Recensione Fallout 3

Fallout 3 ci vede protagonisti nell’anno 2277. Naturalmente ciò lascia pensare che ci troveremo di fronte a palazzi giganteschi, autovetture volanti. Insomma, il futuro. Invece no.

La Washington del futuro. Un disastroso futuro

A volte le produzioni video ludiche riescono a sorprendere. Dipende dal fattore che scatena la sorpresa. Può essere lo stile grafico, il comparto sonoro e, molte volte, l’ambientazione. E, è inutile dirlo, Bethesda è brava in questo. Lo dimostrò con la sua serie per eccellenza, Elder Scrools e lo ha confermato con il primo adattamento di nuova generazione di Fallout, storico gioco di ruolo di Black Isle Studios di un decennio fa. Fallout 3 ci vede protagonisti nell’anno 2277. Naturalmente ciò lascia pensare che ci troveremo di fronte a palazzi giganteschi, autovetture volanti. Insomma, il futuro. Invece no. Il futuro di Fallout è ben diverso. Alternativo, come lo è stato il passato e il presente.

Dovete sapere infatti che in questo mondo diverso, l’America ha attuato una politica conservatrice a partire dagli anni ’50 e finisce per avere una tecnologia veramente antiquata anche nel 2077, anno dello scoppio di una guerra nucleare contro la Cina che, nel frattempo, si era resa colpevole dell’invasione dell’Alaska. La terra ha conosciuto quindi gli effetti di un conflitto con armamenti di tale stampo. Il governo degli Stati Uniti ha stanziato dei finanziamenti per la realizzazione di rifugi anti-bombardamenti chiamati Vault. Purtroppo, per negligenza e mancanza di tempo di essi ne furono realizzati pochissimi e solo una piccola parte della popolazione americana scampò agli effetti del nucleare. La vostra storia comincia dunque duecento anni dopo, nel Vault 101.


Una volta attraversate le fasi della vostra crescita, le quali di fatto funzioneranno da tutorial vero e proprio della durata di un’ora, al compimento dei 19 anni il vostro amato padre fugge misteriosamente dal rifugio. Spinti dalla voglia di conoscere il mondo esterno e dal desiderio di scoprire le ragioni del genitore, riuscite anche voi a fuggire e, l’immagine che si presenta davanti a voi è, sinceramente, devastante.


La guerra non cambia mai

La maestosa introduzione in computer grafica lascia già intuire cosa vi aspetta nel mondo di Fallout. Il tutto viene confermato quando per la prima volta uscirete alla luce del sole. Accecati dai raggi, man mano che si schiarisce la vista lo scenario è di quelli che lasciano i brividi. Una vasta, quasi interminabile, vasta desertica rotta solo da qualche scheletro di edificio e auto qua e la e i resti di quel che fu, una volta, Washington D.C.

Il silenzio di tomba è disturbato solo dal fruscio del vento, dal verso degli avvoltoi sulle vostre teste in continua ricerca di quel cibo donato dai resti della razza umana, e non solo. Si perché il bombardamento ha letteralmente cambiato l’America. Non sapete se nel resto del mondo la situazione è la stessa. Avrete solo notizie del vostro paese, regalate da speciali robot volanti che fungono da informatori per i coraggiosi viaggiatori. Si perché ci vuole una bella dose di coraggio per affrontare senza paura le sconfinate lande della Washington post-apocalittica. Le poche città sono costruite sui resti dei tempi andati, adagiate su tutto quello che è utilizzabile, in piccoli edifici molto simili a baracche tenute su più dalla fortuna che altro. Le radiazioni hanno mutato veramente tutto, anche gli esseri viventi. Non vi sarà difficile scovare strane combinazioni come ratti-talpa, scorpioni giganti radio-attivi e quant’altro. Non disdegnano di presentarsi nemmeno supermutanti, ghoul (essere umani sopravvissuti ai bombardamenti ma con effetti disastrosi) e Predatori pronti a razziare la pelle del primo viaggiante.


