Recensione Metro Redux

Versione testata: Xbox One.

Fino a pochi anni fa il connubio videogiochi/libri destava non pochi sospetti per chii di entrambe le forme di intrattenimento era quasi a secco. Eppure oggi sempre di più questi due mondi si compenetrano mutuando l’uno dall’altro strumenti d’espressione della creatività. Molti sono i videogiochi ispirati da libri e molti i libri ispirati dai videogiochi. Agli albori del ventunesimo secolo, un giovane Dmitrij Gluchovskij, futuro scrittore e giornalista, era solito rientrare a casa dopo la scuola beneficiando della metro di Mosca, da sempre circondata da miti e leggende. Stiamo parlando di una struttura efficientissima e davvero imponente, ricca di intersezioni e zone inaccessibili, che ben si presta alle teorie più stravaganti sui complotti e su intrighi geopolitici.

Dmitrij approfitta del tempo di rientro a casa per buttare giù la versione acerba di Metro 2033. Al termine della stesura, il testo però viene praticamente rifiutato da qualsiasi editore contattato dal giovane scrittore, che consapevole della bontà del suo lavoro invece di cestinarlo decide di metterlo online gratuitamente. I feedback degli utenti spingono il ragazzo a lanciare un progetto sociale che permetterà alla trama di essere potenziata e corretta, fino a divenire poi un vero e proprio romanzo pubblicato da un editore.

Metro 2033 ha ispirato i ragazzi ucraini di 4A Games che, spinti dalla voglia di sviluppare un gioco profondo e innovativo, e purtroppo da un budget non proprio generoso, si sono gettati, testa e cuore, in un lavoro complesso e coraggioso che alla fine ha però dato i suoi frutti, offrendo al mondo, nel 2010, un FPS con elementi survival horror che da subito ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica. Il successo è stato replicato con Metro: Last Light (2013) che riprende le vicende raccontate nel secondo libro della saga, Metro 2034. Nonostante alcune sbavature tecniche, la critica ha ampiamente premiato  gli sviluppatori, offrendo spunti per alcuni accorgimenti tecnici puntualmente  raccolti nel progetto “Redux”, di cui vi parleremo in questa review .  

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Il nuovo mondo

Sicuramente in tempi di crisi economica e politica come quelli che stiamo vivendo, lo scenario fanta-geopolitico che c’è dietro ai due capitoli di Metro, ovvero quello di una guerra atomica che ha praticamente decimato la popolazione terrestre evidenziandone gli aspetti più oscuri ed egoistici, appare appare oggi meno improbabile che mai. Dimitrij, sebbene attingendo ad un tema forse anche abusato, ha immaginato un mondo in cui l’uomo come noi lo conosciamo, spogliato delle sue certezze, deve riorganizzarsi su un pianeta che gli è oggi ostile. Siamo a Mosca, nell’anno 2033; la breve guerra atomica che ha spazzato via il genere umano e ha portato con sè il temuto inverno atomico,  con il suo carico di freddo e radiazioni, è appena terminata. A questi due temibilli nemici se ne è aggiunto un altro, ancora più spaventoso: l’avvento dei “Tetri” mutanti che, se per alcuni rappresentano solo mostri privi di coscienza, secondo altri rappresenterebbero nient’altro che una evoluzione, abominevole, del genere umano. Al termine del conflitto, i sopravvissuti di Mosca si sono riorganizzati nella metro: ogni stazione rappresenta ora una città viva e indipendente, mentre i canali principali di trasporto fungono da collegamento con le altre. Non tutte le città sono amichevoli così come le persone che vi abitano e nei collegamenti non è raro incontrare i temuti e forti Tetri. Oltre a ciò, a complicare la sopravvivenza è il fatto che numerose zone sono inaccessibili ed in esse abusi, violenza e paura sono all’ordine del giorno. La superficie è letale per chi non è armato di una maschera anti gas e un’arma carica di proiettili, questi usati anche come valuta di scambio. I contatti con il resto del mondo sono perduti e gli strumenti di comunicazione ovviamente non funzionano più. Il mondo immaginato da Dmitrij e poi trasportato in motore grafico dai ragazzi di 4A Games è, nella sua spietatezza, suggestivo e terrificante, ricco di chiaroscuri e quasi impregnato di un temibile monito alle generazioni presenti.

