The Hundred Line -Last Defense Academy- ci ha ricordato che, a volte, occorre avere a cuore taluni team di sviluppo. Nella fattispecie parliamo di Too Kyo Games, ma è un discorso che è possibile rendere più astratto e generale. In tempi complessi come quelli contemporanei, dove le difficoltà sono sempre dietro l’angolo sotto forma di imprevisti (o minacce di politica economica estera), abbiamo purtroppo imparato sulla nostra pelle di videogiocatori che è sufficiente un fiasco di vendite per decretare la fine di una software house. Le leggi del mercato sono sempre state brutali, ma la spietatezza degli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti con licenziamenti di massa che non rendono nessuno davvero al sicuro all’interno dell’industria videoludica. Approcciarci a The Hundred Line conoscendo le dichiarazioni del fondatore Kazutaka Kodaka, non vi nascondiamo che ci ha messo un po’ di magone.
Sulle pagine di Famitsu, il creatore di Danganronpa non ha nascosto le difficoltà del progetto. Nato otto anni fa, ai tempi della fondazione di Too Kyo Games, il titolo ha visto l’abbandono del proprio publisher (sostituito da Aniplex) portando lo studio ad affrontare spese ingenti per proseguirne lo sviluppo. Non sappiamo con quale grado di sincerità il designer giapponese lo abbia dichiarato, ma sembra che lo studio abbia deciso di indebitarsi a tal punto che, in caso di flop, è probabile che debba chiudere i battenti. Con il pensiero di trovarsi di fronte ad uno spartiacque in stile Final Fantasy nella storia della giovane software house giapponese, la nostra prova con The Hundred Line ci ha messo un sincero nodo alla gola. Perché speriamo ardentemente che il titolo abbia un grande successo.
The Hundred Line -Last Defense Academy- sarà disponibile dal 24 Aprile per PC (via Steam) e Nintendo Switch.
Versione testata: Nintendo Switch
Una lama nel cuore
La vita scorre tranquilla nel Complesso Residenziale di Tokyo. La gente vive la propria routine in cui ogni giorno è uguale al precedente. Takumi Sumino è un adolescente come tutti gli altri, incerto sul proprio futuro e sulla propria vita. La regolarità viene tuttavia sconvolta quando strani esseri goffi ma sanguinosi attaccano la città, seminando caos e morte. Quando le sorti di Takumi e della sua amica di infanzia sembrano essere segnate, l’apparizione di una bizzarra creatura chiamata Sirei offre al ragazzo una possibilità. Ottenere il potere per proteggere chi gli è caro, al costo di trafiggersi il petto con una lama speciale. Con le spalle al muro e la morte certa ad un passo, Takumi esegue il macabro rituale.
Un istante dopo, il giovane si ritrova teletrasportato in un posto sconosciuto, la Last Line Academy. Una scuola nel mezzo del nulla, circondata da muri di fiamme ultraterrene e dai resti della civilizzazione. Scoprirà di essere stato reclutato, assieme ad altri quattordici studenti, in una squadra speciale di difesa con l’incarico di proteggere la scuola (ed il suo misterioso contenuto) per cento giorni. In gioco, il destino stesso dell’umanità.

Il misterioso preambolo narrativo di The Hundred Line è l’iniziale biglietto da visita della sceneggiatura firmata da Kazutaka Kodaka e Kotaro Uchikoshi. L’avida ricerca di risposte si impadronisce da subito del giocatore, che viene condotto per mano dal duo creativo attraverso una storia in grado di sintetizzare il meglio dei propri autori. Coadiuvato dall’inconfondibile cifra artistica di Rui Komatsuzaki, il risultato è un’opera monumentale dal punto di vista della scrittura, grazie alle innumerevoli ramificazioni presenti.
The Hundred Line infatti offre ben cento finali diversi. Se tuttavia pensate che sia un numero tirato verso l’alto per scopi di marketing, beh, la realtà è diversa. Kodaka ha infatti imposto regole ferree per la realizzazione degli epiloghi, in modo che ciascuno di essi abbia una propria dignità, basati su una scrittura organica e non meri filler. Uchikoshi ed un team allargato di sceneggiatori hanno lavorato duramente per creare un groviglio impressionante di storie, tematiche ed avvenimenti. Al punto da aver additato la stessa ambizione di Kodaka come al contempo “terrificante e folle“.
Un lavoro monumentale che The Hundred Line conduce in porto in maniera miracolosa, regalando un prodotto camaleontico. A seconda delle scelte compiute, i toni della narrazione potranno passare dall’occulto alla fantascienza, dal dramma al mistero, dallo shonen alla storia d’amore. Un’autentica follia concettuale che impone di giocare e rigiocare The Hundred Line più volte, soprattutto dopo la prima walkthrough che rappresenta un mero inizio della vera avventura. Un peccato, in questo senso, l’assenza della localizzazione italiana. Anche se l’inglese impiegato risulta piuttosto accessibile, la grande verbosità del titolo potrebbe allontanare parte del pubblico.

