“Da qualche parte ho letto che in guerra, la prima vittima è sempre la verità.”
Versione testata Personal Computer
Quello degli RTS (Real Time Strategy) è un genere molto delicato che con gli anni si è evoluto pari passo ai motori grafici dedicati e fisici. Se un timido The Settlers, evoluto nel tempo a colpi di critiche e richieste da parte della comunità di videogiocatori, e lo stesso primo Company of Heroes, hanno marcato il terreno su PC impostando punti fermi e guadagnando crediti; con il tempo, il fascino da parte dei giocatori verso questo genere è venuto scemando. La rotta è stata modificata dopo il 2006, anno in cui Company of Heroes, sviluppato da Relic Entertainment e pubblicato da THQ ha lasciato un segno indelebile nell’universo videoludico. Gli FPS (First person Shooter) hanno aggredito in maniera efficace il mercato, e la domanda nei confronti di prodotti sempre più realistici in termini di grafica e di azioni di gioco ha seppellito la richiesta della comunità di un ritorno al passato con giochi impegnativi e da ammirare sotto il profilo tecnico, per ore. Ma soprattutto in grado di rendere giustizia ad un comparto Multiplayer. Mentre da una sponda del fiume lo sviluppo tecnico ha fatto leva sulla simulazione di ambienti sempre più dettagliati e volti più espressivi, gli RTS hanno vissuto una parabola discendente che ha rischiato quasi di far dimenticare il genere anche ai giocatori più accaniti. E dopo sette anni, che in termini informatici sono un’enormità, ecco tornare alla riscossa Relic Entertainment con un sequel, Company of Heroes 2, che già dalla beta si è voluto proporre non come una rivoluzione del genere o uno stacco netto col passato, ma come un reminder per giocatori esclusivi del genere. Il messaggio è stato chiaro fin dall’inizio, il titolo ha voluto mostrarsi come un passo avanti sul piano tecnico e una boccataa d’aria al genere, con panorama la fredda madre Russia.
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