Recensione Dark Souls II

From Software ci riprova dopo il successo del 2011. Capolavoro. 

Versione testata: Xbox 360

Nel 2011 faceva il suo debutto sul mercato Dark Souls, accompagnato dall’evocativa tag line “Prepare to Die”. In pochi avrebbero mai potuto immaginare che tale slogan si sarebbe avverato: le prime ore di gioco sviluppate da From Software erano un concentrato di difficoltà senza precedenti. A tre anni di distanza fa capolino sul mercato il suo sequel, Dark Souls II: carichi di aspettative ci siamo avventurati nei meandri di città e foreste, muniti di joypad, Red Bull e un calendario per tirare giù tutti i santi. I risultati sono stati sorprendenti: in venti minuti siamo riusciti a perdere 6000 anime faticosamente raccolte, oltre 40 morti nel giro della prima ora di gameplay e improbabili nemici che ci hanno spinto a morti certe e assurde. Non ci siamo arresi e asciugandoci il sudore sulla fronte siamo andati avanti, rischiando di fondere la nostra console ma sopratutto le nostre menti, già provate. A dimostrazione di ciò i primi venti minuti di gioco di Dark Souls II, che sono un pretesto per introdurci le avventure alle quali prenderemo parte. Un non morto che vaga nelle terre di Drangleic per spezzare la maledizione che l’affligge, ovvero un sortilegio che rende gli uomini totalmente vuoti, appunto dei non morti. Ecco, questi sono gli eventi che andremo ad incrociare nel nostro cammino, tra fabbri scorbutici e strani mercanti; il mondo di gioco di Dark Souls II si presenta come un luogo di sofferenza, dominato da nemici giganteschi e difficili da sconfiggere, con un’intelligenza quasi fuori dal comune e sopratutto numerosi. Una delle parti più interessanti del lavoro svolto da From Software è proprio la sceneggiatura, vero e proprio pilastro portante di un capolavoro, di uno degli ultimi Action GdR brillanti, il canto del cigno di questa generazione che ci saluta con un giusto omaggio. 

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Death Simulator 2014

Non è un caso che la caratteristica più chiacchierata di Dark Souls sia il suo elevato livello di difficoltà: non parliamo tanto delle morti che sì, si susseguono in maniera rapida e veloce senza lasciarci mai tirare il fiato, ma più che altro dell’alto senso di stress e delusione al momento della perdita di anime. Durante le nostre prime 8 ore di gioco, siamo arrivati da un totale di circa 40.000 anime, delle quali solo la metà circa sono state investite correttamente. Le altre? Perse, fumate dopo essere andati ovunque ed aver missato un colpo ad un nemico oppure essere caduti da una sporgenza purtroppo nascosta. Ancora peggio un nemico che cade dall’alto oppure sbuca all’improvviso, in una stanza mentre rovistiamo in cerca di oggetti. A complicare le cose, From Software ha deciso di aumentare l’intelligenza artificiale oltre che rendere più difficili anche le schivate e sopratutto limitare il respawn dei nemici, compromettendo molto spesso il nostro recupero delle anime perdute in chissà quale battaglia. Le battaglie contro i boss, aumentati rispetto al primo capitolo e i mini boss, sfide leggermente più impegnative rispetto ai normali nemici, aggiungono al titolo non solo rigiocabilità ma sopratutto la voglia di continuare a giocare. La presenza di un open world pieno di insidie, inoltre, rende le nostre scampagnate insieme ai non morti decisamente più accurate a causa della possibilità di morire dietro ogni angolo. Giusto per non farci mancare nulla, la rigenerazione della stamina è decisamente più lenta e i nemici attaccano in gruppo, rendendo praticamente impossibile le speed run che completavano il primo capitolo in circa 3 o 4 ore.

