Versione testata Oculus Quest
Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di sognare un’avventura da contrabbandiere in una galassia lontana lontana: caccia interstellari, strane creature, artefatti in cui scorre una forza sovrannaturale in grado di cambiare le leggi fondamentali della vita e della morte, una tirannia a cui opporsi per riaffermare il diritto alla libertà; basterebbero questi elementi a rendere una produzione videoludica incredibilmente interessante, eppure il titolo in questione si spinge ancora più in là offrendoci la possibilità di incrociare le nostre spade con uno degli antagonisti più iconici che si ricordino e per lo più in un mondo di gioco creato con in mente la VR. Ma basta davvero questo per rendere questo Vader Immortal un titolo imprescindibile per Oculus Quest?
A Star Wars Story
Vader Immortal è un’avventura in tre parti ambientata tra gli eventi narrati nel film Star Wars Episode III: La Rivincita dei Sith e Rogue One e che fa parte del canon ufficiale di Star Wars
Vader ha oramai perso la sua Padmè e sta cercando un modo per riportarla in vita e noi, un contrabbandiere di poco conto che vive di espedienti ai margini della galassia, a causa della nostra inaspettata ascendenza, potremmo essere la chiave per raggiungere i suoi scopi. Sarà proprio la nostra progenie, a noi completamente sconosciuta, a metterci al centro di eventi che potrebbero cambiare per sempre le sorti della galassia.
L’aspetto narrativo è sicuramente uno dei più riusciti di questa produzione che, sebbene priva di momenti memorabili, scorre bene fino alla fine lasciando anche spazio ad un paio di colpi di scena ben congegnati. Non a caso il team di sviluppo di ILMxLAB, uno studio di Lucasfilm ltd che si occupa esclusivamente di creare esperienze di realtà virtuale, si è avvalso della collaborazione di David S. Goyer (già co-autore di The Dark Knight e Blade) e della regia di Ben Snow (Star Wars: Secrets of the Empire) per creare un’opera che appare coerente con il resto della lore di Star Wars e che pertanto un vero fan non può ignorare.
Atmosfere, suoni, personaggi comprimari come il vostro droide ZO-E3, “Zoe” più semplicemente, ricordano così da vicino quelle dei film della prima e dell’ultima trilogia di Star Wars che, quando vi ritroverete per la prima volta faccia a faccia con Darth Vader, imperioso nella sua possenza, proverete istintivamente l’impulso di abbassare lo sguardo per non incrociare il suo volto così minaccioso. Per un amante della serie è estasi allo stato puro. Se quanto detto è bastato a “vendervi” il gioco, potete fermarvi qui e catapultarvi sullo store Oculus Quest a comprare i tre episodi al prezzo di 7,99 euro ciascuno che grazie al cross purchase, vi daranno accesso anche alla versione per Rift S.
Purtroppo esaurito l’aspetto narrativo e scenografico, non possiamo non citare quelle che secondo noi sono le criticità di questa produzione dalle enormi potenzialità disattese. Innanzitutto la longevità. Seppure suddivisa in tre episodi, l’intera narrazione può concludersi in appena 4 ore, troppo poche davvero anche per chi è abituato ai “tempi” dei giochi in VR. In assenza di elementi collezionabili, di modalità di sviluppo del personaggio e di quest secondarie, proprio quando comincerete ad assaporare il potere della forza scorrere tra le vostra dita, vi ritroverete a leggere i titoli di coda, con l’amaro in bocca e con la voglia di averne ancora di più.
Per fortuna tutti e tre i gli episodi sono affiancati da una modalità “Dojo” dove imparerete ad utilizzare i poteri e le abilità acquisite durante l’episodio e soprattutto a maneggiare la vostra lightsaber. La modalità Dojo vi metterà di fronte ad obbiettivi e sfide discretamente interessanti in grado di tenervi impegnati almeno qualche altra ora nel mondo di gioco dopo l’endgame. La modalità Dojo è basata su un set di sfide in cui vi viene richiesto di eliminare un certo tipo di nemici nel minor tempo possibile. Ovviamente le sfide più interessanti arrivano solo nel terzo episodio dove una volta acquisiti tutti i poteri disponibili potrete dare sfogo alle vostre arti jedi (o sith?) in livelli come “unleashed”.
Il premio per la vostra dedizione sarà la possibilità di sbloccare alcune light saber iconiche, come la lancia laser di Darth Maul o la lightsaber infuocata di Kylo Ren.
Proprio la presenza di un Dojo così completo è uno degli aspetti che più ci lascia l’amaro in bocca considerando che tanto di questo gameplay avrebbe potuto trovare spazio nel corso dell’avventura principale di Vader Immortal. Dopo una prima fase essenzialmente incentrata sulla risoluzione di enigmi ambientali, ed in particolare sull’hacking di porte e la ricerca di anfratti in cui intrufolarsi, con il secondo episodio e senza svelarvi molto della trama, impareremo ad usare la forza e soprattutto la spada laser. Le cose a questo punto potrebbero diventare estremamente interessanti, eppure il gioco stenta a decollare e gli scontri e le possibilità di utilizzare le nostre abilità restano estremamente limitate, mentre affettare i nemici, che utilizzano pattern d’attacco estremamente prevedibili e ripetitivi, diventerà ben presto un’operazione priva di soddisfazione.
