Recensione Starhawk


Costruisci e combatti

Se soltanto la beta del gioco ha ottenuto in pochissimo tempo, in Italia, più di 16.000 download, un motivo ci sarà. E il motivo è presto spiegato. Starhawk vive della sua grande essenza nella componente Multigiocatore, ricca di gameplay e modalità di sfida per appassionare e divertire.

Ma andiamo con ordine.

La schermata principale è stata ridisegnata completamente rispetto alla Beta Multiplayer, segno che i vari feedback rilasciati dalla comunità di giocatori sono stati accolri dal team.

Oltre alla Campagna e alla modalità in co-operativa, il menu presenta le voci Partita Veloce, Crea una partita, Lista Partite, Classifica, Novità.

A parte le ovvie funzionalità suggerite dal loro nome, accendedo al matchmaking vero e proprio si viene subito messi di fronte ad un breve e conciso breafing che informa sul tipo di battaglia che si può imbastire, tra i canonici Deathmatch ai più articolati Cattura la bandiera e Zone, dove vince la squadra che mantiene sotto controllo per più tempo le basi presenti sulla mappa.

Le ambientazioni a disposizione sono sei, e si distinguono sia per scenografia, passando da stazioni orbitanti a distese desertiche, da profondi canyon a composti rocciosi da cui fuorisce lava, sia per level design soddisfando ogni tipo di approccio alla sfida grazie alle soluzioni verticali e orizzantali che ogni mappa predilige. La superficie che si può percorrere non è mai piccola. Ogni mappa è mediamente grande tranne la stazione orbitale dello spazio un pò più piccola e la colonia vulcanica un pò più grande.

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Il gameplay riesce ad entusiasmare perchè il titolo unisce sapientemente le classiche meccaniche di gioco degli sparatutto all’astuzia necessaria per gli RTS. La componente tattica è molto, ma molto importante. Muoversi allo scoperto senza un obiettivo o una missione da compiere vuol dire ritrovarsi in pochi secondi triturato dai colpi avversari. Il team ha soprannominato il gameplay con “Build and Battle”, in pratica costruisci e combatti. Un comodo HUD a cerchio mette a disposizione una serie di strutture e mezzi da poter richiamare dalla base operativa. Questi arrivano sul terreno di gioco nel punto in cui avete evidenziato come veri e propri proiettili dall’alto. Farli collocare mentre sosta il nemico da grande soddisfazione!

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Tra Mech a posto singolo, Jeep con cannoni per trasporate più giocatori, i mezzi a disposizione cambiano notevolmente il modo di giocare e possono modificare anche le sorti della battaglia. Hawk, il mech alato può con un semplice tasto passare da robot super accessoriato e potente a caccia spaziale veloce e letale. Le postazioni fisse invece si alternano da semplici muri riparatori ad alte colonne da cui sfruttare il fucile da cecchino, oppure a piccole basi da usare come roccaforte blindata a torrette automaiche per difencere il territorio. Insomma il gioco diverte in maniera incredibile. Non tutte sono accessibili dall’inizio. Bisogna raggiungere un certo livello e soprattutto avere un tot numero di energia Rift, che viene consumata per l’occasione.

Ma dove sta il problema allora ? Semplice. Il gioco di squadra. Starhawk è votato per il gioco tra amici che comunicano tra loro, imbastiscono guerre contro la fazione avversaria decidendo in ogni momento la giusta soluzione attraverso l’unico canale disponibile, il vostro auricolare. Ecco perchè magari chi predilige giocare da lupo solitario si troverà un pò in difficoltà.

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E non solo il menu ad aver subito delle modifiche sostanziali.

Rispetto alla Beta, si nota come il team ha saputo modificare la gestione del re-spawn, evitando i punti comuni e noti che finiscono per divenire preda certa di camperoni, e il level design di alcune mappe è stato modificato in modo da evitare i colli di bottiglia, cioè zone in cui è facile chiudere il nemico e sopprimerlo con estenuanti raffiche di colpi.



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