passo indietro e una semplificazione troppo evidente.

Ovviamente l’acquisto dei potenziamenti sarà dovuto ai punti esperienza acquisiti nei vari combattimenti. Discorso a parte per le due spade laser il cui sviluppo è lasciato ai cristalli che oltre a cambiarne il colore tenderanno anche a regalare determinati bonus, anche questo un elemento mutuato pari pari dal precedente capitolo.

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