Va meglio per quanto riguarda gli scontri con gli stoormtrooper, ma questi sono davvero troppo pochi e troppo semplici per potersi considerare una vera sfida. E, come dicevamo, tutto questo nonostante il Dojo offra una buona dose di sfida in alcuni frangenti che avremmo voluto riproposta anche nell’avvenutura principale.
Come in un film
L’aspetto tecnico è uno degli elementi più interessanti di questo Vader Immortal: le suggestive ambientazioni del pianeta Mustafar – lo stesso su cui si è combattuta la battaglia tra Anakin ed Obi Wan – così come gli ambienti asettici delle navi imperiali, sono ricostruiti alla perfezione e se la versione Rift S è soltanto buona per quanto riguarda l’impatto grafico, è la versione per Oculus Quest a stupire.
Considerate le limitate capacità tecniche del visore stand alone di Oculus, infatti, la resa grafica è davvero buona anche se questo determina qualche problemino in termini di stabilità del frame rate e quindi nel comfort di gioco (vedi il paragrafo successivo). Eccellenti, come ci si aspetterebbe da un titolo Star Wars la colonna sonora e l’effettistica che riprende esattamente quella della saga cinematografica. Anche il doppiaggio, solo in inglese ma con sottotitoli in italiano, è eccellente grazie al ricorso ad attori professionisti.
Comfort di gioco
Un aspetto problematico di Vader Immortal è il comfort di gioco, soprattutto nella versione Oculus Quest. Gli sviluppatori di ILMxLAB hanno fatto un lavoro eccellente per rendere la versione per Oculus Quest quanto più simile possibile alla versione per Rift S, tuttavia le limitazioni della piattaforma portatile costituiscono sempre più un ostacolo alle potenzialità della VR.
L’impatto grafico del titolo, infatti, in alcuni casi determina un abbassamento del frame rate al di sotto dei 72fps rendendo necessario l’intervento di una tecnologia sviluppata da Oculus e chiamata Asynchronous Space Warp. Si tratta di una sorta di interpolazione dei frame che interviene quando il frame rate scende al di sotto dei valori ottimali, cosa che potrebbe determinare o l’ingiocabilità del titolo o potrebbe essere causa di motion sickness; con ASW l’utente ha l’impressione che il titolo continui ad avere un frame rate stabile di 72fps.
L’intervento dell’ASW è per la maggior parte degli utenti indolore, per altri invece, più sensibili al motion sickness, potrebbe causare un lieve senso di vertigine che scompare comunque dopo pochi secondi.
Un altro aspetto problematico del titolo è la lettura dei sottotitoli. Questo aspetto è problematico in tutti i titoli VR ma in Vader Immortal rappresenta sicuramente un problema maggiore, vista l’importanza dell’aspetto narrativo. In particolare abbiamo trovato davvero fastidioso che questi si spostassero a destra e a manca ad ogni minimo movimento della testa.
Buono invece il tracciamento dei controller. Dopo il recente aggiornamento del software di tracciamento di Oculus Quest, abbiamo notato anche un miglioramento del tracking in game, soprattutto nelle sessioni di Dojo dove ci veniva richiesto di utilizzare più spesso la parata. Questa, costringendoci ad avvicinare i controller alle telecamere del visore, è una delle gesture più complicate per i visori con tracking inside-out come Oculus Quest (se non sapete cos’è il tracking inside-out, questo articolo potrebbe aiutarvi a capirci qualcosa). Per fortuna ora il problema è quasi del tutto sparito o comunque decisamente ridotto.
Commento finale
Nonostante qualche problema tecnico legato per lo più ai limiti dell’hardware di Oculus Quest, ad una longevità non eccezionale e a qualche mancanza nel gameplay, Vader Immortal rappresenta una delle esperienze in VR più interessanti disponibili sul mercato e soprattutto una delle più importanti per lo sviluppo del settore. Il gioco infatti è una delle prime produzioni ad utilizzare una IP così riconoscibile e amata come quella di Star Wars, con una storia che è addirittura inserita nel canon ufficiale della saga e pertanto capace di catalizzare l’attenzione anche di utenti ad oggi estranei al mondo della VR. Si tratta di un prodotto in definitiva estremamente godibile dall’inizio alla fine e, grazie al Dojo, anche discretamente rigiocabile. Se siete fan della serie e disponete di un visore per la realtà virtuale, è un acquisto obbligato anche solo per quel brivido lungo la schiena che, siamo sicuri, il primo scontro con Darth Vader vi farà provare.