Recensione Borderlands 2


Pandora non è un paese per vecchi

Ma cosa si sono bevuti quelli di Gearbox Software ? Era da tanto tempo che non si vedeva nel panorama videoludico una così vasta caratterizzazione di ambientazioni e personaggi, per non parlare delle armi.

Pandora è un luogo vasto e ricco di sfaccettature, così come i suoi abitanti. Tra ricercatori e furfanti, animali e bestie feroci di ogni tipo, capita di incontrare qualche sano di mente con cui scambiare due parole, cominciare un discorso su come trovare nuove risorse. Ma tutto si deve fare sotto l’occhio attento di Jack il Bello. E’ lui che tiene il controllo principale di tutti coloro che vogliono raggiungere e impadronirsi della nuova Cripta. Cosa ci sarà all’interno ? La leggenda sul suo contenuto ha attirato tantissimi ricercatori.

Se il primo peccava proprio sulla storia, troppo povera di contenuti e banale, questa volta il lavoro svolto dai programmatori è sicuramente migliorato. Resta il carisma dei personaggi e le battute a divertire, ma la sensazione è che il miglioramento non sia stato tale da incidere con una storia più articolata e soprattutto meno banale.

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I dialoghi a cui si assiste sanno purtroppo di già sentito, scontato. Eppure la storia riesce comunque a catturare, forse perché almeno questa volta tra il dire e il fare non ci passa il mare.

Il giocatore, pur essendo sbattuto in un mondo vasto, modificato dopo gli eventi del primo episodio e gravido di quest, sia primarie che secondarie, non si sente mai spaesato. Il merito è senza dubbio del team, che è riuscito a migliorare quell’aspetto che nel primo era sì presente ma non in questo modo così curato.

I cambi di rotta nelle situazioni, la presenza di specie che spuntano dal terreno, proveniente da una forma che solo chi ha giocato il primo capitolo può conoscere, spingono il giocatore a non sentire mai noia, ma a giocare sempre per scoprire cosa gli aspetta dietro il prossimo punto di contatto.

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