Nei panni del giovane Artyom, appena ventenne ed orfano di padre e madre, inizieremo una semplice missione per poi ritrovarci catapultati in una serie di eventi che ci porteranno, in Last Light, a scoprire la vera natura dei Tetri, delle fazioni nemiche della Metro e la nuova natura dopo la guerra. 

Ritorno in metropolitana

Ritornati nei meandri della tetra metropolitana di Mosca si avvertono le buone intenzioni degli sviluppatori di accentuare i contrasti degli ambienti di gioco, smussare i contorni di tutti gli oggetti a schermo e offrire un panorama ancora più oscuro e drammatico. Le novità sostanziali di questa Redux edition coprono il gameplay e il comparto tecnico, di cui parleremo tra poco. Metro 2033 e Last Light qui, oltre ad avere entrambi la “Ranger” mode – nuove armi e un’intera modalità di gioco presa da uno dei DLC – scambiano a vicenda i rispettivi gameplay permettendo di giocare i titoli affrontando nuove sfide. Nello specifico è possibile scegliere altre due distinte modalità di gioco, una denominata “Spartan” e un’altra “Survival”. La spartan influenza direttamente Metro 2033 e ne attenua le componenti horror: munizioni da centellinare, nemici forti e furbi, tempi di ricarica più lenti, per apportarvi invece maggiore azione che è il cardine di Last Light. Al contrario potremo scegliere la modalità “Survival” per testare Last Light con la struttura più drammatica del predecessore, senza però mai risultare troppo semplice. Per il resto c’è da dire che avremo a disposizione i DLC rilasciati fino ad ora e numerose armi disposte in essi, presenti anche nei giochi standard. Oltre ad aggiungere nuove sequenze quick time, ci sono le cutscene riprese con una videocamera in prima persona distaccata da Artyom, che prima assisteva a determinate scene dall’esterno. 

Next-Gen Metro

In questa edizione il peso maggiore è da attribuire alle modifiche tecniche. Su PC il tutto ha poco senso poiché le novità sono poche e si concentrano quasi tutte per le versioni console. Su Xbox One e PlayStation 4 potremo beneficiare di texture più dettagliate, sistema di illuminazione completamente rivisitato; i modelli dei personaggi di Last Light vanno a sostituire quelli più grezzi di Metro 2033, il quale è il prodotto più influenzato dai cambiamenti. Infatti sono state aggiunte nuove sezioni dove raggiungere la superficie, rimossi alcuni caricamenti e ampliati gli spazi. Il sonoro sembra essere immutato, ma provandolo con un adeguato impianto audio potremo immergerci con terrore nella metro e assaggiarlo nei nostri timpani. Gli sviluppatori hanno preso in parola il consiglio della critica di offrire il primo capitolo della saga con un indice di maturità maggiore e l’esperimento ha funzionato alla grande. 

Commento finale

Metro Redux è un’occasione imperdibile per chi non ha ancora sperimentato il mondo post apocalittico immaginato da Gluchovskij e i 4A games, sviluppatori che sicuramente hanno dimostrato di essere padroni delle risorse finanziarie e della volontà necessaria per sviluppare titoli di spicco. Con un sol colpo c’è la possibilità di giocare a Metro 2033 e Last Light con tutti i DLC, riveduti e corretti. Come detto prima, Last Light offre il suo gameplay “Spartan” a Metro 2033 e viceversa con il gameplay “Survival”. Oltre alle pesanti modifiche tecniche che potrebbero attirare tranquillamente i nuovi potenziali fan della saga, qualche dubbio in più potrebbe nascere per chi ha già acquistato i titoli sulla vecchia generazione.

Xbox One e PlayStation 4 vengono messe sotto torchio e il colpo d’occhio si vede; la versione PC, invece, non risulta essere troppo diversa da quella standard. 

Pro Contro 
– Una collezione completa e appetitosa
– Metro 2033 maturato
– Nuove modalità di gioco
– Nessun contenuto inedito
– Non ispira un secondo acquisto
– Su PC ha poco senso
  Voto Globale: 88 
 
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