No more Heroes di Goichi Suda recensito per Voi
Suda torna a stupire. Stavolta su Nintendo Wii
Dopo aver deliziato gli utenti GameCube e Play Station 2 con Killer 7, protagonista di un ottimo successo critico, per Goichi Suda arriva il momento di cimentarsi con la sfida della nuova generazione, abbracciando la rivoluzione portata da Nintendo con il suo Wii. No More Heroes è, appunto, il nuovo progetto di Rising Star Games, inizialmente previsto su Xbox 360 ma successivamente trasportato sulla fortunata console giapponese per via del perfetto connubio fra il Wiimote e la struttura ludica dietro al titolo.
No More Heroes è un prodotto particolare, di quelli che difficilmente riescono ad accaparrarsi le simpatie del grande pubblico proprio per la sua diversa stilizzazione in certi aspetti del gioco, sia visivi che puramente strutturali nel gameplay. La recensione mirerà ad analizzarli sotto tutti i punti di vista, positivi o negativi del caso.
Travis Touchdown, passione principale? Uccidere.
La trama si svolge nella ridente cittadina di Santa Destroy. Protagonista è il simpatico e carismatico Travis Touchdown, uno sfaccendato ragazzo con la passione del wrestling e degli anime. Tuttavia, dentro di sè nasconde un altro hobby, un po’ “strambo” a dire il vero, o semplicemente disonesto. Il caro Travis adora infatti uccidere la gente: armato di una speciale katana laser (a mò di Guerre Stellari), compie omicidi su “commissioni”, ovvero ricevendo gli ordini da speciale organizzazioni o mandanti segreti.
Uccidere divenne, però, presto “noioso” per lui, tant’è che presto cade in una depressione che spesso lo costringeva ad affittare dei film.un po’ spinti. La sua vita cambia di colpo quando incontra quella splendida ragazza di Sylvia Christel, al Death Match Bar. Infatti, eliminando un invasato qualsiasi entra di diritto nella lista della United Assassin Association, all’undicesimo posto di questa speciale graduatoria. Il suo destino adesso è quello di scalare la classifica ed arrivare sino alla prima posizione, uccidendo uno per uno gli esponenti che si pongono fra lui e questo speciale obiettivo, guardandosi le spalle ovviamente da chi vorrà prendersi la sua posizione.
Una trama che, si può dire, funge un po’ da “contorno” al gioco vero e proprio. Riesce, comunque, a catturare il giocatore, con vari colpi di scena qua e là, una caratterizzazione dei personaggi di buon livello e molti dialoghi “ad effetto”, come si vedrebbe in qualsiasi produzione “trash” cinematografica.
La mia arma è una katana.laser
Come citato poco sopra, l’arma principale che viene utilizzata nel titolo è una speciale katana laser vinta dal protagonista in una asta online. E’ chiaro immaginare come il Wiimote si presti perfettamente a tale oggetto, tant’è che le mosse speciali, o per cosi dire “i colpi di grazia”, avvengono con un movimento del controller della console Nintendo. Infatti, l’attacco è gestito tramite la pulsantiera A e B, i quali permettono di sferrare dei fendenti micidiali che ridurranno in fin di vita gli avversari che si incontreranno giocando; una volta che la barra vita di questi sia ridotta al minimo sindacale, una freccia indicherà in quale direzione sferrare il colpo finale con un naturale movimento del braccio come se si impugnasse una vera e propria katana.
Ovviamente, No More Heroes, non fa delle uccisioni l’unica possibilità ludica per tutta la durata dell’avventura: di certo è il fulcro principale del game, tuttavia Suda e soci hanno ideato diverse attività secondarie che non solo danno la possibilità di incrementare la longevità del titolo, ma anche a cimentarsi in certi impieghi piuttosto rari a vedersi nei videogiochi. Chi avrebbe mai pensato ad esempio che un prodotto cosi controverso come No More Heroes potesse fornire anche una piccola parte dedicata al taglio dell’erba alta? Oppure dare lezioni di ecologia ripulendo le vie cittadine dall’immondizia? Potenza del genio direbbe qualcuno, o semplicemente un tentativo di non far sembrare il gioco fin troppo ripetitivo nelle sue meccaniche.
