Allievo della guerra o della magia?
Il primo approccio con Final Fantasy: A Realm Reborn consiste ovviamente nella creazione del nostro alter ego virtuale.
Cinque le razze tra cui scegliere, tutte disponibili per entrambi i sessi: Hyur, Elezen, Roegadyn, Miqo’te e Lalafell. Scegliete pure in tranquillità: le razze hanno sì loro specifiche caratteristiche ma scegliere quella “sbagliata” per il vostro stile di gioco non danneggerà più di tanto l’esperienza grazie al sistema di progressione di cui parleremo più avanti.
Si passa dunque a scegliere la classe di appartenenza e qui la scelta è già più importante: ogni classe infatti vi farà iniziare in una delle tre città-stato del continente di Eorzea (la boscosa Gridania, la città portuale di Limsa Lominsa ed il “fiore del deserto”, Ul’Dah). Non che ciò pregiudichi in qualche modo la possibilità di visitarle, ma se non volete essere costretti fin dall’inizio a lunghissimi viaggi per raggiungere l’ambiente a voi più congeniale vi consigliamo di scegliere saggiamente tra le otto classi disponibili all’inizio del gioco.
La personalizzazione però non si ferma qui: possiamo scegliere data di nascita e segno zodiacale del personaggio, oltre a personalizzarne a nostro piacimento l’aspetto e la voce.
Finita la creazione del personaggio, possiamo quindi scegliere il server di gioco ed entrare in Eorzea, con una lunga cutscene dialogata (ma senza doppiaggio, che troveremo davvero raramente e molto meno di quanto avremmo voluto effettivamente) che ci introduce nella storia (cinque anni dopo la Calamità, ovvero la guerra sanguinosa che ha quasi portato il continente all’annientamento) e nella nostra città.
Senza entrare troppo nei particolari, un po’ per non rovinarvi il gusto della scoperta, un po’ perché vogliamo fare una recensione e non una guida al gioco, aggiungiamo soltanto che fino al raggiungimento del decimo livello non vi troverete di fronte il vero Final Fantasy. Le fasi precedenti, infatti, consisteranno in una sorta di lungo tutorial giocato: ciò per permettere a tutti di entrare gradualmente, senza perderne alcun elemento, nelle meccaniche di base del gioco. Sottolineiamo di base, perché alcune dinamiche (come ad esempio i dungeons) saranno accessibili solo più avanti.