Ninja Theory, sono i fan che uccidono le serie!

ninja_theoryTameem antoniades parla del reboot di Devil May Cry

Tameem Antoniades, ha rilasciato una recente intervista rilasciata su un noto portale dove va spiegare alcuni suoi punti di vista, per la riuscita di un gioco di successo e in particolare del prossimo Devil May Cry titolo sviluppato proprio da questo team.
Dall’intervista di Tameem Antoniades si può comprendere come il team di sviluppo abbia seguito le direttive di Capcom e dei fan della serie per la realizzazione di questo “reboot” per la saga di Devil May Cry criticato pesantemente più e più volte da tutti i fan sin dall’inizio del suo sviluppo.

Saranno parole per giustificare sin da subito un probabile flop colossale?
Di seguito potete leggere l’intervista completa.

“Se la decisione di fare un reboot della serie sia giusta o sbagliata non è una cosa che mi riguarda, la decisione è stata di Capcom ed evidentemente hanno pensato che era il caso di farla e di dare il progetto ad uno studio di sviluppo non giapponese. Avevano le loro ragioni e ci hanno dato delle indicazioni su cosa fare. Una reinterpretazione del franchise, ed è quello che stiamo facendo.

La decisione di non far proseguire la serie a programmatori nipponici è dovuta, secondo me, al fatto che si sono accorti di essere un pò intrappolati in un sistema di gioco che non presentava più novità. Vedendo tutti i prodotti occidentali e la libertà che danno credo che la voglia di Capcom di avvicinarsi ai gusti dei giocatori sia stato il fattore determinante di questa scelta.

Di solito i peggiori risultati a livello creativo nel mondo dei videogiochi si hanno quando si realizza un titolo per altri, cercando di interpretare la loro visione. Dal mio punto di vista c’è solo un modo per cercare di fare un gioco di successo e creare il titolo da giocare che si ha davvero in mente. Un gioco del quale tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione si sentano orgogliosi.

Quindi, da questo punto di vista non m’interessa se vende un migliaio di unità o due milioni di unità, credo che il tempo necessario per fare qualcosa nella vita deve essere utile. Hai 20 anni di produttività nella tua vita, bhè se hai intenzione di spenderne il dieci o quindici per cento su qualcosa, allora ne vale la pena.

Filosoficamente, il modo di fare un gioco di successo è quello di credere in quello che stai facendo, quindi spero che le vendite seguano. Non sto cercando di progettare il titolo attorno a ciò che penso che la gente voglia. Ed è qui che si entra in un contrasto di creatività, ovvero tra ciò che vogliamo fare noi e ciò che vogliono i fan. Questo è secondo me, più di ogni altra cosa, ciò che uccide una serie.”

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