Cartoline senza tempo
Tecnicamente The Last of Us rappresenta la perfezione . L’ultima produzione di Naughty Dog giunta ormai al termine del ciclo vitale di Playstation 3, spreme fino all’ultima goccia il potenziale del motore grafico della software house .
La direzione artistica è impeccabile, modelli tridimensionali realizzati con un dettaglio impressionante, animazioni fluide e tutto gestito da una IA superlativa. L’illuminazione è realistica e curata sotto ogni particolare, giocando con tonalità di colori cupi e luminosi e rendendo in modo superbo l’idea di un ambiente post-pandemico.
Eppure non mancano piccole imperfezioni come texture che caricano in leggero ritardo, portando in evidenza in alcuni frangenti i limiti dell’attuale hardware. Il problema non va ad influire in modo negativo sulla magnificenza grafica del “Single Player”, il tutto verrà notato solamente nel comparto multiplayer dove la grafica volutamente è stata tarata verso il basso.
Il magistrale comparto grafico è superato dalla perfezione del comparto sonoro. I doppiaggi in lingua originale sono eccezionali, incredibili in ogni contesto con interpretazioni attoriali realistiche che rendono emozionante l’intera avventura e capaci di far impallidire anche i blockbuster hollywoodiani. Solamente buono è il doppiaggio italiano il quale mostra un ottimo impegno e credibilità per tutta la campagna, ma è minato da strani abbassamento dell’audio facendo sembrare lontano il personaggio che sta parlando mentre in realtà è nelle immediate vicinanze.
Non mancano alcuni bug minori i quali pero’ non andranno ad influire in negativo l’esperienza di gioco.
La campagna Single Player è stata completata in venti ore, giocata a difficoltà Normal e con tatticismo. La longevità può variare verso il basso se affrontata con stili di gioco differenti e verso l’alto se settata su difficoltà maggiori e se il giocatore si dedicherà alla raccolta dei collezionabili.