Recensione Etrian Odissey Untold: The Millenium Girl

Un remake per tutti i gusti?

Versione testata Nintendo 3DS.
Etrian Odyssey Untold: The Millenium Girl arriva su Nintendo 3DS sette anni dopo il primo capitolo della serie, uscito nel 2007 per Nintendo DS. Da allora Atlus ha sfornato ben tre sequel del dungeon crawler, che nel cuore di molti fan ha in parte raccolto l’eredità spirituale dei vecchi Final Fantasy, anche se l’assenza di una release europea del secondo e terzo capitolo aveva lasciato molti con l’amaro in bocca.

Dopo un periodo di magra, tuttavia, NIS ha finalmente riportato nel Vecchio Continente la serie, che in meno di 12 mesi ci ha visto alle prese prima con Etrian Odyssey IV e, oggi, con The Millenium Girl, un remake che si propone di allargare la base installata del gioco aprendosi ad un pubblico più eterogeneo.

La sfida è dura, anche perchè avvicinarsi a nuove leve senza scontentare i fan storici non è mai troppo semplice. Atlus sarà riuscita a fare di Etrian Odyssey Untold: The Millenium Girl la base su cui ripartire per dare un nuovo e più redditizio inizio alla serie?
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Strani terremoti e perdite di memoria

La prima novità di rilievo con cui abbiamo a che fare in questo remake è stata l’aggiunta di un elemento che fino ad oggi non aveva avuto alcun peso nella serie: una trama di cui il giocatore è pienamente partecipe. Alla modalità tradizionale, dove il nostro scopo sarà quasi esclusivamente quello di creare e gestire il nostro party, ed esplorare ogni livello dei dungeon, vediamo infatti affiancata una nuova modalità Storia, che ci permetterà di impersonare un giovane Highlander nel corso delle sue indagini su alcune scosse inspiegabili nella regione di Etria. Al nostro protagonista, cui potremo dare il nome che preferiamo, si affiancheranno ben presto quattro compagni di avventura, tra cui tre esploratori proveniente dalla Biblioteca di Midgard, giunti anch’essi per studiare gli strani fenomeni, e una ragazza che ha perso la memoria di nome Frederica.

La caratterizzazione dei nostri 5 personaggi è molto buona, pur non essendo esente dai classici cliché del genere; siamo ormai tanto abituati ad alcuni elementi topici che non riusciamo quasi più ad immaginare un titolo che non sfrutti tali elementi per mettere a proprio agio da subito il videogiocatore. La compagnia dei quattro ragazzi è sempre ben accetta e i loro consigli, per chi mastica un po’ di inglese anche parlato, saranno spesso molto utili durante le battaglie.
La trama non è invece molto invadente, servendo egregiamente al suo scopo di elemento di contorno, utile a distrarre il giocatore dalle numerose battaglie per portare i membri della sua gilda ad un livello di abilità accettabile. Tra quest secondarie di crafting per aiutare la nostra commerciante di fiducia o pavidi cittadini desiderosi di arricchirsi, il gioco ci terrà comunque compagnia per moltissime ore, senza mai annoiare grazie ad un gameplay ormai consolidato, di cui parleremo a breve. Interessante, sul fronte longevità, la possibilità di esportare il nostro salvataggio in una nuova partita, permettendoci così di sbloccare classi extra nella modalità tradizionale, sia qualla di esportarlo sulla scheda SD del nostro Nintendo 3DS/2DS, così da averlo a disposizione per dei bonus in eventuali capitoli futuri della serie.

Ci facciamo un Pic-Nic nel bosco?

La struttura di gioco non è cambiata molto rispetto all’originale: il titolo mantiene così inalterato il fascino dei suoi predecessori-successori, con un gameplay profondo che non perdona il minimo errore strategico nelle lunghe fasi di esplorazione. La perlustrazione dei dungeon, innanzitutto, che ci porterà sempre più in profondità mettendoci di fronte dei nemici progressivamente più potenti, ci vedrà nuovamente nelle vesti di cartografi: armati di pennino e tanta pazienza dovremo così annotare sulla mappa, visibile nello schermo inferiore della console, non solo i sentieri già battuti (per i quali potrà aiutarci la nuova funzione di automapping, disabilitabile all’occorrenza), ma anche eventuali punti di interesse, come un nido di farfalle, una fonte oppure una pianta velenosa. Il tutto ci sarà utile anche in caso di Game Over, visto che i progressi della mappa verranno salvati.