A lezione di tattica
A differenza dei precedenti lavori di Kodaka come la serie Danganronpa o l’avvincente Master Detective Archives: Rain Code, The Hundred Line compie decisi passi avanti sul versante della ludica.
Se i precedenti titoli del designer giapponese (ma anche di Uchikoshi e di tutta Too Kyo Games) puntavano prettamente sulla forza della sceneggiatura proponendo interazioni nel range di una visual novel o di un’avventura grafica, la lotta di Sumino e compagni assume la forma di un RPG strategico. Grazie al supporto degli sviluppatori di Media.Vision (Wild Arms), The Hundred Line mette i giocatori alla gestione di battaglie nelle quali sarà necessario sfruttare le specificità di ciascuno studente. Sebbene infatti, per motivi di sceneggiatura, gran parte delle lotte si svolgono sulle stesse mappe, a seconda dei nemici e dei compagni a disposizione i combattimenti assumeranno connotati profondamente differenti.
Ogni studente ha infatti un set di mosse unico, che variano da abilità passive a soluzioni di attacco differenti, che impongono scelte strategiche altrettanto specifiche. Questo, unito alle sempre diverse condizioni di lotta e struttura dei raid avversari rende i combattimenti più simili ad ingegnosi rompicapo da risolvere, se non apertamente ad avvincenti partite a scacchi. Quest’ultimo paragone è piuttosto calzante, per una serie di motivi. Non solo le vostre pedine potranno spostarsi o agire secondo specifiche regole di piazzamento, gestite da un classico sistema AP (che premierà con più azioni a disposizione grazie agli AP in paio ottenuti sconfiggendo i nemici più coriacei). Ma anche e soprattutto per la possibilità di “sacrificare” le proprie truppe.

The Hundred Line, infatti, gestisce la morte in maniera piuttosto singolare. Senza rivelare troppo (ogni cosa che riguarda la trama è un autentico campo minato), possiamo dirvi che perire sul campo di battaglia non è una condizione definitiva. Dopo ciascuna battaglia, gli alleati potranno infatti tornare in vita. Proprio per questo motivo, gli studenti possono decidere di sacrificare la loro energia vitale residua per un ultimo, devastante, attacco speciale. Una scelta che talvolta si rivela disperata, ma che può aprire le porte ad autentici ribaltoni, con la giusta pianificazione.
Nel corso delle battaglie inoltre si accumulerà un indicatore Voltage a seconda delle azioni sul campo. Si tratta di una risorsa che può essere utilizzata in diversi modi. Ad esempio, per potenziare un’unità durante il turno con individuali bonus passivi o attivi). Oppure per eseguire una mossa speciale senza costi di AP. In quest’ultimo caso, tuttavia, il prezzo da pagare sarà un cooldown prima di poter riulizzare nuovamente il personaggio selezionato nel turno successivo.

I cento giorni di Napoleone… ehm, Sumino
Nel corso del periodo di permanenza nella Last Defense Academy non ci saranno tuttavia solo battaglie da fronteggiare.
Al di fuori degli spietati combattimenti a difesa della scuola, l’avventura si dirama in una direzione narrativa in linea con Danganronpa. Strizzando l’occhio anche alla serie Persona, Sumino potrà decidere di interagire con i propri compagni al fine di migliorare i rapporti. Ma potrà farlo anche per influenzare (in maniera imprevedibile) gli andamenti della trama o migliorare le proprie statistiche accademiche. Il ragazzo potrà persino affrontare test di allenamento con battaglie in realtà virtuale. Proprio quest’ultima è una delle possibilità concesse al giocatore per racimolare risorse per potenziare equipaggiamento e truppe. L’altra strada è avventurarsi al di fuori dell’accademia, oltre il territorio delle fiamme ultraterrene.

In queste fasi, si apre una sorta di tabellone di un gioco da tavolo attraverso cui esplorare le rovine della città, in maniera non molto dissimile dal VR Paradise di Judgment. Avventurarsi tra i pericoli esterni implica un’attenta pianificazione delle proprie mosse, scegliendo con cautela ogni percorso tra imboscate avversarie e l’esplorazione di luoghi che possono nascondere utili risorse o addirittura oggetti chiave necessari per migliorare le prestazioni combattive degli studenti. Esplorare la città in rovina, raccogliendo ancora più risorse e persino gli oggetti chiave necessari per creare regali che, se offerti agli studenti giusti, possono migliorare ulteriormente le statistiche accademiche.
Alcune volte avventurarsi all’esterno farà parte della trama principale, in altre circostante sarà tuttavia una vostra esclusiva scelta. Così come lo sarà la decisione di utilizzare il tempo libero, poiché ogni attività comporterà l’uso di tempo. Non si può scegliere di fare tutto: una scelta esclude l’altra, imponendo la narrazione ad andare avanti sulla base delle vostre preferenze. La fase esplorativa è forse quella meno avvincente di The Hundred Line. Le poche variazioni sul tema, nonché la gestione di molti eventi in stile “imprevisti” del Monopoli, non aiuta a rendere l’esperienza esente dal rischio della ripetitività. Fortunatamente, la narrativa straripante, la curiosità costante verso cosa potrà accadere e lo stimolo dei combattimenti compensa tutto ottimamente.

Commento finale
The Hundred Line -Last Defense Academy- è la perfetta fusione nata dalla collaborazione tra Kazutaka Kodaka e Kotaro Uchikoshi. Il risultato è un titolo che attinge dalle migliori caratteristiche delle loro produzioni maggiori (Danganronpa e Zero Escape, su tutti) per dar vita ad un prodotto unico ed incredibilmente ambizioso soprattutto sul versante narrativo. Una scrittura caleidoscopica, tentacolare e sorprendente, che rende imprescindibile giocare e rigiocare un titolo altrettanto stimolante nella sua componente da RPG tattico. Sussistono alcuni limiti strutturali di game design ed, inevitabilmente, la sua grossa verbosità potrebbe non renderlo un prodotto per tutti. Ma se avete amato i precedenti lavori dei due designer giapponesi, vi avvisiamo: questa potrebbe essere la loro opera magna.








