Recensione South Park: Il Bastone della Verità

Obsidian punta tutto su Matt Stone e Trey Parker. Scommessa vinta?

Versione testata PC (USA)
Immaginate di essere assunti in uno studio al quale negli ultimi 4 anni sono stati affidati due brand pesanti e complicati da gestire. Immaginate poi di dover soddisfare un pubblico particolarmente esigente visto il genere che vi è stato richiesto di sviluppare. Ed, infine, immaginate di ritrovarvi a gestire il fallimento di un publisher (THQ). Se avete fatto tutto correttamente ora siete nei panni di un dipendente di Obsidian, la software house che ha dovuto gestire prima Fallout: New Vegas, serie reduce da un ottimo successo del terzo capitolo e poi South Park, brand di stroardinario richiamo ma le cui apparizioni videoludiche non sono state certamente memorabili. Gli sviluppatori tuttavia non si sono persi d’animo e, spinti anche dallo stimolo della collaborazione dei South Park Digital Studios, insieme a Trey Parker e Matt Stone hanno fatto l’ennesima magia. South Park: Il Bastone della Verità non è solo un titolo per i fan originali, ma anche un fresco RPG adatto a chiunque, anche a chi è un profano del genere. Scopriamolo assieme.
 
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I primi 13 minuti

Un nuovo ragazzino è arrivato in città e, costretto dai suoi genitori, corre a farsi nuovi amici. Incontra e salva Butters da un bulletto: per ricompensa Cazzettino lo accompagna nel Kingdom of Kupa Keep** dove lo aspetta il Gran Mago Eric Cartman. Non saranno mai amici, poiché è ebreo e si chiama Coglionazzo. Dopo un breve addestramento Cartman mostra a Coglionazzo il Bastone Della Verità, ma gli Elfi attaccano il regno e rubano il Bastone. Questi sono i primi 13 minuti di gioco e vi abbiamo già raccontato fin troppo. Da ora in poi spetta a voi partire ed imbarcarvi in questa magica avventura

**Prendere parte al regno del KKK costa 9,95 dollari a settimana, dei quali 4 deducibili dalle tasse (cit.)

La verità è che South Park: Il Bastone della Verità fa promesse e le mantiene. Il nostro alter-ego infatti arriva nella tranquilla cittadina del Colorado e si ritrova nel classico mondo del gioco di ruolo medievale, dove i combattimenti a turni, l’inventario e l’upgrade dei personaggi la fanno da padrone. E’ anche vero però che un gioco con lo sfondo di uno dei cartoon più irriverenti della televisione risulterebbe noioso parlando di Mana, pozioni, quest et similia, quindi il tutto è condito da uno screenplay quasi originale e sopratutto coerente con la serie. Dalla personalizzazione alla scelta delle classi, passando per i dialoghi e i poteri, il tutto vi viene servito come uno dei cocktail migliori al mondo.

Per tutti: lo giuro

Per poter giocare a South Park non c’è bisogno di essere fan della serie, basta essere appassionati del genere RPG ed interessarsi alla Nerd Culture per godere appieno del lavoro di Obsidian. All’interno del videogioco infatti sono presenti numerosi riferimenti non solo al cartone animato, ma anche al Signore degli Anelli, Dungeon & Dragon, Harry Potter e tutto ciò che circonda il mondo del fantasy, ma mai cercando la citazione riservata ai pochi, preferendo dunque una via mainstream. Vi è anche l’idea della satira verso il genere in generale, tanto che molto spesso i personaggi ricordano che “non stiamo giocando a D&D”.

L’idea alla base, ovvero quella di fondere il combattimento a turni con un RPG di stampo esplorativo e un inventario pressoché illimitato, che non va neanche ad influire sul peso, è una scelta che funziona, poiché rende lo svolgimento di gioco decisamente più semplice rispetto ad un normale GDR. Se in Fallout dovevamo preoccuparci della salute delle nostre armi continuamente, ripararle, badare allo zaino pesante, in South Park tutto questo non succede e ci viene lasciata praticamente tutta la libertà di cui abbiamo bisogno.

