Recensione Tormented Souls

Prendete le prime giornate autunnali, la luce sempre più crepuscolare e di corto respiro illumina fiocamente casa vostra. Guardando fuori dalla finestra, il vetro già rigato da goccioline d’acqua, una fitta pioggerellina sta ammantando con il suo ritmico ticchettio l’ambiente tutt’intorno. Il caffè lungo fuma abbondantemente nella vostra tazza di Resident Evil: eccolo, ora, questo è esattamente il momento giusto per premere il tasto play ed avviare Tormented Souls.


Versione testata: PlayStation 5


Sviluppato a 4 mani dai ragazzi di Dual Effect e Abstract Digital, prodotto dal noto publisher PQube, uscito il 27 agosto su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch, e Microsoft Windows.

Il survival horror è un genere che negli anni ha costantemente saziato i propri fan attraverso un ingente numero di produzioni, chiaramente non sempre all’altezza delle aspettative, spesso persino reinventando i canoni più classici. Tormented Souls nasce proprio dall’amore verso quest’ultimi da parte dei due team di sviluppo, questione tra l’altro mai celata, tentando di seguire quanto più accuratamente le orme dell’iconica saga di Capcom, Resident Evil.

Quale sarà il risultato di questo sforzo, scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Le gemelle di Winterlake

L’incipit della storia (non dei più originali) è una misteriosa lettera ricevuta dalla protagonista, Caroline Walker, riguardo la scomparsa di due bambine, sorelle gemelle, a Winterlake, sull’isola di Blackwood, location che era prima la sede di un grande ospedale, ora divenuta una sorta di inquietante clinica semi abbandonata, all’interno della quale cova oscura malvagità.

Pochi sforzi sono stati profusi al fine di donare al gioco un inizio con una parvenza di originalità, cosa tra l’altro non facile vista la saturazione del genere, per lo meno l’angoscia e l’orrore dell’atmosfera giungono diretti al giocatore, tramite una cinematic iniziale bella cruda e quasi completamente senza filtri.

Poco dopo la povera Caroline, si ritroverà nuda, privata di un occhio, intubata ed immersa in una sudicia vasca da bagno, proprio all’interno della villa di Winterlake, e dovrà iniziare a lottare per la propria sopravvivenza, cercando di superare la spessa coltre di mistero ed inquietudine nella quale si è ritrovata, suo malgrado, immersa completamente.

Ed qui, che inizierà la sua vera terrificante avventura attraverso le sale ed i corridoi di Winterlake.

Tormented Souls

Inquadrature e scontri tra buio e mostruosità

Chiusi in quella specie di riluttante stanza-laboratorio, appena rivestiti, con una benda a coprire l’occhio cavato, si parte per l’esplorazione attraverso i macabri locali della villa. L’inquadratura è di quelle old style, auto impostate, che cambiano in base a precise scelte registiche: a tratti ci è venuto il mal d’occhi. I cambi di inquadrature sono molto frequenti, i corridoi angusti, e complice la crescente frenesia dovuta alla presenza di mostri, porta ad un risultato piuttosto caotico e difficile da gestire. Senza nasconderlo avremmo preferito una gestione più simile ad un Resident Evil 2 ad esempio, che avrebbe sì tolto un po’ di fascino e di terrore al gioco, ma l’avrebbe al contempo reso molto più fruibile.

Una volta metabolizzata la gestione prospettica, potremo dedicarci all’esplorazione vera e propria, scoprendo le mostruose creature che dimorano all’interno della clinica: esseri deformi che scorrazzano su vecchie carrozzine arrugginite, spingendosi grazie all’ausilio di lunghi arti anteriori terminanti con lunghe lame affilate, piuttosto che enormi energumeni inglobati in inquietanti tute anti-radiazioni armati di grandi martelli, uomini senza gambe che strisciano a terra sputando liquido corrosivo e altre oscenità del genere.

Queste aberrazioni sono più belle da vedere che da affrontare, nota molto dolente all’interno di Tormented Souls: il gunplay ci è parso pessimo, sia un per una questione di feedback, praticamente assente, delle armi utilizzate dalla protagonista, come ad esempio la sparachiodi, impossibilitati a “targhettare” il nemico, e tormentati, questa volta si, dai repentini cambi di inquadratura che ci hanno portato spesso a sparare verso il nulla. Già che le munizioni a disposizione saranno poche, come ampiamente previsto visto il genere, se poi si è costretti anche a sprecarle inutilmente, il rospo non si riesce ad inghiottire molto facilmente.

Tormented Souls

Puzzle ed enigmi, il gioco funziona

Oltre alla componente TPS, rara, centellinata, e come detto pocanzi mal riuscita, il gioco si svilupperà attraverso puzzle game ed enigmi, indispensabili per proseguire la propria avventura, accedere ad aree altrimenti irraggiungibili ed altro ancora. Implementazioni anch’esse dal forte rimando nostalgico, ma sviluppate in maniera certosina e coerente, tanto da risultare piacevoli e sempre interessanti da risolvere.

