Punto della situazione.
Ci siamo. Xbox One si è finalmente mostrata nel deisgn definitivo. Anche se sapevamo che Microsoft non avrebbe cambiato nulla rispetto alla versione mostrata all’E3, ultimi ritocchi sarebbero stati possibili, soprattutto per un’azienda che dovrà confrontarsi con un colosso che ha marciato su determinati errori e al momento non ha nulla da temere.
Le linee di produzione sono quindi in fase di testing per quella che sarà la più grande sfida all’inizio della Next-Gen: evitare che i primi modelli di Xbox One siano difettosi, o almeno, limitare il più possibile il danno. Sì, qualcuno ricorderà i modelli Day One e poco successivi di Xbox 360 con il famoso problema dei tre led della morte, che ha dato tanto spazio alla fantasia di smanettoni per riparazioni fai da te.
Il progresso tecnologico ha permesso una maggiore miniaturizzazione dei componenti elettronici che sempre di più, dal 2005 ad oggi sfoggiano dimensioni ridotte con relativi consumi minori e altrettanto minore produzione di calore. Al centro della polemica dei tre led della morte ci fu la scelta per una pasta termoconduttiva di scarsa qualità e un controllo non efficiente del circolo d’aria nella console. Problema risolto solo nelle produzioni successive di Xbox 360 fino a estinguersi con il modello “slim”, uscito nel 2010.
Oggi le cose sono, per fortuna, cambiate. Mentre qualche anno fa nel mondo PC si faceva battaglia sui GHz della CPU e l’efficienza della GPU, vere e proprie fornaci; gli investimenti si sono mossi sempre di più verso l’ottimizzazione dei consumi. Evoluzione riflessa anche nel mondo console che, ha visto la diminuzione di spazio e consumi dei modelli in commercio. Per fare un esempio pratico, la PlayStation 3 Fat consumava circa 200 watt, mentre la SuperSlim solo 30 Watt. Per Xbox 360 siamo partiti con il primo modello a 175 Watt fino a scendere con l’ultimo a 85 circa. Insomma, la necessità di ridurre lo spazio occupato dalle console e permettere un ciclo vitale più lungo grazie alla cura dei componenti elettronici è stata una necessità sempre più avvertita nel settore, e la base per la produzione di Xbox One.
Analisi dell’Unbox
Major Nelson è famoso per il suo parlare in maniera diretta, simpatica e senza perdere il filo del discorso; con un contact eye in videocamera molto alto e un uso dosato di parole tipo “gorgeous”, “fantastic” che tanto ricordano Steven Jobs durante i Keynote Apple. Il video dell’unbox di Xbox One si presenta già nei primi secondi come una risposta necessaria e pretesa per settimane dall’utenza, dopo che PlayStation 4 è stata praticamente divorata di fotografie e analisi sulle dimensioni.
Si nota immediatamente la scatola di colore nero, che aperta sul lato frontale permette al nuovo sensore Kinect di essere rimosso dal comparto per primo. “Beautiful little sensor” dice Majorn Nelson. Altra pretesa vinta in rete è l’Headset, secondo “item” ad essere rimosso dalla scatola. Con il “We have, of curse” si capisce come (notizia confermata anche da Microsoft) la rete e i feedback hanno fatto vincere la battaglia di portare in tutte le confezioni di Xbox One l’accessorio che, in via primordiale era destinato solo ad una vendita separata.
Terzo elemento è il controller, che verrà lasciato per una piccola analisi solo a metà del video. Oggetto impugnato con forza invece è il nuovo cavo HDMI 1.4 che supporterà la risoluzione 1080P, 3D, e il 4K video. Anche questo presente in tutte le confezioni di Xbox One.
Manuale, sticker, alimentatore esterno e cavo di alimentazione; per poi lasciare spazio sul fondo alla console. Nota importante rimarcata da Nelson è la presenza, per chi riuscirà ad accaparrarsi la Day One 2013 edition della console, di un codice per sbloccare degli achievements online inserito nel manuale utente.
Descrizione
La console viene subito mostrata in tutta la sua eleganza. Più volte l’Xbox Team si è pronunciato sulla scelta di un design naturale, da tipico salotto, in grado di farci notare il nuovo prodotto solo nei primi giorni successivi all’acquisto, per poi immedesimarsi immediatamente nell’ambiente. Scelta condivisibile dal fatto di produrre un prodotto commerciabile su scala mondiale e dimentare il fallimento nel mercato giapponese della prima Xbox poi recuperato solo con Xbox 360. Gli analisti infatti avevano bollato negativamente il mercato giapponese perché in cerca di prodotti dal design minimale, invece la prima Xbox era imponente.
Sul fronte della Xbox One abbiamo il tasto touch di accensione, il lettore Blu-Ray, il tasto “eject”, e sul lato un piccolo pulsante per settare il controller. Sul lato sinistro abbiamo una singola porta USB 3.0.
Nel retro invece abbiamo: Entrata per il cavo di alimentazione, HDMI OUT, entrata per l’Optical Audio, HDMI IN, 2 porte USB 3.0, entrata Kinect, Gigabit Ethernet, Kensington Security Lot (utile per l’esposizione della console in luoghi pubblici o nei negozi di videogiochi, per assicurarla ai tavoli ed evitare un furto facile).
Nei dettagli poi si parla del cavo HDMI di cui abbiamo detto tutto poco prima; il Controller nella sua versione Day One che avrà un piccolo logo posto al centro, e le frecce direzionali cromate. Kinect, piu preciso nel riconoscimento dei movimenti e adatto per tutti gli ambienti, piccoli o grandi. headset più confortevole e infine il sound del tasto touch di accensione.
499$ ora giustificati dalla presenza dell’headset, cavo HDMI 1.4 e il dietrofront sui DRM. Microsoft non ha voluto cedere per una versione della console a 399$ senza Kinect ma sembra che ora, nonostante tutto, possa reggere il confronto con la rivale Sony PlayStation 4 nonostante i 100$ dollari di differenza. Perché? Perché in quel di Redmond hanno ascoltato l’utenza e le loro richieste.
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