Gli amanti ed i conoscitori di Oblivion si troveranno immediatamente a loro agio in Fallout 3. La struttura ludica, infatti, è molto più simile di quanto appaia dalle immagini o dai video. Una perfetta combinazione di avventura, sparatutto e gioco di ruolo. La visuale in prima persona infatti non deve trarvi in inganno. Il mondo di Fallout è duro. Fallout è pur sempre un gioco di ruolo, ed utilizzare armi di cui non possediate le necessarie qualità vi porterà più dei contro che dei reali pro. E, come dicevamo è duro. Difficile. Anche per questo il consiglio di salvare spesso non è un’esagerazione. Nei lunghi viaggi che affronterete per portare a termine le vostre missioni c’è il rischio di incontrare avversari ancora troppo forti per il vostro livello e sconfiggerli non è una questione di mira ma soprattutto di tattica. Il sistema di combattimento è infatti fornito dell’utilissima S.P.A.V. il sistema di puntamento assistito Vault-Tec. Questo vi permette di mettere in pausa la partita e selezionare una parte del corpo dell’avversario da colpire, seguita naturalmente dalla relativa animazione in slow-motion sulla riuscita o meno dell’azione. Ciò è ovviamente un bel vantaggio, specie per gli incontri più duri ma ha un limite. Oltre ai normali punti salute e di abilità, sono presenti anche quelli di azione che servono appunto all’utilizzo dello S.P.A.V. Si andranno ricaricando immediatamente ma ricordate di farne il buon uso. Soprattutto perché è un’ottima matrice tattica. Il vostro avversario sarà anche più forte ma mirare, per esempio, alle gambe lo azzopperebbe e vi darebbe un vantaggio tale da poterlo sconfiggere.


In fondo in Fallout, cosi come in Oblivion ogni cosa è dettata dalle vostre scelte. Anzi, forse molto di più di Oblivion almeno se ci soffermiamo a parlare dalla trama. Per ogni dialogo o sub-quest avrete modo di terminarla nel modo che desiderate, in modo da ottenere, secondo le stime degli sviluppatori, circa 200 finali differenti. Ciò garantisce una rigiocabilità di altissimo livello, perché ogni missione, ogni piccola cosa andrà a modificare il tutto, il DNA della vostra partita. A seconda di come vi comportiate, inoltre, la gente avrà un opinione sempre differente. Impaurita se negativa, mentre se vi comporterete bene è possibile che vi facciano persino dei regali.


Per quanto riguarda armi ed equipaggiamento, l’arsenale è piuttosto vasto ma le munizioni scarseggiano quindi ricordate di non sprecare nemmeno un proiettile altrimenti sarete costretti ad affrontare giganteschi super-mutanti con le vostre semplici armi bianche, cosa che vi sconsigliamo caldamente! Naturalmente, sia l’uni che gli altri saranno dotati di diversi materiali che andranno a formare la resistenza in se stessi. Fate attenzione soprattutto alle condizioni delle armature che si rovineranno facilmente con i combattimenti. Se possedete delle qualità come riparatori potrete far da soli, altrimenti dovrete tornare in una delle città a farvele riparare dai negozianti.


La copertina di un mondo

Fallout 3 è una esperienza più che un videogioco. Da vivere ed assaporare dai minuti iniziali a quelli finali. L’atmosfera è grandiosa e per certi versi superiore a quella di Oblivion. L’idea di ritrovarsi in un futuro alternativo letteralmente distrutto e diverso da come ce lo auguriamo mette i brividi, soprattutto nello scorgere (e raggiungere) monumenti famosi ormai distrutti dal tempo e dalla guerra.

Il comparto tecnico di Fallout è ottimo. Non sorprende più che altro per la qualità delle textures e della realizzazione poligonale dei personaggi. Piuttosto lascia senza fiato l’incredibile profondità di campo che permette la realizzazione di ambienti vastissimi con i minimi caricamenti e colpi d’occhio che vi rimarranno davvero impressi. Il motore grafico naturalmente è il medesimo di Oblivion, migliorato in certi aspetti come l’espressività dei personaggi, alcune textures, l’impianto di illuminazione e qualche dettaglio qua e la. Nulla di trascendentale si, ma sono altre cose a stupire in Fallout.


La colonna sonora è da brividi. Tenebrosa, oscura, lenta e perfettamente adattata al contesto. Volendo è possibile “romperla” accendendo la radio e sintonizzandovi in musiche stile anni ’50 decisamente molto più allegre e che lasciano ben intuire che aria tirasse prima dello scoppio della guerra. Il doppiaggio in Italiano è ottimo, se chiudiamo l’occhio su alcune traduzioni infelici e qualche voce non proprio azzeccata.


Conclusioni finali

Fallout 3 è dunque la conferma che Bethesda è più brava a regalare giochi da atmosfere sublimi che veri e propri gioco di ruolo. E di certo non la bocceremo per questo. La componente ruolistica è decisamente migliorata rispetto ad Oblivion sebbene qualche cosa necessiti ancora di qualche miglioria. In ogni caso, ci ritroviamo di fronte ad una delle migliori produzioni di questo autunno che consigliamo ad occhi chiusi a chi ha amato Oblivion e le atmosfere post-apocalittiche. Consigliamo la prova comunque un po’ a tutti. Si tratta di un prodotto ben fatto, curato per la maggior parte degli aspetti e soprattutto con una longevità da brividi. Fallout è tornato.

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