Recensione Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate, pizza alla Zagreus

A poco più di un anno dalla originaria release per Apple Arcade, Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate è approdato anche sulla console ibrida di casa Nintendo. Nato come progetto mobile ma pensato fin da principio per dispositivi high end con supporto ai controller, il prodotto di Super Evil Megacorp si era contraddistinto positivamente come una delle migliori esclusive del servizio di Cupertino. Ma come tutti i porting tra ecosistemi drammaticamente diversi, il dubbio era lecito: Splintered Fate avrà qualcosa da dire anche al pubblico console?

Il compito di rispondere a tale quesito spetta alla versione per Nintendo Switch, probabilmente la più idonea (per filosofia e prassi) ad assaporare la transizione tra mobile ed home console. Il nostro test ci ha dato la risposta: le Tartarughe Ninja proseguono la loro recente tradizione di titoli molto validi, ma con qualche avvertenza…

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate è disponibile dal 17 Luglio in esclusiva temporale console per Nintendo Switch. Arriverà entro la fine dell’anno anche su PC (via Steam).


Versione testata: Nintendo Switch


Alla riscossa

Il Maestro Splinter è stato rapito dal terribile Shredder. Misteriosi portali iniziano a comparire contemporaneamente in tutta New York. Mentre April e Metalhead analizzano dei manufatti alla ricerca di indizi, le Tartarughe combattono per salvare loro padre dalle grinfie del Clan del Piede. Qualcosa tuttavia non torna: tra stranezze dimensionali, poteri occulti e personaggi misteriosi, una minaccia ancora più grande si nasconde nell’ombra…

Nulla di particolarmente elaborato dunque e non è necessariamente un male. Il tono della vicenda, in fondo, farà felici i fan della IDW Publishing, in cui potranno ritrovare non solo i medesimi toni ma anche gran parte dei personaggi più famosi. Proprio qui dobbiamo tuttavia parlare di una leggerezza, da parte di Super Evil Megacorp.

Se in America le run a fumetti delle Tartarughe sono molto famose e diffuse (e con esse la conoscenza di moltissimi personaggi), la stessa circostanza non si ripete nel vecchio continente ed in Italia. Una diffusione assai ridotta delle avventure fumettistiche rendono l’incarnazione cartacea del brand fondamentalmente per un pubblico di nicchia. Proprio alla luce di questa circostanza, sarebbe stato apprezzabile uno sforzo aggiuntivo in fase di scrittura per contestualizzare meglio personaggi e riferimenti, magari banalmente introducendo un compendio. Così com’è, Splintered Fate può essere indubbiamente goduto da tutti, ma realmente apprezzato solo dai veri fan IDW.

A livello tecnico, invece, nulla di eclatante da segnalare. Le umili origini della produzione si palesano anche su Nintendo Switch, con aree limitate, una conta poligonale non eccelsa e qualche leggerezza di troppo nella centratura di alcuni font. Tuttavia, il framerate è nella maggior parte dei casi inchiodato a 60 fps (ed è anche possibile lockarlo a 30 fps con un miglioramento delle prestazioni visive). Un risultato apprezzabile, soprattutto perché assicura il requisito minimo per godere di Splintered Fate. Nel modo più semplice: divertendosi.

Il segreto di Ooze

Splintered Fate poggia ogni sua base ludica sulla riverenza al re degli action roguelike: Hades.

Come nel miglior esponente del genere, anche nella produzione Super Evil Megacorp dovrete affrontare una serie di stanze e biomi. Dopo ogni area ripulita, potrete ottenere potenziamenti temporanei, abilità aggiuntive, upgrade elementali e molto altro per personalizzare la vostra build. Liberati dai nemici potrete raccogliere le risorse sul vostro cammino. Queste, presenti in diverse tipologie, potrebbero aprirvi la strada a miglioramenti da acquistare dal misterioso Presidente oppure fornirvi la valuta necessaria per acquistare, in caso di sconfitta e ritorno al vostro covo, upgrade permanenti che vi daranno progressivamente nuovi vantaggi nei vostri tentativi futuri di salvare il maestro Splinter.

I boss non mancheranno e spesso avranno rinforzi.

Un impianto estremamente tradizionale insomma, che rinuncia a sezioni esplorative (come in Returnal, ad esempio) o alla scelta di armi iniziali (sostituite, rispetto ad Hades, dalle differenti dotazioni di ciascuna Tartaruga) in favore di un approccio più semplice ed accessibile.

