Recensione Those Who Remain

Non c’è niente di meglio che scoprire un mistero di una piccola città

Versione testata: PlayStation 4 Pro

I thriller psicologici sono un genere divenuto ormai molto popolare. Nemici strani e talvolta soprannaturali, narrazione ingarbugliata e a volte discutibile, misteri occulti e una vera sensazione di terrore. Tutti questi elementi, oltre a dozzine di molti altri, sono difficili da inserire in un unico pacchetto, ma diversi titoli negli ultimi anni hanno davvero imparato a padroneggiare il genere. Anche i ragazzi di Camel 101ci hanno provato, realizzando un titolo che fin dall’inizio letteralmente “lancia” i giocatori nell’orrore nudo e crudo, mettendoli subito alla prova per capire se hanno la stoffa giusta che serve per sopravvivere e arrivare fino alla fine.

Stai nella luce

Those Who Remain si presenta bene. Ci ritroviamo nel cuore della notte ad impersonare Edward, un protagonista palesemente in conflitto con se stesso. Il suo obiettivo? Raggiungere un motel ai margini della cittadina di Dormont per incontrare la sua amante segreta Diane. Edward è determinato a rompere con Diane e provare a sistemare le cose con sua moglie e sua figlia. Ma quando Edward arriva al motel, Diane non si trova da nessuna parte. Dopo ulteriori indagini non sembra esserci nessuno in giro, tranne la persona che ruba la macchina di Edward, costringendolo improvvisamente solo, nel buio.

Qualcuno ci osserva dai boschi

Fin dall’inizio, saremo braccati da strane sagome che si palesano dai boschi e dalle strade. Immobili ma con occhi vispi e luminosi, pronte a … non attaccare. Il buio, il loro più caro amico. Avvicinandosi troppo a queste figure si verrà risucchiati nell’oscurità il che ci costringerà a ricominciare da un checkpoint precedente. Per fortuna, premendo un interruttore e facendo luce, ovvero accendendo un generatore o usando i fari di un veicolo si può illuminare l’area circostante, facendo scomparire queste strane e losche figure. Ciò non li rende meno inquietanti di come appaiono. Ma questi nemici non si muovono mai, quindi una volta che impariamo ad evitarli, perdono rapidamente il loro fascino inquietante iniziale.

Oltre a questi nemici senza volto che vivono nell’oscurità, avremo il nostro bel da fare nell’affrontare creature bizzarre – fra queste persino un mostro nudo raccapricciante che ci abbatte all’istante se ci individua – o incontrando personaggi

“particolari”; tra questi Annika, una ragazza misteriosa morta a Dormont e un uomo mascherato che indossa una maschera e che incoraggia Edward a fare scelte difficili come condannare un ragazzo per aver maltrattato una ragazza o perdonare il ragazzo per le sue giovani indiscrezioni. Queste scelte influenzeranno la storia e il risultato finale.

Benvenuti nel Sottosopra

Those Who Remain si articola in due diverse dimensioni. Il primo è il mondo reale. Mentre sembra un posto normale, le figure senza volto si nascondono nell’oscurità sempre presente, in attesa di “accoglierci” nel loro mondo se osiamo avvicinarci troppo a loro. L’altro mondo sembra ancora più oscuro, ma corrisponde direttamente al mondo reale. Una sorta di Sottosopra. Ci troveremo a saltare frequentemente tra i due mondi. Ad esempio, se c’è una porta bloccata nel mondo reale, saremo in grado di sbloccarla nell’altro, rendendolo accessibile in entrambi. Purtroppo, avventurarsi nell’altro mondo ha spesso causato il crash o il freeze del gioco.

Non è stato l’unico problema evidente che abbiamo riscontrato giocando a Those Who Remain. In alcune occasioni, i nemici che sarebbero dovuti sparire quando abbiamo acceso una luce non si sono mossi, bloccando il percorso. Per continuare siamo stati costretti a riavviare la console. Quando si apre la dimensione “altro”, lo fa con una luce brillante e accecante. In un paio di punti, questa luce brillava così intensamente tanto da filtrare attraverso le pareti e le altre stanze, facendole sembrare illuminate. Non lo erano e le creature che vivono nell’oscurità ci hanno preso. Si tratta di piccoli bug che si spera vengano risolti con una patch, ma sicuramente in grado di rendere il primo playthrough un po’ tedioso.

