Recensione NeverDead


Il sapore della vita eterna

L’eroe di questa avventura è Bryce Boltzmann, un esperto cacciatore di demoni guidato dalla giustizia contro un immenso esercito di creature malvagie al soldo di Astaroth. Il breve prologo darà l’occasione al giocatore per prendere confidenza con i controlli ed imparare le tecniche basilari del combattimento. NeverDead presenta idee già viste in altri titoli delle stesso genere, Bryce sarà in grado di maneggiare con grande abilità due bocche da fuoco contemporaneamente ed esibirsi in grandi salti. Il design del protagonista e della sua compagna Cypher sono da elogiare, così come l’ambientazione medioevale iniziale popolata da buffe creature demoniache, lasciando intravedere nei primi minuti di gioco grandissime potenzialità per il titolo.

Neverdead_4Qualcosa in NeverDead non va però, dopo pochi istanti di gameplay, il giocatore viene sbalzato di 500 anni nel futuro, dove troverà un Bryce sfregiato e rivisto nel design, ricollocato all’interno di un’ambientazione moderna banale e anonima.

Ben presto si farà la conoscenza della bionda Arcadia, collega umana anch’essa cacciatrice di demoni. Bryce ora lavora per la NADA, agenzia per la protezione della nazione contro le invasioni demoniache.

I controlli di gioco sono piuttosto banali e funzionali, oltre ai cannonici movimenti del personaggio, i fendenti della spada saranno legati al movimento dello stick analogico destro, cosa che ci darà pieno controllo sulla direzionalità dei colpi. Sulla carta questa feature potrebbe essere veramente grandiosa per le molteplici combinazioni ma purtroppo si scontra con una fisica dei tagli assolutamente poco implementata che riduce il tutto ad un mero ed ignorante turbinio di colpi nel mucchio e ad una limitazione di poche varietà di attacchi da parte del protagonista.

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