Tomb Raider per caso
Come detto nell’introduzione in questo “nuovo” Tomb Raider ci ritroveremo una Lara Croft molto giovane e completamente inesperta. Il gioco si apre con un viaggio in nave nel quale la nostra (futura) eroina e il suo equipaggio sono alla ricerca della civiltà degli Yamatai e della loro misteriosa regina, Himiko. La leggenda narra che questa civiltà si fosse insediata in una pericolosa zona di mare chiamata Ma No Umi, detta anche triangolo del drago. Il non facile compito del team di archeologi viene pero’ reso ancora più complicato da una violenta tempesta che investe la nave tranciandola di netto e inghiottendola nell’oceano.
Al suo risveglio la nostra giovanissima Lara si ritroverà su di un’isola misteriosa senza traccia dei suoi amici ed è proprio qui che comincia la nostra avvenutura.
Al contrario di quanto visto nei precedenti episodi di Tomb Raider in cui Lara era un’esperta della sopravvivenza qui saremo ocmpletamente alle prime armi e dovremo imparare in fretta l’arte della sopravvivenza se non vorremo lasciarci le penne. Lara sarà infreddolita, avrà paura costante del buio e non saprà combattere, una situazione non proprio ideale .
Vedremo quindi Lara nelle prime sessioni di gioco imparare gradualmente ad uccidere per sopravvivere, ad arrampicarsi per poter sorpassare ostacoli e via discorrendo. Tuttavia la curva di apprendimento della nostra Lara, sembra essere troppo veloce: Se da una parte questa è una scelta sensata da parte degli sviluppatori per non tirarla troppo per le lunghe, dall’altro lato questa scelta fa perdere decisamente in realismo.
Uccidere un uomo per poter sopravvivere è un’esperienza traumatica e anche se il gioco la sottolinea non lo fa nel modo in cui un essere umano affronterebbe la cosa. Così si passa subito da una Lara inesperta ad un vera e propria macchina da guerra in poche ore di gioco.
Come detto prima il tutto ha un senso per poter ravvivare il gioco e renderlo più action possibile ma nei trailer e nelle promesse dello scorso anno da parte degli sviluppatori si era parlato di un reboot della serie incentrato sulla sopravvivenza (un survival adventure game a voler coniare un neologismo), promessa mantenuta quindi solo in parte.
Incentrandosi maggiormente sulla psicologia di Lara croft e non andando cosi di fretta sicuramente si sarebbe creato quel pathos con la protagonista che avrebbe portato l’avventura a discostarsi ancora di più dalla media dei prodotti di oggi.