Dal Nintendone al 3DS, Termina è ancora in pericolo.
Versione testata 3DS.
In un era di remake e remaster quanto mai discutibili resta ancora la speranza di una produzione fatta come si deve: esente da bug di qualsiasi sorta e capace di garantire un’esperienza unica e godibile senza l’ausilio di patch dal peso ingiustificato e dalla notevole scomodità, soprattutto quando all’acquisto di un titolo in versione fisica ci ritroviamo a dover aspettare un eterno download mirato alla sistemazione di uno o più problemi. Nintendo, e GREZZO nello specifico, rappresentano oggi questa speranza, mentre ci apprestiamo a (ri)scoprire la trasposizione su piccolo schermo di uno degli episodi di The Legend of Zelda più strani e perversi mai creati dalla geniale mente di Eiji Aonuma e Shigeru Miyamoto. Un mondo in cui, nell’arco di tre giorni, dovremo salvare il mondo dalla fine!
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Maledetto Skull Kid!
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D è la nuova edizione dell’acclamato titolo originariamente uscito su Nintendo 64, ben quindici anni fa. La storia è ambientata poco dopo gli avvenimenti di The Legend of Zelda: Ocarina of Time e per la prima volta nella storia del franchise si vide lo stesso Link protagonista di due capitoli differenti, il primo ambientato nella terra di Hyrule ed il secondo, questo per l’appunto, ambientato in un nuovo mondo inseplorato: Termina. “Cosa ci fa Link in questa nuova terra?” questa è la domanda che probabilmente vi state ponendo (o vi siete posti nel 2000): ebbene, è alla ricerca di una sua cara amica scomparsa e, caso vuole, che ancora una volta vestirà i panni dell’eroe.
Come qualsiasi capitolo della serie The Legend of Zelda, anche Majora’s Mask ci mette di fronte ad una fantastica avventura nei panni di Link in cui potremo sfruttare diverse tipologie di oggetti ed accessori per districarci tra le più complicate situazioni: puzzle, enigmi e dungeon possono essere risolti solo mettendo a dura prova il nostro ingegno. In più, nuovi poteri sono pronti per noi: non solo l’ocarina, ma anche le maschere sono indispensabili per proseguire tra i labirinti creati da Nintendo.
Ma cosa cambia realmente rispetto al passato? La maschera di Majora, proprio come Ocarina of Time nel 2011, arriva infatti su Nintendo 3DS con non pochi anni sulle spalle. Non può essere quindi il solo effetto 3D (tra l’altro magnifico su New Nintendo 3DS) a tirare avanti la carretta: come si presenta il nuovo vestito di questo glorioso videogioco?
Innanzitutto la principale differenza risiede nell’hardware che lo ospita: sono ormai passati quasi 15 anni dall’uscita dell’originale su Nintendo 64 e la tecnologia ha fatto passi da gigante garantendo piene funzionalità e potenza anche a piccole macchine portatili come il 3DS. Abbiamo così un nuovo comparto grafico completamente ristrutturato, texture migliorate, modelli con più poligoni ed un sistema d’illuminazione completamente rivisitato, che stravolge non solo le tonalità cromatiche degli scenari, ma anche l’intera resa visiva di un titolo che nonostante l’atmosfera dark riesce sempre ad affrore una stratosferica palette cromatica. Non va poi dimenticato il frame rate, finalmente stabile a 60fps.
L’effetto 3D, poi, è davvero qualcosa capace di stravolgere interamente la nostra esperienza di gioco permettendoci una totale immersione anche nelle posizioni più fantasiose grazie allo stabilizzatore della nuova console.
Utilizzo dei sensori di movimento, mappa sul secondo schermo, inventario accessibile rapidamente, il Taccuino Bomber e tutte le altre novità, saranno trattate successivamente.
Commento finaleDopo una ancora superficiale prova, The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D sembra proprio fare fede alle premesse fatte. Grazie al Nintendo64 sappiamo già cosa aspettarci nel prosieguo dell’avventura, ma la nuova edizione portatile pare in grado di farci rivivere le stesse emozioni di quindici anni fa, garantendoci al tempo stesso una ventata d’aria fresca per merito delle nuove scelte grafiche e di controllo.
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Pro | Contro |
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– Alto tasso di rigiocabilità per merito delle diverse scelte effettuabili
– Longevità oltre ogni limite per merito delle numerose quest secondarie
– Difficoltà ben equilibrata
– Hardware sfruttato a dovere |
– Sistema di gioco a tratti complicato: sarà in grado di farsi capire da tutti?
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