Recensione LEGO: Lo Hobbit

Stuzzica l’appetito e la fantasia!

Versione testata: Xbox 360

Girarsi indietro e guardare al mercato dei tie-in videoludici che hanno fatto capolino sulle nostre console e pc, è per un giocatore la cosa più deprimente a cui ci si possa sottoporre. Esperimenti improponibili, gameplay da mandare giù come uva acerba e, dal punto di vista tecnico, veri e propri abusi  da farsi cavare via gli occhi. Da alcuni anni a questa parte pero’, sebbene l’andazzo generale non sia cambiato, dei piccoli passi in avanti sono stati fatti, e, sulla scia di produzioni come Batman Arkham, le software house hanno cominciato a comprendere che probabilmente bruciare una IP ed un brand prestigioso con giochi mediocri, forse non è un grande affare. Esente dal generale clima disfattista pero’ è sempre stata la serie di titoli provenienti dall’Inghilterra che fa dell’assenza di fotorealismo un vanto: stiamo parlando naturalmente dei danesi di LEGO.

TT Games (questa la software house) è oramai un nome ben conosciuto nell’industria videoludica, sopratutto per via del piccolo miracolo che sono riusciti a fare i ragazzi del team utilizzando brand conosciuti: LEGO più altra licenza random  e sfornando ogni volta piccole prelibatezze dal sapore agrodolce.  Sebbene con tutti i difetti del caso, facendo esperienza dei titoli d’esordio e di quelli di transizione, con l’ultima fatica, Lego: Lo Hobbit, i TT games si lanciano in una impresa ardua, affrontando una licenza difficile da gestire e che esce proprio a 2/3 del viaggio, ovvero quando i primi due film sono stati distribuiti e con un terzo in dirittura d’arrivo a Dicembre 2014. Con un bagaglio riempito a metà, una parte di fiducia e l’altra di paura, ci siamo avventurati con Bilbo, Gandalf, Thorin e la compagnia dei Nani in un’avventura nella Terra di Mezzo.

Non consideratela una recensione, ma bensì un diario di viaggio che vi racconterà filo e per segno i nostri sentimenti, piuttosto contrastanti a dire il vero. Ma ci sarà un lieto fine?

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Una storia epica..

Per quelle tre/quattro persone che non conoscessero ancora Tolkien e le sue opere, e fossero capitati in questa recensione per puro caso, potrebbe essere utile una breve introduzione: l’universo de “Il Signore Degli Anelli” e della Terra di Mezzo comincia con Lo Hobbit, il primo libro, scritto in realtà come una fiaba: Bilbo e Gandalf insieme a Thorin ScudodiQuercia e 12 Nani cominciano il proprio viaggio alla ricerca dell’Arkengemma, una reliquia nanica perduta e attualmente custodita dal potente e possente drago Smaug. E’ proprio durante questo viaggio che Bilbo si imbatterà direttamente nell’Unico Anello, ma questa è un’altra storia.

In LEGO: Lo Hobbit l’avventura segue molto fedelmente le cronache narrate nella pellicola: si viene introdotti alla grande battaglia contro Smaug, poi catapultati nel presente per la partenza e di nuovo trasportati indietro nel tempo poiché manca l’ultimo tassello, ovvero la faida contro gli Orchi, che saranno i secondi veri antagonisti di questo viaggio oltre al Drago. Il fatto che sia tutto riportato quasi alla perfezione è sicuramente un punto in più: molto spesso infatti i tie-in non solo sono poveri tecnicamente, ma peccano molto anche a livello di trama e spiegazione degli eventi. Durante tutta la nostra avventura difficilmente troveremo buchi nella trama, tutto è spiegato, per filo e per segno, rendendo la narrazione godibile dal primo all’ultimo minuto di gioco.

… ma solo per metà!

Ma ovviamente non è tutto rosa e fiori; nell’evolversi della narrazione infatti la storia si interrompe lasciando il giocatore allibito. Il perché sia stata presa una scelta del genere ha influenzato veramente tanto il nostro giudizio.

Come specificato in apertura, LEGO: Lo Hobbit esce prima del terzo film in arrivo: forse per cavalcare ancora l’onda dell’entusiasmo, per non far affievolire gli animi, si è percorsa una strada che non fa piacere al panorama videoludico, anzi tutt’altro. Si tratta quasi di uno sfregio perpetrato ai danni di chi sborsa 50 euro compiendo un atto di fede aniumato soltanto dalla voglia di divertirsi. Il terzo film raggiungerà gli schermi solamente a Dicembre 2014 e verrà reso disponibile come DLC. Non è una tragedia, ma ci chiediamo perché vendere un gioco senza il suo reale finale.

