Una nuova avventura.
Black Isle Studios, probabilmente, non avrebbe mai pensato che il primo Fallout (trovate QUI il primo episodio del nostro speciale) potesse riscuotere un così grande successo, eppure l’eco di Fallout fu così ampio da spingere gli sviluppatori in appena un anno, a produrne un seguito. Nel 1998, quindi, approda sempre in esclusiva PC Fallout 2, forte di una formula di gioco collaudata, ereditata dal primo capitolo, così come di un motore grafico, solo leggermente migliorato e sempre in visuale isometrica.
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Ottant’anni dopo il disastro atomico
La trama di Fallout 2 si svolge nel 2241, anno in cui viene instaurato il governo della Nuova Repubblica della California con l’obiettivo di unire tutte le città del sud della regione ed espandersi nel nord della stessa. Gli eventi narrati hanno luogo esattamente 80 anni più tardi rispetto al primo capitolo, ma Black Isle Studios ha deciso di proporre una storia molto simile proprio a quella del primo Fallout: il villaggio tribale di Arroyo si ritrova di fronte al periodo di siccità peggiore di tutti i tempi e le risorse utili al sostentamento degli abitanti sono sempre più scarse.
Per evitare la morte di centinaia di persone, l’Anziana decide di chiedere aiuto al Prescelto (il protagonista del secondo capitolo) per recuperare il GECK, un dispositivo in grado di sanare le terre desolate, studiato appositamente per gli abitanti del Vault in caso avessero assistito ad un altro disastro nucleare, così da permetterne la sopravvivenza.
L’avventura comincia proprio qui e i giocatori hanno un nuovo obiettivo che, seppur molto simile a quello proposto nel capitolo precedente, permette di incontrare nuovi personaggi e luoghi oltre a tante nuove missioni secondarie.
Un solido gameplay ulteriormente migliorato
Come detto all’inizio, viene mantenuta la formula di gioco di Fallout, ancora solida e vincente. Black Isle Studios decide di apportare alcune migliorie per rendere il titolo ancora più interessante e godibile partendo dai compagni: essi, infatti, hanno maggiori opzioni di personalizzazione per quanto riguarda l’equipaggiamento e il combattimento e viene dato più peso alle loro abilità, che entrano in azione quando quelle del protagonista del gioco sono inferiori alle loro. Oltretutto, i compagni reclutabili sono ben 14 e, fra questi, torna il fedelissimo Dogmeat, ormai simbolo della saga.
Il mondo di gioco vede l’introduzione di nuovi nemici così come nuove armi, armature ed oggetti e l’aumento del numero di perks, che, rispetto al primo capitolo sono anche più utili e garantiscono un ulteriore grado di personalizzazione; invariate, invece, rimangono le statistiche S.P.E.C.I.A.L.. Il sistema del karma ha subito un sensibile miglioramento diventando un fattore importantissimo da tenere sott’occhio: parallelamente alla reputazione, il karma del protagonista varia in base alle scelte dei giocatori e influisce sul comportamento degli NPC verso lo stesso personaggio. In questo modo, anche le missioni possono variare a seconda del karma, diventando più o meno complicate.
Per rendere ancora più variegata l’avventura, Black Isle Studios decide inoltre di incrementare il numero di fazioni presenti nel gioco, che raddoppiano rispetto al primo capitolo diventando ben 10. La mappa, inoltre, diventa ancora più vasta con 14 luoghi esplorabili, tra cui la città di San Francisco.
Il secondo capitolo di Fallout riscuote un successo enorme, con un punteggio medio su Metacritic che si attesta su 86/100 e un numero di fan ancora più elevato. Black Isle Studios ha trovato il “Santo Graal” degli RPG o, se volete, una gallina dalla uova d’oro, pertanto dopo poco tempo sono già al lavoro, questa volta su uno spin-off leggermente differente da ciò che era il Fallout originale.
Fallout Tactics: Brotherhood of Steel
Nel 2001, tre anni dopo il lancio di Fallout 2, Black Isle Studios e Interplay Entertainment pubblicano Fallout Tactics: Brotherhood of Steel, uno spin-off che propone una formula di gioco diversa da quella della serie originale.
Gli eventi narrati hanno luogo nel 2197, quindi prima della storia del secondo capitolo, e vedono al centro dell’attenzione la Confraternita d’Acciaio, la fazione principale di tutta la serie. Come detto, il gameplay è differente: i giocatori, infatti, sono messi a capo di una squadra che sfrutta un particolare sistema di combattimento per affrontare i nemici. Il gioco, quindi, non è più un tradizionale RPG in solitaria, ma permette di calarsi nei panni di un membro della Confraternita affiancato da altri personaggi che, contrariamente ai precedenti episodi della serie, possono essere controllati per merito di tre diverse tipologie di sistemi di combattimento. Gli scontri prevedono infatti la distribuzione di ordini in maniera completamente differente, che si avvicina di più al genere degli strategici che a quello degli RPG, pur essendo in alcuni casi strategia in tempo reale (CTB) e non strategia a turni. L’interazione con gli NPC, però, è molto più limitata rispetto ai primi due capitoli.
Le tre modalità di lotta disponibili permettono quindi di avere approcci differenti durante gli scontri e sono le seguenti:
- Continuous Turn-Based (CTB): ogni personaggio utilizza i propri punti azione in tempo reale, che si rigenerano in base all’abilità del giocatore
- Individual Turn-Based (ITB): utilizzato nel gioco originale, i personaggi si muovono individualmente mentre tutto il resto rimane fermo
- Squad Turn-Based (STB): simile al sistema precedente, ma ogni turno è dato ad una squadra e non ad un singolo personaggio
Fallout Tactics, quindi, punta sull’importanza della squadra nei combattimenti e fonda l’intera storia proprio su questo fattore, proponendo missioni alternative alle solite. La mappa è abbastanza vasta e vede 10 luoghi principali esplorabili, tra cui la celebre Springfield. Diversamente dai predecessori, però, l’unico luogo in cui è possibile rifornirsi è la base della Confraternita d’Acciaio, dove si può commerciare e ricevere cure mediche, quindi tutto ruota intorno ad essa. Anche il comparto grafico vede un ulteriore miglioramento rispetto al precedente capitolo. Il titolo, infine, possiede tre finali differenti, portando i giocatori a rigiocarlo per sbloccarli tutti e scoprire cosa sarebbe successo se avessero fatto un’altra scelta.
Black Isle Studios introduce anche una modalità multiplayer, che permette di affrontarsi in squadre di sei giocatori dove, prima di ogni match, occorre acquistare personaggi e equipaggiamento. Dato lo scarso successo, il multigiocatore è nato e morto con Fallout Tactics.
Questo “esperimento” effettuato con lo sviluppo di Fallout Tactics: Brotherhood of Steel ha avuto un buon successo, con una media su Metacritic di 82/100, ma non è paragonabile a quello riscosso dai primi due capitoli originali, che hanno effettivamente rivoluzionato il gameplay degli RPG e sono rimasti impressi nella memoria di tutti i giocatori.
Ma la strada di fronte alla saga di Fallout è ancora abbastanza lunga, con un terzo capitolo degno di nota nonché uno dei capisaldi della storia degli RPG. Appuntamento alla prossima settimana con Fallout 3!
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