La crisi colpisce anche i videogames

videogames-crisi_thumbGamestop rivede al ribasso le sue previsioni economiche per il futuro.

In un articolo pubblicato da Reuters, forse per la prima volta scopriamo che anche il mercato dei videogames, fino ad adesso considerato la gallina dalle uova d’oro per la sua capacità di resistere ai momenti di crisi economica e finanziaria che hanno attraversato il pianeta negli ultimi dieci anni, non è immune alla crisi.

GameStop il più grande venditore al mondo di videogames ha annunciato infatti un taglio tra il 4% e il 7% nelle sue previsioni per il quarto trimestre (termina il 28 gennaio) dopo le non esaltanti vendite avvenute nel corso del periodo natalizio, da sempre uno dei momenti più importanti per le vendite dell’intero anno. In conseguenza di tale annuncio le azioni hanno perso circa il 6%.

La situazione degli altri vendors, non è dissimile e coinvolge l’intero settore dei videogames. In particolare analizzando i dati di vendita di Gamestop, si scopre che mentre la vendita di hardware (-3%, ma compensata dalle ottime vendite di Wii U, 320.000 unità negli Stati Uniti nel periodo natalizio) e software nuovo è rimasta pressochè invariata, a subire una contrazione importante è stato il mercato dell’usato, che ha visto una riduzione delle vendite di circa il 16%.

Il mercato del software usato è infatti una delle principali attività di Gamestop, e forse quella che garantisce margini migliori, proprio per questo il fatturato della compagnia ne ha risentito in maniera importante.

A parere di chi scrive il calo nelle vendite dell’usato non puo’ essere imputato esclusivamente alla crisi, che anzi avrebbe dovuto colpire maggiormente il mercato del nuovo, ma piuttosto va ascritto alle politiche adottate dalle principali software house per scoraggiare il mercato dell’usato, in primo luogo quindi agli odiosi online pass. Nei videogame moderni, in cui il comparto single player è sempre di più relegato a mero contorno di un multiplayer complesso e strutturato, basti pensare alla serie Call of Duty – con una campagna in singolo giocatore che non supera le 6 ore – obbligare coloro che acquistano un titolo usato a spendere altri 10/15 euro per fruire di una parte essenziale, ed in molti casi prevalente del titolo, significa uccidere il mercato dell’usato. Chiunque infatti sarebbe scoraggiato dalla spesa di 30-35 euro per il titolo usato (in un Gamestop un titolo usato puo’ arrivare a costare anche 40-45 euro) a cui vanno aggiunte le 10-15 euro per l’online pass e preferirà aspettare il calo di prezzo o le offerte di qualche vendor online o che il titolo, divenuto ormai obsoleto, finisca in un qualche mercatino online.

Si tratta di un attentato all’intero mondo videoludico che prima o poi coinvolgerà ed investirà anche le vendite del nuovo ed in quel caso, si spera, le software house si renderanno conto dell’enorme danno provocato dall’online pass.

fonte Reuters

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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