Gameplay e Tecnica
James Heller è il nuovo protagonista della serie che non perde comunque Alex Mercer all’interno di questo Prototype 2. La differenza con il precedente capitolo è palpabile nel momento in cui si comincia ad assimilare nuove abilità ed a potenziare quelle già conquistate. Il personaggio principale permette al giocatore di muoversi con una certa libertà all’interno della città in pure stile free-roaming, sfruttando la velocità per scalare e il balzo per saltare in un altro punto o ancora planare per raggiungere luoghi più lontani. Ma è soprattutto il nuovo stile di combattimento che alimenta la voglia del giocatore di provare nuove mosse, sbriciolando carri armati, disintegrando elicotteri, succhiando linfa vitale dagli avversari e così via. Si può anche raccogliere un arma e sparare contro i nemici aggiungendo varietà al sistema di combattimento.
La cosa interessante è la varietà delle mosse. Si può decidere ad esempio come attaccare un elicottero in modo da sfruttare il suo impatto nella scena a piacimento. Oppure scoprire che tra le abilità c’è anche quella di creare una sorta di adepti capaci di seguire il loro padrone, ovvero Heller, e aiutarlo nelle fasi di combattimento, diventado un Capobranco. L’istinto di caccia, utile per cacciare i nemici interessati, e la capacità di parare i colpi sfruttando una sorta di scudo creato dalle sue stesse lame, aggiunge una soddisfacente dose di divertimento negli scontri specie con i boss di livello, cosa che mancava nel precedente capitolo.
Ogni missione secondaria viene attivata nel momento in cui si esegue al meglio una certa abilità, con relativa notifica in alto a destra dellos chermo, e può essere portata a compimento nel momento in cui compare sul radar posto in basso a sinistra la posizione sulla mappa.
Tutto questo divertimento è ben trasportato dalla storia e dal suo modo di essere narrata, grazie ad una serie di scene di intermezzo realizzate sia in computer grafica che con attori veri, infondono maggiore spettacolarizzazione. Se ci dovessimo fermare ora, il gioco sarebbe un ottimo titolo, ma invece così non è.
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Le scene di intermezzo che tengono alta l’attenzione arrivano a smorzare troppo la giocabilità essendo presenti di frequente. Il sistema di gestione delle abilità appare subito interessante ma basta poco per passare da essere forte a praticamente onnipotente. Gli sviluppatori hanno lasciato che il giocatore potesse subito progredire ma non hanno fatto i conti con la gestione degli avversari. Se infatti gli scontri con i boss di livello appaiono abbastanza interessanti, il resto è noia, nemici troppo prevedibili, per giunta pochi da non impensierire mai seriamente James Heller. La barra di energia vitale scende molto lentamente, per cui si evitano scene di frustrazione per non riuscire a superare un certo livello, ma allo stesso tempo ci si sente quasi imbattibile, specie per il fatto di poterla ripristinare assimilandola da nemici o semplici cittadini.
I personaggi secondari non interagiscono come ci si aspetta in quanto i cittadini non scappano e le forze militari avversarie sono facili da seminare. La distruttibilità è limitata, per modo di dire, ai veicoli e oggetti presenti nell’ambiente, con una povera rappresentazione particellare degli effetti durante l’impatto e la distruzione. La longevità si attesta intorno alle 10 ore al livello di difficoltà Normale, ed aumenta di altre due se si vogliono portare a termine anche le secondarie, che risultano davvero inutili ai fini della storia. Il consiglio per chi vuole un approccio alla sfida più intenso è di giocare al livello di difficoltà massimo.
Tecnicamente siamo di fronte ad un leggero passo in avanti rispetto al precedente capitolo con una migliore introduzione di texture in alta definizione per quanto riguarda alcuni particolari della città, ma nel complesso si rivela un titolo indietro di qualche anno, con una modellazione poligonale imbarazzante e una risoluzione bassa tanto da apparire in certi casi della passata generazione. A ciò si aggiunge un framerate poco solido, con animazioni poco fluide che minano la qualità già poco sufficiente di ciò che il titolo mostra su schermo.
Il comparto audio è ben strutturato tra effetti sonori e musiche di contorno, ma sono i dialoghi, interamente doppiati in italiano, curati e scelti molto bene a fare bella figura, tanto che il protagonista risulta per giunta più carismatico e interessante di Alex Mercer.