Recensione Withering Rooms, orrore procedurale

A circa diciotto mesi dalla release in accesso anticipato su Steam, Withering Rooms arriva in full release dopo essere diventato un piccolo cult per gli amanti del genere. Un titolo che segna l’esordio di Moonless Formless, software house con base a Seattle, non senza spiazzare il pubblico. Come? Mescolando elementi generati proceduralmente, un impianto da action RPG ed un’ambientazione horror.

Perché Withering Rooms è proprio questo: un action RPG horror in 2.5D ambientato in una villa Vittoriana, tra mostruosità indicibili e sorprese inquietanti. Se il mix vi sembra abbastanza peculiare (se non addirittura bizzarro), sappiate che non solo la formula ludica funziona ma che si rivela altresì versatile, varia e divertente.

Edito da Perp Games, publisher sempre interessato alle suggestioni sinistre come vi abbiamo raccontato nella recensione di Greyhill Incident, Withering Rooms è disponibile dal 5 Aprile per PC, PlayStation 5 ed Xbox Series.


Versione testata: PlayStation 5


Dal profondo della notte

Nightingale Williams è una giovane ragazza che si ritrova affidata al manicomio della Dimora Mostyn. Ben presto però si renderà conto che qualcosa di tragico coinvolge la struttura: una sorta di maledizione, che coinvolge tutti coloro che vi entrano condannandoli ad un ciclo di incubi spaventosi. Nightingale ne diventa vittima, svegliandosi all’interno di un sogno tanto realistico quanto inquietante, tra indicibili orrori e minacce inquietanti. In un contesto in cui il limite tra incubo e realtà è sottile ed etereo, riuscirà la ragazza a scoprire la verità e raggiungere la salvezza?

Il preambolo narrativo di Withering Rooms veicola due degli elementi cardine della produzione firmata Moonless Formless. Da un lato, gli elementi procedurali che vengono generati nell’esplorazione del manicomio di era Vittoriana, che coinvolge non solo ambientazioni ma anche avversari ed oggetti. Dall’altro lato, anche la relativa ispirazione roguelite che imporrà, ad ogni nuovo incubo dopo ciascun game over, la possibilità di affrontare con nuove consapevolezze (e strumenti) Dimora Mostyn.

Preparatevi a sbizzarrirvi.

Se dunque la storia fa un ottimo lavoro per introdurre e giustificare elementi di gameplay con un’apprezzabile coerenza ludonarrativa, purtroppo non possiamo spendere altrettante positive opinioni sulla qualità della sceneggiatura. Non tanto perché sia brutta (anzi), ma semplicemente perché non ci ha convinto la struttura della narrazione. Un generale ermetismo viene rafforzato da una verbosità fin troppo contenuta, da comprimari non particolarmente stratificati e da eventi che farete fatica a mettere in connessione. Insomma, una storia che appare eccessivamente confusionaria, nonostante l’indubbio fascino trasmesso dalle sue premesse e dalla imprevedibilità che finisce con il mescolare l’horror gotico alla fantascienza del XIX secolo. Un feeling generale che ci ha ricordato due perle dimenticate: Clock Tower ed il suo successore spirituale Haunting Ground.

Viceversa, convincente è l’impianto tecnico della produzione. Tenendo bene in mente che si tratta di una produzione indipendente con mezzi modesti, il colpo d’occhio di Withering Rooms è indubbiamente efficace. Merito non solo della direzione artistica, che destreggia ispirazioni horror di varia natura, ma anche del design di mostri e comprimari. Parliamo infatti di oltre 200 possibili stanze, con decine di biomi diversi ed un numero di avversari che oscilla oltre 80. Varietà e qualità dunque, grazie ai comparti grafico e sonoro altrettanto solidi.

I comprimari vi sveleranno alcuni frammenti della trama ma molto (fin troppo?) è lasciato al giocatore.

La rivincita

Se pensate che Nightingale sia tuttavia la solita ragazza indifesa mandata al macello, dovrete ripensare alle vostre convinzioni.

Mentre Withering Rooms si presenta con una fase iniziale fatta di nascondigli, ombre e diversivi da sfruttare, gli sviluppatori ben presto decidono di sfruttare a pieno potenziale la suggestione del sogno lucido. La giovane protagonista potrà infatti decidere non solo di imbracciare le armi più disparate per difendersi, ma anche di ricorrere alla magia e a strumenti non convenzionali (vi dice nulla una macchina fotografica contro i fantasmi?). Accanto dunque ad un animo da survival horror, il team di sviluppo affianca l’idea di poter diventare così potenti e ben equipaggiati da poter affrontare di petto gli avversari.