Dimentichiamoci poi dei complicati incantesimi e preoccupiamoci solamente di poter scorreg… ops, scorazzare in tutta tranquillità per poter lanciare le nostre magie. Il metano emesso dal nostro corpo però sarà sempre fondamentale: non solo per aprirci la via incendiando o spazzando via qualcosa, ma anche in combattimento, dove il giocatore potrà renderlo protagonista attivando funzioni utili alla propria strategia.
HP e PP si rigenerano alla fine di ogni scontro ma durante il nostro girovagare nel mondo di gioco sarà possibile perdere salute in ogni momento. Per curarci le pozioni sono state sostituite da barrette di cioccolato, biscotti, patatine, zucchero e tanto altro, mentre per il ripristino dei PP si possono utilizzare bibite energetiche come la RedBull. Non dimentichiamoci poi degli oggetti tributo alla serie, come il Tweek Caffè che ci permette di attaccare due volte nello stesso turno.
Nonostante South Park faccia della semplicità il suo cavallo di battaglia, non dobbiamo dimenticarci che i Dungeons sono stati creati da veri e propri maestri del genere e risultato non solo piacevoli alla vista, ma anche profondamente divertenti da esplorare, con molta interattività e qla presenza di alcuni easter eggs, legati sia alla serie tv sia specifici per il videogioco.

Una lunga puntata?

L’aspetto del tecnico del titolo è decisamente al di sopra delle aspettative. Fortunatamente la sensazione di dover guardare un enorme puntata della serie tv svanisce piuttosto in fretta, ma i dettagli dei personaggi e gli ambienti sono ricreati allo stesso modo di come è possibile osservarli in televisione: dalla cittadina all’astronave aliena, passando per la casa dei protagonisti, il tutto è costruito con una precisione maniacale per i dettagli. I doppiatori originali conferiscono al titolo una propria anima e per quanto ci sarebbe piaciuto sentire la brava Francesca Vettori esclamare insulti e profanità senza freni, il lavoro di doppiaggio di Stone e Parker che la sostituiscono è ad altissimi livelli. Una menzione speciale meritano le musiche, che senza annoiare ci accompagneranno per tutto il prosieguo delle avventure di Douchebag. Nessun problema tecnico grave è emerso durante la prova, tranne rari casi di cali di frame rate che hanno minato qualche piccola azione, senza però poter influenzare il nostro giudizio complessivo. Il level design è in realtà un piccolo problema, ma essendo stato creato in collaborazione con i creatori originali è chiaro che si tratti in realtà di una riproduzione piuttosto fedele della serie e pertanto “fisiologica”.
 
South Park - The Stick of Truth 2014-03-05 12-19-49-38

UomoOrsoMaiale

Chi ama o ha amato South Park non potrà non cogliere tutti i riferimenti presenti nel gioco. Dai più famosi come l’insulto verso l’ebreo o il razzismo di Cartman, alla tenerezza di Butters fino alla sodomia aliena, ad altri più elitari come il libro di Leopold Butters Stoch, il basso di Token, Al Gore e l’UomoOrsoMaiale, il gatto di Eric, i pacchi ricevuti da Mr Slave e il suo pieno appoggio alle sonde anali dei Grigi: la sensazione di un fan è quella di trovarsi catapultati nel Paese dei Balocchi.

Commento finale

South Park: Il Bastone della Verità è il giusto tributo ai fan della serie. Si abbandonano finalme
nte esperimenti malriusciti, giochi improbabili e piattaforme mobili, in favore di tutto ciò che i fan della serie come chi vi scrive merita: un prodotto di alta qualità, senza troppe pretese certamente, che però colpisce ed ammalia. Decisamente un punto a favore anche la scelta di rendere il titolo godibile anche ai neofiti del cartoon, che dovranno considerarlo come un break dai soliti RPG epici, per approcciarlo come un’avventura totalmente nuova. E sia mai che il cartone guadagni un altro, meritato fan.

Ubisoft e Obsidian sono riusciti a compiere un miracolo, ma sono avvisati: nessun seguito. Preferiamo un’avventura totalmente originale.

Pro Contro 
– IL gioco di South Park
– Tecnicamente ottimo
– Esempio di licenza sfruttata a dovere
– Cali di framerate
– Crea dipendenza
  Voto Globale: 80 
 
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