Recensione AMY


Tecnicamente spaventoso

Nonostante il titolo è pieno di molte buone intenzioni, sono rari quei momenti in cui il gioco riesce davvero a costruire la tensione che vuole comunicare al giocatore, e ancora più rari sono quegli attimi che non sono irrimediabilmente danneggiati dal discutibile level design o da quegli elementi che costituiscono il gameplay.

Il gioco dopo una mezz’ora ripete sempre gli stessi schemi, riproponendo fin troppe volte pattern stra-abusati ad esempio il classico bottone per aprire la porta che solo AMY può attivare, montacarichi da azionare da lunghe distanze. Elementi che vengono utilizzati sin troppe volte all’interno del gioco, per non parlare della componente stealth e dei combattimenti i quali sono realizzati in una maniera a dir poco assurda. L’unica cosa che potrebbe adolcire il voto finale della produzione sono gli enigmi presenti nel titolo che potrebbero sembrare ben congegnati tra loro e sparsi in grosso numero per l’ambiente di gioco, ma risultano obsoleti e fuori contesto.

E allora il giocatore può apprezzare questo titolo? La risposta è semplice, no! Il gioco è zeppo di difetti, alcuni dei quali non si possono accettare come ad esempio i punti di salvataggio per salvare la partita sono così rari e posti tra un livello e l’altro che la difficoltà esasperante del titolo scoraggia il giocatore ad avanzare.

amy3

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