Addio alle armi
Guerra. Come giocatori abbiamo visto diversi lati della guerra. La maggior parte delle volte ci ritroviamo a brandire armi e a gettarci a capofitto sul campo di battaglia magari per combattere per il nostro paese e/o in quello che riteniamo essere più giusto. 11-11: Memories Retold ci mette nei panni di due uomini che partecipano alla Prima Guerra Mondiale. Uomini arruolati per ragioni molto diverse. Uomini le cui vite non sarebbero mai più state le stesse.
Harry Lambert è un giovane fotografo, originario di Boston ma che vive e lavora a Toronto. Lavora in un negozio di fotografia ed è innamorato della figlia del suo datore di lavoro, Julia Taylor. Quando il maggiore Barrett della Canadian Expeditionary Force entra nel negozio un pomeriggio, Harry si ritrova ad arruolarsi e a seguire il militare all’estero. Con una nuova uniforme e la migliore fotocamera del negozio di Julia, Harry è ora un fotografo ufficiale della Grande Guerra. Dall’altra parte dell’oceano, Kurt Waldner fa parte di un team tedesco che costruisce aerei da usare in battaglia. Padre di famiglia, la sua vita viene completamente stravolta quando apprende dalla radio della scomparsa dei membri dell’unità IRI25, unità alla quale apparteneva il figlio Max. Determinato a trovare il figlio, Kurt si arruola e viene inviato al fronte dove inizia a lavorare come tecnico radiofonico.
Queste sono le due storie alla base di 11-11: Memories Retold. All’inizio di ogni capitolo dovete scegliere da quale parte iniziare, e in alcuni intervalli il gioco vi permetterà di passare dall’altro lato per farvi vivere in prima persona ciò che sta accadendo dall’altra parte del fronte.
Due storie destinate ad intrecciarsi
Il plot narrativo, si prende i suoi tempi. Inizia molto lentamente e quando meno ve lo aspettate, assume un ritmo decisamente più frenetico e dinamico, permettendo di passare rapidamente dalle vicende che riguardano Kurt a quelle che vedono protagonista Harry e viceversa. Tale scelta, sebbene permetta di vivere il conflitto attraverso gli occhi di due protagonisti molto diversi, comporta inevitabilmente una frammentazione della trama e una continua, se non impossibile, ricerca di continuità. Si arriva ad un buon risultato, nelle sequenze che vedono Harry e Kurt ritrovarsi inconsciamente molto vicini fra loro, o quando, attraverso una serie di escamotage narrativi, le storie dei due inevitabilmente si intrecciano, consentendo al giocatore di passare, premendo gli appositi tasti, dall’uno all’altro protagonista.
In tali frangenti a beneficiarne è soprattutto il gameplay. Infatti, è necessario cooperare per portare a compimento determinati obiettivi richiesti. Le interazioni possibili, sono delle più disparare. Il problema di fondo è soltanto uno, l’eccessiva semplicità con cui determinate azioni e/o enigmi ambientali possono essere portati a termine. Gli scenari d’altro canto si caratterizzano anche per una notevole dose di esplorazione in quanto per i vari stage di gioco sono disseminati tutta una serie di collezionabili, lettere, fotografie, opere d’arte, che riescono a dare quel tocco in più soprattutto in termini di trama. In stile Valiant Hearts, risultano essere piuttosto interessanti e soprattutto complementari per conoscere aneddoti e vicende della Grande Guerra e di quel doloroso periodo storico. Sfortunatamente, la caccia ai collezionabili diventa un po’ complicata. Ce ne sono fin troppi in ogni capitolo e a volte il foglio di carta bianco che identifica un oggetto da collezione si fonde con lo sfondo o non risalta così come dovrebbe.
Uno degli elementi che abbiamo davvero apprezzato è la possibilità di impersonare i due animali appartenenti ai protagonisti del gioco. Poter giocare occasionalmente come il piccione di Harry e il gatto adottato da Kurt, Lotty, contribuisce a spezzare la monotonia. C’è qualcosa di delizioso nel poter correre e saltare come un gatto ma è meraviglioso poter attraversare i cieli accanto ai bombardieri e ai dirigibili. Le scelte contano in questo gioco, il destino di Harry e Kurt è nelle nostre mani, ma in nessun caso si vuole cambiare il risultato generale della Prima Guerra Mondiale né tantomeno DigixArt vuole riscrivere la storia. Dopo l’addio di Telltale Games a quel genere, forse mai pienamente apprezzato, delle storie interattive, DigixArt ha dato nuove speranza e linfa vitale per il genere.
L’arte della guerra
11-11: Memories Retold, sfrutta una tecnologia di rendering particolare che permette letteralmente di dipingere gli scenari. Sembra di essere in un dipinto, ogni tratto e dettaglio è realizzato magistralmente con il pennello. Guardando attentamente è possibile vedere dove le setole hanno attraversato la vernice, proprio come quando un artista dipinge la sua opera d’arte su tela. È stato piuttosto facile, rimanere incantanti dai colori e dalla particolarità degli scenari, il che il più delle volte ci ha distratti dagli eventi in corso, magari quando avremmo dovuto correre a perdifiato per trovare una copertura.
I ricordi non sono nitidi, come magari possono esserlo le fotografie. Diventano sfocati mentre invecchiamo.
Lo stile artistico dipinto, a nostro modo di vedere, era necessario per raccontare le storie di Harry e Kurt. Abbiamo riscontrato soltanto un grande problema in questa scelta, i sottotitoli di colore bianco che risultano essere estremamente difficili da leggere rispetto al set beige, ma peggiora ulteriormente quando ci avviciniamo all’11 novembre 1918. Il testo bianco sulla neve, anche con un leggero ombreggiamento, non è il migliore da leggere quando è necessario prendere decisioni rapide.
Curiosità
11-11: Memories Retold è stato rilasciato in tempo per il centenario dell’Armistizio. Guardando i titoli di coda, si può notare che molti dei membri del team di sviluppo che hanno lavorato al gioco lo hanno fatto in onore delle persone che avevano prestato servizio durante la Grande Guerra.
- Storia coinvolgente su entrambi i fronti della battaglia
- Direzione artistica unica
- La raccolta di collezionabili approfondisce ulteriormente la trama
- Ottima colonna sonora
- Narrativa frammentata
- Occasionalmente i testi sono difficili da leggere