Un’opera d’arte

Uno dei punti focali di Dark Souls 2 è sicuramente il level design. Occorre spendere più di due parole per parlare del lavoro svolto a livello scenico e non solo. Si passa rapidamente da cittadine e scenari desolati a foreste brillanti e piene di colori, senza tralasciare selve oscure e ambienti poco raccomandati. Il livello di sofferenza raccontato tramite l’uso esclusivo della vista ne “Il Santuario della fiamma di Heide” è uno dei livelli più alti mai toccati nelle prime ore di un videogioco e lo testimoniano anche le immagini evocative che potete trovare nella grande rete. La resa grafica, pur soffrendo di qualche problema, è sicuramente degna di nota. Il tutto è arricchito dai nemici, ben dettagliati, che incutono vero timore. Al level design quindi si aggiunge lo splendido lavoro di character design, minato purtroppo dai limiti tecnici. Un piacevole colpo d’occhio, che deve superare comunque chiusure mentali e rimanere concentrato sul livello di epicità che viene conferito dal titolo.
From Software prende e risolve i difetti del primo capitolo e li tramuta in un nuovo best seller per gli amanti degli action gdr, ma il titolo non è comunque esente da difetti. Si tratta, in particolare, di qualche svista tecnica che non rendono il titolo ingiocabile, ma comunque meritano e devono essere citati. Le texture non sono brillanti e dettagliate al livello giusto, neanche per quanto riguarda i dettagli di nemici e personaggi. Nonostante questi grandi compromessi, il titolo soffre di tearing più o meno visibili ma comunque fastidiosi e l’anti-aliasing non è dei migliori. Gli NPC non intervengono mai, scelta sì giusta se vogliamo aumentare la difficoltà al titolo ma poco piacevole se pensiamo al poco lavoro svolto sotto il profilo dell’intelligenza artificiale, totalmente l’opposto di quanto avviene per i nemici. Sotto il profilo tecnico, il titolo quindi risulta un leggero passo indietro rispetto ad altri titoli di fine generazione: il bello è però che simili difetti non vanno a minare un’esperienza di gioco complessivamente straordinaria.

Good Time To Die

Il concetto alla base sviluppato da From Software è morire. Non importa che siate alla prima, seconda o ventesima run: in Dark Souls II la morte è dietro l’angolo, pronta a cogliervi. E di questo abbiamo già parlato. Ma la particolarità di questo Action GdR è sicuramente la sua componente online, simile a quella già vista nel primo capitolo, ovvero la possibilità degli utenti di sviare le vostre esplorazioni e condurvi con informazioni volutamente errate verso la morte. Il funzionamento è molto semplice: quando sarete connessi, potrete viaggiare nel mondo lasciando messaggi in ogni dove. Non entreremo nel dettaglio, ma molto spesso ci si trova davanti a qualche scritto come “Scendi in basso ma occhio alla morte” oppure “Safe zone” quando invece è totalmente l’opposto. A questo punto, la morte ricopre un ruolo fondamentale e sta a voi riuscire a capire quando fidarvi oppure no. Una vasta conoscenza del mondo di gioco quindi può aiutarvi ed è per questo che vi sproniamo a decedere in ogni dove e in ogni luogo: d’altronde questo open world vi accoglie anche per questo motivo, ovvero convincervi ad esplorare il tutto. Ma ovviamente c’è un limite in ogni cosa ed è per questo che determinati nemici non faranno più il respawn e dopo un tot di uccisioni le aree saranno totalmente sgombre (all’incirca 12 consecutive). Un piccolo vantaggio rilasciato al giocare, ma che dovrà essere sudato essere ottenuto.  

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Commento finale

Dark Souls II è un must have sia per gli appassionati del genere che per i neofiti. In primis, l’opera di From Software rasenta la perfezione in molti settori, proponendoci una sfida, contro noi stessi e contro un mondo infame, che si prepara ad accoglierci. Fin dai primi minuti di gioco appare chiaro che all’interno di questo universo così crudele ci sia qualcosa che riesce ad attrarci: una sorta di dipendenza benigna, che piano piano si farà strada nei nostri cuori. Dalla scelta della classe alla personalizzazione, fino alla prima morte che sbloccherà il trofeo o obiettivo “Benvenuto in Dark Souls II”, ogni momento che verrà ripetuto, ogni percorso che rifaremo 10 o 15 volte e le 25mila anime perdute dopo essere caduti da una sporgenza oppure shottati da un nemico troppo forte si insedieranno nella nostra mente. E nel bene o nel male, faranno parte di noi fino a quando lo decideremo. Ora scusate, ma torno ad addentrarmi nei terreni di Drangleic: vi ho voluto bene.

 

Pro Contro 
– Splendido lavoro di level design
– Difficile al punto giusto
– Il miglior saluto alla vecchia generazione
– Comparto grafico inferiore alla media
  Voto Globale: 100 
 
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