Quanto è difficile essere furtivi

Problemi tecnici a parte, Those Who Remain è tutt’altro che perfetto. Il gioco si basa sulla furtività in alcune sezioni, richiedendo di sgattaiolare o scappare dai nemici. Ma non ha meccanismi adatti per supportare determinati movimenti. Non possiamo accovacciarci o muoverci in silenzio attraverso un livello e non possiamo nasconderci negli armadi o sotto i mobili per evitare i nemici. È difficile non confrontare Those Who Remain con quelli che rimangono ancora oggi i migliori titoli del genere: Amnesia e Outlast, così simili ma anche così lontani. I due giochi menzionati abbracciano completamente un approccio furtivo. In Those Who Remain, sembra che tutto sia lasciato alla Dea Bendata e se veniamo scorti da un nemico oppure no è tutta questione di fortuna.

C’è una particolare area in cui i difetti del game design ci sono risultati particolarmente evidenti: uno spazio chiuso con poche stanze su cui indagare. Ad inseguirci, l’orripilante mostro nudo che camminava avanti e indietro in modo tale da essere estremamente difficile da evitare. Presumibilmente Edward deve avere le ginocchia sbagliate o qualche tipo di problema congenito perché non è in grado di accovacciarsi per nascondersi dietro un tavolo. A volte, se la nostra unica uscita era dietro il nemico, ci è sembrato che l’opzione migliore fosse quella di arrenderci solo per poter ricominciare da un checkpoint e riprovare. Ed è ancora più frustrante se si considera che i checkpoint di Those Who Remain possono essere spietati: ci siamo trovati facilmente a perdere 15-20 minuti di gioco per rigiocare le sezioni che avevamo già percorso.

Edward il traditore

Se all’inizio Those Who Remain ha un’atmosfera meravigliosamente presagente,  basta qualche ora per farci cambiare idea, quando ci si accorge che le stesse creature ci fissano nell’ombra per l’intero gioco. La storia è intrigante, ma sebbene ci sia una certa difficoltà a relazionarsi con un personaggio principale che sin dall’inizio si manifesta come un antieroe (il tradimento della moglie) il gioco non riesce a farci cambiare completamente idea nonostante le buone intenzioni. Le domande che il gioco sembra suggerire al giocatore: si sente semplicemente in colpa per aver tradito sua moglie o ha fatto qualcosa alla sua famiglia? ricevono una risposta sin troppo presto, lasciando cadere una suspance che avrebbe potuto accompagnarci sino ai titoli di coda rendendo il titolo un po’ più interessante.

Commento finale

Vale sicuramente la pena giocare a Those Who Remain per un solo motivo, ha ben due finali diversi, quindi vi consigliamo, solo se siete amanti del genere, di giocarlo fino in fondo almeno una volta per scoprire come finisce la storia. Ma con così tanti problemi, è difficile trovare la motivazione per tornare indietro e rivelare il secondo finale. C’è dell’horror in Those Who Remain e tutto sommato l’atmosfera cupa è stata ben costruita. L’effetto “wow” è però di breve durata – e ci sono giochi decisamente migliori da giocare nel genere. Speriamo che attraverso le patch correttive, l’esperienza complessiva possa migliorare (si spera).

5.5

Insufficiente


Vale sicuramente la pena giocare a Those Who Remain per un solo motivo, ha ben due finali diversi, quindi vi consigliamo, solo se siete amanti del genere, di giocarlo fino in fondo almeno una volta per scoprire come finisce la storia. Ma con così tanti problemi, è difficile trovare la motivazione per tornare indietro e rivelare il secondo finale. C'è dell’horror in Those Who Remain e tutto sommato l’atmosfera cupa è stata ben costruita. L’effetto “wow” è però di breve durata - e ci sono giochi decisamente migliori da giocare nel genere. Speriamo che attraverso le patch correttive, l’esperienza complessiva possa migliorare (si spera).

PRO

    - Immaginario interessante
    - Narrazione sopra la media

CONTRO

    - È noioso
    - Pieno di bug e problemi tecnici
    - Alcune sezioni sono tediose
    - Gameplay acerbo e poco variegato

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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