L’ho schivato.. Anzi no!
Fin dalle prime missioni assegnateci possiamo familiarizzare con un sistema di combattimento intuitito ed abbastanza divertente, che però ai livelli più bassi non richiede particolare strategia limitandosi ad una serie di attacchi automatici ed all’utilizzo delle abilità del nostro avventuriero, senza grandi necessità di schivare i colpi avversari.
Proseguendo nella storia ed incontrando man mano nemici più potenti, ci imbattiamo però in un difetto abbastanza fastidioso e di cui è difficile trovare il colpevole: quando il nostro nemico si appresta a sferrare un attacco più potente, una luce rossa interviene ad illuminare l’area che sarà coperta dal suo colpo; ottima cosa, ma, a meno che non vi spostiate immediatamente fuori dal raggio d’azione (e se possibile anche prima che sia visibile graficamente), vi troverete quasi sicuramente colpiti dal nemico anche se ormai posizionati a distanza di sicurezza.
La questione, poi, diventa veramente problematica quando schivare o meno un attacco può avere ripercussioni sul buon esito della missione e capiterà più volte che un un colpo che pensavamo di aver evitato diventerà fatale e ci costringerà a ripetere determinate missioni.
A parte questo difetto il gameplay è talmente profondo da non poter non entrare nei ranghi dell’eccellenza. Raggiunto il livello 10, infatti, avremo accesso a tutte le classi del gioco, comprese quelle non strettamente legate al combattimento: basterà iscriversi alla gilda che ci interessa ed impugnare, non so, un accetta per diventare immediatamente un botanico!
Il bello di questo sistema è che permette di non perdere i progressi raggiunti nelle altre gilde e di personalizzare maggiormente il personaggio tramite alcune abilità condivisibili dalle diverse classi. Un incentivo notevole a sperimentare strade e stili di gioco completamente diversi tra loro, facendoci scoprire approcci ed attacchi che non pensavamo poter essere tanto efficaci in una data circostanza.