In questo senso, il bilanciamento del gioco ci è apparso decisamente interessante. Da un lato, gli avversari sono capaci di essere sempre insidiosi tali da portarvi a morte prematura in caso di leggerezze. Dall’altro lato, le possibilità offerte al giocatore sono davvero intriganti grazie ad equipaggiamenti variegati, cambi d’abito (armature comprese), scudi, armi da taglio ed armi da fuoco. Tuttavia, il messaggio di fondo resta estremamente chiaro: l’ottica è sempre quella della sopravvivenza e anche la strategia più coriacea potrebbe portarvi incontro a cocenti disfatte.

In questi ultimi casi, la morte non sarà tuttavia la fine. In pieno stile roguelite, avrete l’occasione di ricominciare la vostra avventura perdendo tuttavia quasi tutti gli oggetti recuperati. Solo alcuni di essi potranno infatti essere conservati nel vostro prossimo tentativo di sopravvivere alla Dimora Mostyn. Una scelta che si rivela perfettamente coerente sia con la narrativa sia con il gameplay: il player non solo verrà sensibilizzato per l’obiettivo ultimo di restare in vita, ma si troverà alle prese con un incubo inedito fatto di nuove stanze e nemici, con enigmi ed oggetti diversamente distribuiti.

Gli oggetti sono tanti e rimandano vagamente alla tradizione soulslike.

I guerrieri del sogno

L’aspetto forse migliore di Withering Rooms è come riesca ad incitare i giocatori alla sperimentazione ed alla creatività.

La varietà di equipaggiamenti ed armi permette di creare vere e proprie build in pieno stile action RPG. Nightingale può diventare una spietata lottatrice corpo a corpo, un implacabile cecchino, un’infida fattucchiera e molto altro. Ciascuna delle vostre scelte può essere declinata in uno stile di gioco ben specifico. Questo potrà esser capace di mettervi in posizione di vantaggio contro taluni avversari (e di svantaggio contro altri). Imparare dagli errori sarà una componente ineludibile di un processo che, sotto questo aspetto, assume tinte da soulslike.

Occhio al fuoco.

Sfortunatamente però non tutto funziona in modo impeccabile.

Proprio il sistema di combattimento infatti cede il fianco a parecchie critiche. Questo risulta infatti fin troppo pesante ed impreciso. Forse una scelta ben precisa del team di sviluppo, ma non crediamo sia poi così azzeccata. In un titolo che si apre così chiaramente alla creatività offensiva, ritrovarsi di fronte a lotte macchinose non è il massimo. Parte del problema è poi reso più fastidioso dalla presenza evanescente di alcuni tutorial, spesso sintetici ed addirittura missabili. Ad esempio, come mirare efficacemente con le armi da fuoco sfruttando gli angoli di tiro (non una cosa così banale in questo titolo). Non una grandissima idea di fronte ad un titolo che riserva parecchie sorprese sul fronte meccaniche lungo l’intera avventura.

Connesso a tutto questo, c’è un inevitabile innalzamento della difficoltà laddove non sarete davvero attenti ad ogni elemento della produzione. Non perché il gioco sia impossibile o mal bilanciato, al contrario. Ma quando la necessità di “abituarsi” a determinate meccaniche produce game over ingenerosi, non è mai un buon segnale. Ci troviamo di fronte ad un peccatuccio di inesperienza da parte degli sviluppatori, ma sul quale chiudiamo un occhio di fronte al coraggio complessivo di Withering Rooms.

Sarà possibile modificare anche gli abbigliamenti.

Commento finale

Withering Rooms segnante l’intrigante esordio sulle scene per Moonless Formless, che mescola con successo elementi apparentemente inconciliabili dando vita ad una creatura bizzarra ma affascinante. Sebbene alcune elementi non siano esattamente impeccabili (su tutti, proprio il farraginoso sistema di combattimento, ma anche una narrazione fin troppo nebulosa), il prodotto finale rappresenta una piacevole ventata di aria fresca in un genere, l’horror, che sta assistendo a diverse sperimentazioni nell’ultimo periodo. Consigliato a tutti gli amanti del brivido, ma anche a coloro i quali vogliono provare qualcosa di diverso ed originale.

7.5

Withering Rooms


Withering Rooms segnante l'intrigante esordio sulle scene per Moonless Formless, che mescola con successo elementi apparentemente inconciliabili dando vita ad una creatura bizzarra ma affascinante. Sebbene alcune elementi non siano esattamente impeccabili (su tutti, proprio il farraginoso sistema di combattimento, ma anche una narrazione fin troppo nebulosa), il prodotto finale rappresenta una piacevole ventata di aria fresca in un genere, l'horror, che sta assistendo a diverse sperimentazioni nell'ultimo periodo. Consigliato a tutti gli amanti del brivido, ma anche a coloro i quali vogliono provare qualcosa di diverso ed originale.

PRO

Interessante alchimia tra action RPG, survival horror e roguelite | La creatività viene incentivata | I finali multipli ne incrementano la longevità |

CONTRO

Trama piuttosto criptica | Il sistema di combattimento è macchinoso | Alcune meccaniche non sono spiegate benissimo |

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