Recensione Tomb Raider

tomb-raider_thumb3Un Reboot per sopravvivere.

Versione testata Personal Computer, Playstation 3. Disponibile anche su Xbox 360.

Quando un’icona del mondo dei videogiochi come Lara Croft si ritrova a fare i conti con l’evoluzione del mercato e del gameplay non è affatto facile per lo sviluppatore riuscire a modernizzare le meccaniche di gioco ormai consolidate nelle menti dei videogiocatori. In questa generazione ci sono stati veramente tanti reboot, alcuni non molto riusciti altri invece capaci di ridare nuova linfa vitale a personaggi oramai un po’ desueti, basti pensare a Capcom che ha stravolto il look del suo Dante nel reboot di Devil may Cry.

Su questa scia si è posta Crystal Dynamics che, sebbene mantenendo quasi identiche le fattezze originali della protagonista, ha profondamente innovato la filosofia alla base del titolo che ha fatto la storia dei videogames. Se nei vecchi episodi di Tomb raider avevamo a che fare con un’avventuriera dalle fattezze mature che si avventurava in lungo ed in largo nei posti più disparati del mondo senza paura e con dimestichezza, in questo reboot avremo a che fare con una Miss Croft giovane ed inesperta ( ma ancora più bella ndr.) che dovrà affrontare le sue paure non al fine di recuperare un qualche tesoro nascosto ma per sopravvivere su di un’insola dopo un incidente sulla nave su cui era una passeggera.

Crystal dynamics sul fronte della struttura di gioco abbandona la libertà di esplorazione di vaste aree del gioco in favore di game design più incentrato sulla spettacolarità strizzando l’occhio ad uncharted e a tutti quei giocatori che hanno oramai fatto la bocca buona con le spettacolari scene del titolo Naughty Dogs.

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