Recensione Monochroma

Inseguendo un aquilone rosso…

Versione testata PC.

Immaginare una società pessima, un mondo in cui i peccati e le brutture della quotidianità sono portate all’estremo, rendendo l’esistenza impossibile a chi vive in queste epoche “ideali”. Questo si intende per distopia. Letteratura e cinema hanno attinto e attingono tuttora a questo genere: basta citare 1984 di George Orwell o Arancia Meccanica (sia il romanzo che il celeberrimo film di Stanley Kubrick) per far capire a tutti di cosa si tratta. O meglio ancora, per rimanere in ambito videoludico, perchè non ricordare Bioshock o Half-Life?

Insomma, il filone distopico è veramente prolifico: riesce a stupirci, a farci inorridire e a farci riflettere, sulla società e sui suoi errori, ma soprattutto sulla fragilità degli equilibri di un mondo tutt’altro che perfetto, pronto ad implodere sotto i colpi delle sue innumerevoli contraddizioni. Così Monochroma, titolo realizzato da Nowhere Studios, ad Instabul, mentre gli sviluppatori nascondevano nella primavera 2013 alcuni manifestentanti durante le sanguinose proteste Gezi, sembrerebbe poter esser in grado di lanciare un forte monito al mondo.

Con molti dei videogiocatori che hanno amato Limbo in trepidante attesa di questo platformer in bianco e nero, si presenta così un’importante occasione per lanciare un messaggio, per far sentire la voce di chi vorrebbe cambiare il mondo.

{media load=media,id=8324,width=700,align=left,display=inline}

Tra alchimia e sviluppo industriale

Siamo nel 1950, eppure ci troviamo di fronte ad una società futuristica: l’azienda Monochroma domina il mercato grazie ai suoi richiestissimi robot domestici, sogno nel cassetto di ogni adulto e bambino. Ma dietro la facciata di benessere che traspare sui manifesti pubblicitari, questi evoluti anni 50 nascondono un lato oscuro che scopriremo ben presto nella nostra avventura. La storia narrata da Nowhere Studios non è, infatti, solo una romantica visione della fratellanza, con il fratello maggiore che si prende cura del fratellino ferito. E’ la storia di un mondo corrotto e grigio, di apparenze e di strane scomparse di bambini.

La nostra avventura prende avvio mentre seguiamo il fratello minore del nostro protagonista attraverso immensi campi di granturco: il piccolo sta facendo volare un aquilone rosso, ma ad un tratto perde la presa e l’aquilone vola via. Cercando di raggiungerlo il bambino si arrimpica sul tetto pericolante di un magazzino, che crolla sotto i suoi piedi. Ferito, tocca a questo punto a noi caricarcelo in spalla e, da bravi fratelli maggiori, cercare una strada per tornare a casa. 

Il concept di gioco è decisamente interessante: attraversando quattro macroaree, ci troveremo di fronte ad una serie ben realizzata di enigmi ambientali da decifrare per proseguire. Bisognerà dunque studiare l’ambiente circostante, trovare zone illuminate dove lasciare nostro fratello, che ha paura del buio, per superare gli ostacoli più alti, attivare questo o quell’interruttore e fare attenzione a non allontanarci troppo o a mettere in pericolo l’incolumità del ragazzino lasciato indietro. Verso la fine della prima zona faremo anche la conoscenza con uno dei nemici che ci accompagnerà nel corso del gioco, ovvero uno Yharma (parola dello slang turco che sta per l’inglese “big guy”): si tratta di un omone incaricato di rapire bambini per qualche strano esperimento, che ci inseguirà a vista. Il tutto è ben accompagnato da uno stile in bianco e nero che ben si adatta alla situazione, con un’unico colore ad evidenziare particolari specifici: il rosso.

Gli enigmi sono sempre studiati a dovere per garantire una curva crescente di difficoltà e non annoiare il giocatore nel corso delle 6 ore dichiarate di gameplay (90 minuti per ciascuna aerea, in cui sono presenti anche alcuni segreti) e ogni ostacolo richiede attenzione e precisione millemetrica nell’eseguire la serie di azioni necessarie a superarlo. A questo punto sorge però un unico, enorme, problema, che mina irrimediabilmente le fondamenta di un titolo che altrimenti avremmo indiscutibilmente adorato: la risposta dei controlli. Che dobbiate superare una scatola di cartone oppure saltare da un ascensore all’altro, vi troverete già nelle prime battute frustrati a causa di una risposta totalmente incoerente dei pochi comandi disponibili.

Attivare interruttori con Ctrl, caricarci in spalla il nostro fratello minore con la barra spaziatrice e, soprattutto, saltare con il tasto w (o freccia in su), vi farà letteralmente impazzire. Cercando di realizzare un gameplay con una fisica realistica negli spostamenti, gli sviluppatori hanno invece finito per creare una serie di movimenti innaturali e impossibili da prevedere per qualsiasi giocatore. Ci siamo trovati spesso bloccati in alcuni ambienti non perchè non riuscivamo a capire come proseguire, bensì perché ci era impossibile muoverci con precisione e tempismo nell’ambiente di gioco. Saltare perfettamente a tempo e vedere il nostro personaggio rimbalzare da una sporgenza all’altra,  o non saltare affatto, per poi morire (costingendoci a tornare al menù principale e ricaricare dal checkpoint), ha messo a dura prova la nostra perseveranza.

Monochroma 2013-06-20 12-49-08-98

Commento finale

Vale la pena, dunque, mettere a repentaglio i nostri muscoli della pugn… muscoli brachio-radiali per superare tutti gli ostacoli platform che ci si pareranno di fronte? Sfortunatamente non possiamo darvi una risposta univoca.

Se avete pazienza da vendere e siete attratti dallo stile grafico inusuale (ma non del tutto originale: l’ispirazione a Limbo è dichiarata dagli stessi sviluppatori), cimentatevi con decisione nell’impresa. Monochroma saprà regalarvi una storia raccontata solo da immagini evocative, grazie ad una sceneggiatura da film muto d’autore carica di sottintesi e critiche al consumismo. Gli effetti sonori vi immergeranno completamente in una climax di drammaticità emotiva che difficilmente può essere raggiunta a parole. Accompagnare i due fratelli, attraverso le curate ambientazioni di gioco verso un finale affatto scontato, sarà per voi una grande soddisfazione e vi lascerà un ottimo ricordo di questa produzione indipendente.

Di contro, ogni indecisione verrà severamente punita: senza una salda volontà sarete a più riprese tentati da altri lidi videoludici, che vi ammalieranno con la promessa di una salvezza eterna garantita dalla drastica riduzione delle vostre imprecazioni. Presi dalla frustrazione, noterete allora svariati cali di framerate e rallentamenti, una fisica balbettante e troverete dannatamente irritante ogni artwork che vi verrà mostrato nel menù principale dopo un immeritato decesso. 

Monochroma è un titolo, insomma, per veri hardcore gamers!

Pro Contro 
– Concept di gioco interessante
– Immagini e suoni dicono più di mille parole
– Enigmi ambientali ben congegnati
– La risposta dei controlli mina dalle fondamenta l’esperienza di gioco ed il convolgimento emotivo
  Voto Globale: 68  
 
{vsig}games/multi/Monochroma/Review{/vsig}

Rispondi

Ultimi Articoli