Proprio questi ultimi due concetti sono alla base del leitmotiv del team di sviluppo, che si propone di realizzare titoli capaci di rivolgersi ad un pubblico vasto senza lasciare nessuno da parte. In questo senso, ciò si traduce in un’offerta indubbiamente lodevole sul versante contenutistico, ma che tuttavia manca dell’attenzione per i dettagli che permettono ai buoni titoli di fare il salto di qualità. Ne è un esempio la “leggerezza” degli upgrade che finiscono per essere tutti estremamente simili tra loro, limitandosi a viaggiare su poche linee guida (danni extra, salute extra, danni elementali aggiuntivi, incremento del recupero delle risorse). Dimenticate di trovare la raffinatezza di alcune build del capolavoro Supergiant Games: qui non si va per il sottile, potenziate i valori principali e via.

I quattro fratelli sono molto diversi da utilizzare.

Tarzan Boy

Arrivati a questo punto, la domanda potrebbe sorgere spontanea: perché giocare Splintered Fate? La risposta, francamente, è piuttosto semplice: divertimento.

Gli sforzi di Super Evil Megacorp infatti, sebbene non particolarmente originali, hanno portato indubbi risultati.

Anzitutto, l’equilibrio delle fasi di combattimento ed il ritmo delle stesse è praticamente perfetto. Ciascun personaggio ha le proprie peculiarità che permettono approcci diversi agli scontri, resi sempre frenetici da composizioni sempre più articolate ed impegnative. Si innesta un flow incalzante fatto di tentativi rapidi, power up semplici ed essenziali in cui lo spazio per la tattica è ridotto in favore dell’azione pura. Una scelta che forse non piacerà a tutti, ma che ha il merito di premiare una fruizione più spensierata e frizzante, tale da trasmettere la tipica voglia da “ultima partita e poi stacco”.

Situazioni come queste sono all’ordine del giorno.

Un ulteriore enorme punto di interesse di Splintered Fate è inoltre la sua vocazione al multiplayer. Sebbene sia pienamente fruibile in single player (con piena soddisfazione), le Tartarughe possono collaborare sia attraverso una modalità online sia in cooperativa locale. Il risultato, grazie anche alla versatilità di Nintendo Switch, è un divertimento che lievita in compagnia avvicinandosi più ai deliri gratificanti di un picchiaduro a scorrimento che non ad un metodico action roguelike.

Insomma: se è un divertimento puro e semplice quello che cercate, senza troppi grilli per la testa… beh, Super Evil Megacorp si è confermata fedele ai propri ideali.

Con gli amici giusti, vi divertirete un mondo.

Commento finale

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate conferma tutte le proprie buone qualità, già apprezzate ai tempi del lancio su Apple Arcade. Un action roguelike leggero e divertente (non per questo non impegnativo) che si ispira in maniera evidente al primo della classe, quell’Hades capace di raccogliere riconoscimenti importanti anche ai The Game Awards del 2020. L’eccessiva somiglianza al capolavoro Supergiant Games è al contempo un pregio ed un difetto della produzione Super Evil Megacorp, da un lato saggia nel plasmare una declinazione del genere accessibile ed adatta alla cooperativa, dall’altro fin troppo conservativa nelle idee. Un po’ come una buona pizza all you can eat: non si rifiuta mai, ma c’è sicuramente qualcosa di più ricercato in giro.

7.5

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate


Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate conferma tutte le proprie buone qualità, già apprezzate ai tempi del lancio su Apple Arcade. Un action roguelike leggero e divertente (non per questo non impegnativo) che si ispira in maniera evidente al primo della classe, quell'Hades capace di raccogliere riconoscimenti importanti anche ai The Game Awards del 2020. L'eccessiva somiglianza al capolavoro Supergiant Games è al contempo un pregio ed un difetto della produzione Super Evil Megacorp, da un lato saggia nel plasmare una declinazione del genere accessibile ed adatta alla cooperativa, dall'altro fin troppo conservativa nelle idee. Un po' come una buona pizza all you can eat: non si rifiuta mai, ma c'è sicuramente qualcosa di più ricercato in giro.

PRO

Una versione leggera di Hades | Divertente ed assuefacente | Valido sia per giocatore singolo sia in multiplayer (anche co-op locale) |

CONTRO

Una versione leggera di Hades | Universo narrativo che meritava uno sforzo extra | Alcune leggerezze in sede di conversione da mobile |

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