Rising Star ha infatti inserito una sorta di free-roaming game (alla GTA per intendere meglio) nella quale il giocatore può vagare liberamente per Santa Destroy a bordo della incredibile e piuttosto stramba moto di Travis Touchdown.
La città è ricca di negozi o strane associazioni: abbigliamento nel quale si potranno acquistare magliette e altri articoli del genere personalizzati direttamente dal team di sviluppo; videoteche, ove il caro Travis è solito affittare o acquistare titoli molto.”intensi”; palestre di allenamento gestite da Thunder Ryu, maestro di Travis ed ex wrestler professionista. Qui potranno essere rinforzate alcune mosse ed imparate delle nuove; un laboratorio gestito dall’affascinante Professoressa Naomi, la quale costruisce katane laser sempre più sofisticate e potenti; un agenzia di collocamento, dove si potranno ingaggiare nuovi lavori che seppur non siano proprio il massimo della vita permettono di guadagnare qualche buon gruzzolo; un agenzia pubblicitaria che in realtà commissiona omicidi al protagonista e il Bancomat nel quale verranno effettuati i versamenti per poter procedere avanti nel gioco.
Infatti, ogni volta che si guadagna una posizione uccidendo il “boss” di turno, l’associazione richiederà un versamento per poter affrontare chi presiede la posizione successiva. Il danaro andrà guadagnato svolgendo appunto quei piccoli lavori secondari o sbrigando commissioni omicide per l’agenzia pubblicitaria.
Bisogna dire che il sistema di combattimento di No More Heroes è abbastanza appagante e divertente, forte anche delle diverse modifiche che potranno essere effettuate con il prosieguo della storia. Travis Touchdown, come detto, è anche un tipetto con la passione del wrestling, e non lesina qualche mossa (che imparerà guardando le videocassette su questo spettacolo) ai suoi avversari, che andranno effettuate con particolari movimenti combinati di Nunchuck e Wiimote.
Inoltre, durante gli scontri con katana, Travis potrà entrare in modalità Dark Side. Questa si attiva tramite una slot machine posizionata in basso nel teleschermo quando si effettuerà un colpo mortale contro un avversario. Una volta ucciso, infatti, la slot comincerà a girare e se si ottengono combinazioni uguali per tutte e tre le figure presenti, per qualche istante Travis diventerà praticamente invincibile riuscendo a sgominare tranquillamente qualsiasi avversario gli si pari davanti.
Tanto stile ma poca tecnica
Il comparto grafico di No More Heroes alterna alti e bassi. Se lo stile grafico di ambientazioni, character design e cosi via è sicuramente eccezionale e rasente la perfezione, quello tecnico delude terribilmente offrendo una delle produzioni più scadenti presenti su Nintendo Wii. Il gioco soffre di tantissimi difetti sotto questo aspetto, riscontrabili soprattutto in un sistema di collisioni ridicolo, textures caricate in ritardo nella maggior parte dei casi ed alcune di esse neanche eccezionali, pop-up in grossa quantità ed una IA non proprio eccelsa. Nulla di negativo da segnalare invece sotto il profilo sonoro, il quale presenta le buone musiche intervellate fra techno, j-pop e Tex-Mex di Masafumi Takada ed effetti sonori talmente originali da risultare splendidi e persino azzeccati.
Buon giudizio anche per la longevità composta dalle dieci alle dodici ore di gioco. Peccato solo per una certa ripetitività citata nella pagina precedente.
Considerazioni finali
No More Heroes è un prodotto atipico ma senza dubbio un buon gioco che merita almeno di essere provato. Un sistema di controllo appagante ed uno stile praticamente ineccepibile riescono a limare, in parte, i grossi limiti di un gioco che, con le dovute accuratezze sarebbe potuto diventare molto di più di quello che è realmente. Le fasi in free-roaming sembrano quasi un pretesto per poter avvicinare anche i cosiddetti “casual games”, data la loro scarsa utilità e soprattutto i grossi difetti che le compongono. Il comparto tecnico è invece di quanto più brutto ci si potesse aspettare, pieno di bug e difetti e alcuni dei quali veramente fastidiosi.
Senza dubbio, come per Killer 7, No More Heroes è una esperienza unica, particolare che potrebbe non essere compresa da tutti, ma, ripetendo, va almeno provato, magari può anche piacervi.