Un bellissimo viaggio ci attende

Nonostante questo, LEGO: Lo Hobbit ha dalla sua un gameplay decisamente forte. L’esplorazione è regina indiscussa dell’intero sistema ludico: distruggere gli oggetti per raccogliere gli ingranaggi, utilizzare fionde, archi e quant’altro per risolvere i puzzle, oltre che ovviamente le innumerevoli missioni di recupero di alcuni oggetti rendono più piacevole proseguire nelle battaglie.

Fiore all’occhiello del titolo è inoltre la costruzione di oggetti utili a proseguire. Molto spesso infatti saremo chiamati a costruire ad un banco di lavoro per avanzare nel livello e per farlo dovremo raccogliere i tesori, ovvero i materiali come rame, ferro, legno, oro eccetera: una volta ottenuta la quantità giusta sarà possibile accedere ad un mini-gioco, dove la costruzione verrà effettuata direttamente da noi scegliendo il pezzo giusto; per aggiungere brio il sistema premierà i più veloci e coloro che costruiranno senza commettere errori, con un maggior numero di ingranaggi da aggiungere al nostro bottino. Non si tratta in realtà di un espediente per allungare la giocabilità o renderla diversa, ma è una vera e propria aggiunta per rendere il tutto più dinamico, senza lasciare grandi momenti di vuoto.

Un ulteriore e piacevole aggiunta sono le abilità di ogni singolo componenente del gruppo: ad esempio, per utilizzare la fionda bisognerà utilizzare un nano specifico, mentre per illuminare le zone buie ci sarà Gandalf e per pescare ci affideremo a Bilbo. A completare questo dipinto ci pensano le battaglie, che si svolgono anche con l’utilizzo di QTE e l’unione di due personaggi, per spaccare mura o distruggere nemici molto più grossi di noi. Senza dimenticare poi le epiche battaglie che hanno fatto la fortuna di Jackson: riprodotte fedelmente, trasmettono l’emozione di un vero e proprio scontro reale. Una particolare attenzione va rivolta al mondo Open World, che ci permetterà di esplorare la Terra Di Mezzo, i dungeon e svolgere avventure secondarie. Presente anche la cooperativa, oramai un classico dei titoli LEGO. Il tutto si traduce in un lavoro certosino, privo di grossissimi difetti e che ci permetterà di godere di un ottimo livello di gameplay

Paesaggi bellissimi o quasi

Valutare l’aspetto tecnico di LEGO: Lo Hobbit è in realtà abbastanza semplice: ad una grafica pulita, brillante e piena di colori si alternano modelli poligonali non precisi. L’anti-aliasing inserito non è della migliore qualità, lasciando intravedere purtroppo tante piccole scalettature. Tuttavia, effetti atmosferisci e un sonoro che lascia poco spazio ai rimpianti compensano il lavoro svolto sul piano tecnico. Anche il level design risulta piacevole, con boschi, caverne, cittadine e quant’altro che sarà un vero piacere esplorare, vista la fedeltà con le opere originali.

Un plauso va sicuramente fatto alla cura del doppiaggio (rigorosamente in inglese) che ha saputo dare vita propria ai personaggi di plastica.

Bilbo3-LegoHobbit-Screenshots

Fuggite, sciocchi!

LEGO: Lo Hobbit non è un tie-in che rasenta la perfezione, ma rimane comunque un titolo piacevole da giocare, più da guardare visto la maestria della regia. Rimane comunque un gioco limitato a quella fascia d’utenza che ama le opere di Tolkien e i Lego. Questo non esclude che il titolo rimanga godibile anche dai singoli amanti degli action adventure, ma purtroppo rimarrebbe un’esperienza godibile soltanto a metà. In attesa del terzo capitolo, Lego: Lo Hobbit è rimandato a data destinarsi per una valutazione più “completa”. 

 

Pro Contro 
– Gandaf, Bilbo e la Compagnia dei Nani. Ci sono proprio tutti
– Fedeltà alle due pellicole
– Fastidiosamente divertente.
– Qualche sensazione di Deja Vu
– Il terzo film uscirà come DLC? Veramente?
– Tecnicamente si può fare qualcosa in più.
  Voto Globale: 70  
 
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