Non mancheranno ovviamente anche le battaglie contro i mostri che popolano la regione, che vanno da ratti quasi inoffensivi (occhio però a sottovalutarli nelle prime battute di gioco) alle varianti shiny delle bestie standard, le quali aumentano progressivamente la propria potenza con il passare dei turni. Per gli incontri casuali vale il meccanismo classico della serie, con una spia in basso nello schermo che, diventando rossa dopo un determinato numero di passi, ci avvisa dell’imminete attacco di qualche poco amichevole animaletto. Temibilissimi poi i boss e i FOEs, ovvero i Formido Oppugnatura Exsequens, avversari di potenza superiore alla media che si aggireranno visibili all’occhio del giocatore attraverso la mappa: difficilmente avremo modo di affrontarli al primo incontro, perciò sarà fin da subito utile capire come si muove ciascuna specie per evitare battaglie indesiderate e letali (a meno che non vogliate “grindare” più di quanto il gioco ciò richieda di suo); il loro range di movimento, sempre fisso, ci metterà spesso di fronte a dei puzzle interni alle location da esplorare.

Nemmeno il sistema di combattimento a turni ha subito moltissime modifiche ed avremo sempre a che fare i nostri 5 membri della squadra: sei slot sono disponibili nello schieramento e la posizione di ciascun individuo sarà fondamentale per i tipi di attacchi sferrabili durante gli scontri. Oltre ad attacco diretto ed abilità, il menù di battaglia ci mette però a disposizione anche una barra di potenziamento che, una volta riempita, permetterà di eseguire degli attacchi Boost di potenza maggiore. I nemici sconfitti, poi, lasceranno cadere spesso degli oggetti, indispensabili per le missioni di crafting, per racimulare qualche monete e, soprattutto, per sbloccare nuovo equipaggiamento.
Più limitato nelle prime battute di gioco, ma comunque presente e fondamentale, sarà ancora una volta la specializzazione dei mebri della nostra gilda. Ad aumentare il livello di personalizzazione ci penserà l’inrserimento di nuovissime pietre, che si generano durante i combattimenti, chiamate Grimoire Stones: queste possono essere poi sintetizzate tra di loro e daranno vita ad abilità e potenziamenti via via più utili ed efficaci.

Fa da HUB del gioco, poi, la Verda Plaza di Etria: questa non è esplorabile liberamente, ma ci offre, sotto forma di menù, l’accesso alla locanda dove riposare, alla taverna, alla base operativa della gilda e al negozia di Shilleka, la giovane commerciante del gioco.

Come accennato nelle prime battute, infine, il titolo si apre, sulla scia di quanto già visto in Fire Emblem Awakening, anche ai neofiti della serie, offrendo dei livelli di difficoltà personalizzabili, tra i quali spicca il livello Pic-Nic: chi non cerca la sfida, ma vuole semplicemente rilassarsi, esplorare e godersi la storia, potrà selezionare questa opzione, eliminando così anche il Game Over e rendendo il gioco decisamente più accessibile.

Tra anime ed effetto 3D 

Etrian Odyssey Untold: The Millenium Girl, fin dal video introduttivo, ci pone di fronte da subito un’importante novità del gioco: le cut-scene in stile anime, con doppiaggio in inglese. Seppur non molto numerosi, questi intermezzi arrivano nei momenti cruciali e portano la necessaria varietà durante le lunghe sessioni di esplorazione. Molto buono anche il character design e la modellazione delle creature presenti nei dungeon. Si attesta su ottimi livelli anche l’effetto 3D, che dona maggiore profondità ad ogni aspetto del titolo, mentre fa da contraltare a questo aspetto positivo un non grandissimo lavoro di differenziazione del paesaggio e dei vari piani dei dungeon.

Eccellente la colonna sonora, sia che si decida di asoltare la versione sinfonica rimasterizzata, sia che si voglia fare un tuffo del passato con quella originale (di Yuzo Koshiro), le musiche del gioco ci farenna compagnia in maniera impeccabile nel corso della nostra lunga avventura. Buono anche il doppiaggio inglese, presente in molti dialoghi principali, non solo nelle cut-scene. Peccato per l’assenza di una localizzazione in italiano, nonché per il mancato inserimento dei sottotitoli in inglese durante le scene d’intermezzo: due carenze queste, che rischiano di tenere alla larga una buona parte del pubblico nostrano.

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Commento finale

Etrian Odyssey Untold: The Millenium Girl non riesce di punto in bianco a diventare un titolo per tutti. Le novità introdotte in questo remake, fanno però sperare che si sia imboccata la giusta strada, decidendo di demandara direttamente al singolo giocatore la scelta dello stile preferito anziché imporre uno stile di gioco canonico La profondità e l’efficacia di un gameplay ormai consolidato, poi, unite ad un comparto tecnico in linea con le aspettative dei giochi top per Nintendo 3DS, fanno del remake Atlus un must have per tutti i possessori di 3DS amanti degli Rpg, ma anche coloro che non si fanno spaventare da un inglese non troppo ostico dovrebbero a nostro avviso fare un pensierino su questo prodotto Bandai Namco. 

Pro Contro 
– Gameplay consolidato e profondo che si apre ai neofiti
– Doppia modalità di gioco
– Ottimo effetto 3D
– Rimane un titolo di nicchia
– Mancata localizzazione in italiano (e assenza di sottotitoli in inglese nelle cutscene) 
  Voto Globale: 90 
 
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