Recensione Unknown 9: Awakening, un risveglio troppo tardivo

Annunciato in pompa magna alla Gamescom 2020, suscitando un discreto interesse principalmente per la sua identità trans-mediale, il progetto Unknown 9: Awakening, nel giro di pochi mesi, ha intrapreso una parabola discendente verso il dimenticatoio.

Probabilmente la fiducia nello stesso è pian piano venuta a mancare con il passare del tempo sia internamente, che tra il pubblico, a causa di dimostrazioni sempre più foriere non proprio di buoni auspici. Dopo la nostra prova purtroppo dobbiamo confermare: c’è qualcosa che non va. Unknown 9: Awakening, sintetizzando al massimo, arriva sul mercato davvero fuori tempo massimo. Volete sapere perché? Non vi resta che continuare la lettura!

Unknown 9: Awakening, edito da Bandai Namco, è disponibile dallo scorso 18 ottobre 2024 su PlayStation 4, Playstation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Haroona Jones e la Leggenda dei Nove Ignoti

In Unknown 9: Awakening vestiremo i panni di Haroona, interpretata dall’attrice Anya Chalotra (Yennefer di Vengerberg di The Witcher prodotto da Netflix), una giovane Quaestor nata con il potere di accedere ad una misteriosa dimensione sovrapposta alla nostra, nota come Rovescio.

Dopo una serie di vicissitudini, Haroona sarà costretta a viaggiare per il mondo in un 1912 alternativo, imparando a padroneggiare le sue abilità uniche. Tali capacità ben presto attireranno le attenzioni di diversi tipi loschi e la giovane donna sarà costretta a combattere non più per se stessa, ma per salvare il genere umano, cercando di venire a capo del mistero alla base della leggenda dei Nove Ignoti.

Date le premesse sulla multimedialità del progetto e la sua natura di perno centrale, Unknown 9 Awakening va all-in sul comparto narrativo sin da subito, senza mai nasconderlo. E possiamo dire che questa componente è davvero ben realizzata, nonché unico highlight della produzione.

Nonostante alcuni colpi di scena prevedibili, ma comunque ben confezionati, l’avventura di Haroona ci ha stuzzicato e affascinato per tutte e 9 le ore necessarie a vedere i titoli di coda, con tanto di finale sorprendente. Anche e soprattutto grazie ad un ottimo lavoro sulla narrativa ambientale, pur con qualche mancanza che probabilmente avremmo dovuto colmare guardando alle altre opere collaterali che compongono l’universo di Unknown 9.

Il titolo di Reflector Entertainment dunque sarebbe consigliato… se fosse stato pensato come un’opera di un altro media. Ma siamo pur sempre di fronte ad un videogioco, ed il gameplay è il proverbiale Rovescio della medaglia.

Old but (not) gold

Unknown 9: Awakening è un action adventure in terza persona che sembra uscito dai primi anni 2010. Ed in tutta sincerità, la cosa non ci ha dato fastidio, nonostante tale struttura porti con sé una ripetitività di fondo che potrebbe stancare qualcuno.

In un periodo in cui tutto deve essere open world a qualsiasi costo, il ritorno ad una struttura così anacronistica, ad una successione di stanze di “movimento” (parlare di platforming è eccessivo) e di enemies encounters, non ci ha nemmeno infastidito più di tanto, anzi. Pur con tutte le limitazioni intrinseche del caso (dannate strettoie in cui infilarsi). Il problema è che Unknown 9: Awakening è indietro di 20 anni pure come giocabilità vera e propria, nel senso più diretto del termine.

Unknown 9
Il problema di Unknown 9 non è la struttura anacronistica in sé, quanto il fatto che la giocabilità lasci parecchio a desiderare

Le sezioni furtive e ancora di più quelle di combattimento sono così poco rifinite da regalare un continuo susseguirsi di situazioni tragicomiche. L’IA dei nemici non è pervenuta, il sistema di controllo rigido, le hitbox ridicole, il level design delle arene e delle sezioni stealth è altamente deficitario. Le varie situazioni, ovviamente, possono “accavallarsi” senza soluzione di continuità e, soprattutto in questo caso, assisteremo a veri e propri episodi rocamboleschi, alla Benny Hill addirittura.

Il più grosso rammarico è che sotto tale strato di goffaggine si intravedono alcune idee originali che purtroppo restano inespresse per tutta la durata del gioco. Il potere dell’Attraversamento, ad esempio, sarebbe potuto essere un vero game changer. Ma nel modo in cui è stato sviluppato, ovvero riducendolo ad una semplice e quasi inutile possessione del nemico, non è altro che una meccanica raffazzonata come le altre.

Tra alti e bassi

A penalizzare ancora di più il già non eccelso quadro ci pensa il comparto tecnico. Nella nostra prova siamo incappati in bug visivi, impossibilità di attivare alcuni trigger, frequenti ed evidenti cali di framerate ed in generale un frame pacing a tratti atroce. E per non farsi mancare nulla, è uno dei pochissimi titoli cross-gen che non permette di scegliere la doppia modalità grafica, limitando l’esperienza a 30 fps anche sulle console ammiraglie.

La direzione artistica presenta scelte stilistiche altalenanti, che non riescono sempre a valorizzare adeguatamente l’ambientazione di gioco. Ci sono dei picchi notevoli, ed al tempo stesso delle banalità che sembrano uscite dai preset degli engine di gioco. Va segnalata una modellazione poligonale non proprio di primo ordine, con texture e modelli che appaiono datati e poco curati. Infine, anche il comparto sonoro risulta altalenante, con effetti, musiche e un doppiaggio italiano che, pur non deludendo, non riescono a coinvolgere appieno il giocatore.

Commento finale

Unknown 9: Awakening è un titolo arrivato troppo tardi sul mercato. Se è vero che il comparto narrativo funziona, è altresì palese che pad alla mano si tratta di un titolo poco più che sufficiente, difficilmente “sopportabile”, soprattutto oggigiorno. Pur accettando la sua struttura arcaica, caratterizzata da una ripetitività di fondo da tenere comunque in conto, un prodotto con un così basso livello di polishing, sia tecnico, che delle meccaniche ludiche, è difficilmente consigliabile a tutti.

6.5

Unknown 9: Awakening


Unknown 9: Awakening è un titolo arrivato troppo tardi sul mercato. Se è vero che il comparto narrativo funziona, è altresì palese che pad alla mano si tratta di un titolo poco più che sufficiente, difficilmente "sopportabile", soprattutto oggigiorno. Pur accettando la sua struttura arcaica, caratterizzata da una ripetitività di fondo da tenere comunque in conto, un prodotto con un così basso livello di polishing, sia tecnico, che delle meccaniche ludiche, è difficilmente consigliabile a tutti.

PRO

Il comparto narrativo funziona | Alcune idee sono interessanti... |

CONTRO

... ma realizzate in maniera pessima | Tutta la parte ludica è indietro di 20 anni | Mancanza di polishing |

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