Alcune porte si apriranno riattivando un vecchio generatore di corrente, al quale però però manca una manovella, ed andrà impostato ad un preciso livello di tensione; andrà recuperata un pomello di una porta in un armadietto chiuso a chiave con un lucchetto, la cui combinazione potremo scoprirla osservando l’ora, ferma ormai da anni, di un orologio da taschino, e via discorrendo su questo passo.

Implementazione particolarmente gradita ed azzeccata, godibile sempre attraverso la risoluzione di enigmi, la possibilità di esplorare una versione particolarmente efferata, pericolosa e sanguinolenta, di alcune aree della clinica, il tutto attraversando degli specchi, i quali sveleranno dettagli del violento passato di quest’ultima.

Tormented Souls

Level design, audio e video

Questa la nostra configurazione di gioco durante le ore impiegate per la recensione:

ConsoleVideoAudio
PlayStation 5TV LG OLED55C9Cuffie Sony Pulse 3D

La bellezza di questo generi di titoli, è il perdersi all’interno di strutture labirintiche, oscure e malsane, oppressi dall’angoscia di aver completamente perso il senso dell’orientamento, per poi, senza alcun preavviso, aprire una porta arrugginita e fatiscente, ritrovandosi in zone a noi familiari. Se dal punto di vista della realizzazione artistica abbiamo trovato i team di sviluppo molto ispirati, questo dovuto alla preziosa fattura degli interni, ricchi di piccoli dettagli, dalla gestione dell’illuminazione sempre ben dosata, non ci è piaciuto altrettanto il level design, povero di intricata e complessa continuità, risultando inoltre poco funzionale all’accappiata gunplay & inquadrature fisse.

Sotto tono anche il comparto grafico, passi il voluto richiamo nostalgico, ma texture, modelli poligonali ed animazioni non sono al passo con le produzioni moderne: se un vostro amico passasse distrattamente davanti la tv, a qualche metro di distanza, in alcune situazioni potrebbe scambiare Tormented Souls facilmente con un gioco di PlayStation 3.

Tecnicamente l’aspetto che più ci è piaciuto è la composizione delle musiche ma ancor di più degli effetti sonori ambientali: giocando il titolo in cuffia, ancor più mantenendo un volume sostenuto (sempre salvaguardando le vostre trombe di Eustacchio), potrete immergervi pienamente negli inquietanti ambienti di Winterlake, attraverso sinistri scricchiolii, gorgoglii soffusi e molti altri piccoli suoni, la cui somma porterà ad un ambiente vivo, terribilmente vivo.

Tormented Souls

Commento Finale

Mettiamolo subito in chiaro: siete appassionati dei survival horror? Le vostre sinapsi vanno in sollucchero al solo sentir nominare capolavori come Resident Evil o Silent Hill? Bene, al netto dei difetti questo gioco vi accoglierà in un caldo ed inquietante abbraccio lungo quasi una decina di ore. Per tutti gli altri gamer la questione sarà un filino più complessa, dovendo scegliere di avventurarsi in una produzione dall’aspetto grafico poco al passo con i tempi, un gunplay pressoché inesistente ed urticante, aggravato in ultimo dalla gestione di frequenti inquadrature fisse che renderà il tutto piuttosto caotico e mal gestibile. Tormented Souls riesce a tratti a ricreare gli ambienti malsani dei capolavori ai quali si ispira, senza mai riuscire a spingersi oltre, assicurandosi un posto tutt’altro che di rilievo all’interno della Hall of Fame del genere.

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6.3

Un classico del genere, tutt'altro che memorabile


Mettiamolo subito in chiaro: siete appassionati dei survival horror? Le vostre sinapsi vanno in sollucchero al solo sentir nominare capolavori come Resident Evil o Silent Hill? Bene, al netto dei difetti questo gioco vi accoglierà in un caldo ed inquietante abbraccio lungo quasi una decina di ore. Per tutti gli altri gamer la questione sarà un filino più complessa, dovendo scegliere di avventurarsi in una produzione dall'aspetto grafico poco al passo con i tempi, un gunplay pressoché inesistente ed urticante, aggravato in ultimo dalla gestione di frequenti inquadrature fisse che renderà il tutto piuttosto caotico e mal gestibile. Tormented Souls riesce a tratti a ricreare gli ambienti malsani dei capolavori ai quali si ispira, senza mai riuscire a spingersi oltre, assicurandosi un posto tutt'altro che di rilievo all'interno della Hall of Fame del genere.

PRO

    - Ambienti ben ricreati
    - Comparto audio ricco e ben rifinito
    - Puzzle ed enigmi divertenti ed interessanti

CONTRO

    - Realizzazione grafica deludente
    - Gunplay grezzo e superficiale
    - Inquadrature fisse caotiche e disorientanti

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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