Recensione Raven's Cry

Un gioco problematico sin dalla fase di sviluppo.

Versione testata: PC.

Quando si parla di videogiochi, è inutile girarci attorno: ci sono quelli ben riusciti e quelli che, forse, nemmeno dovrebbero esistere. La colpa, in questo caso, sta nello sviluppatore che si prende la briga di realizzare qualcosa “tanto per fare” e senza dar retta ai giocatori, dando vita a quello che si rivela poi essere un gioco pieno di problemi di ogni sorta, con tutto ciò che questo comporta. Nel caso specifico di Raven’s Cry, però, la situazione è diversa: il progetto ha incontrato svariati ostacoli durante la strada, fra i quali continui rinvii e l’abbandono del progetto stesso da parte del primo sviluppatore, Octane Games. A seguito di ciò, lo sviluppo del titolo è passato in mano ai ragazzi di Reality Pump Studios che, probabilmente, hanno portato sulla via sbagliata un’idea molto interessante. Il gioco, oltretutto, non sarà più disponibile per XBOX 360 e XBOX One come previsto e debutterà il 30 Marzo su PS3 e PS4. Quello che vogliamo dire è che siamo quasi certi che ciò che voleva realizzare Octane Games non è paragonabile a quanto sviluppato da Reality Pump Studios, e lo capirete leggendo la nostra recensione.

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I pirati non perdonano.

Alla fine del 1700, una famiglia scozzese decide di partire per il Nuovo Mondo per sfuggire alla carestia, ma durante il viaggio in mare la loro nave viene assaltata da pericolosi pirati senza pietà che non risparmiano nessuno, seminando solamente morte. L’unico superstite dell’attacco sarà Christopher Raven, che diventerà anch’esso uno spietato pirata assetato di vendetta, la cui anima non si placherà finché non avrà trovato e ucciso coloro che hanno massacrato la sua famiglia anni addietro.

La trama non è male, visto che è una delle poche a metterci di fronte a ciò che erano veramente i pirati e a proporci il loro reale stile di vita, fra continue battaglie in mare per ottenere merci e provviste, risse nelle taverne e quant’altro. La storia, inoltre, si snoda attraverso svariate quest secondarie che permettono di essere affrontate in diversi modi e di conoscere differenti personaggi, spesso utili anche a noi stessi. Fra la missione principale, gli obiettivi secondari, l’esplorazione e le scorribande in mare, la longevità del gioco è sicuramente buona anche se, come leggerete fra poco, ci saranno altri fattori a renderlo “frustrante”.

Fra alti e bassi… si salva poco.

Come un pirata non perdona, anche noi dobbiamo essere “duri” e oggettivi verso ciò che abbiamo modo di giocare. Anche cercando di essere un po’ permissivi, Raven’s Cry propone un gameplay diviso fra alti e bassi e senza equilibrio fra i due, ma andiamo con calma.

Partendo da ciò che di buono abbiamo incontrato, possiamo dire che le battaglie navali sono molto fedeli a ciò che erano a quei tempi (sono presenti anche gli abbordaggi) e sono abbastanza buone. La presenza di munizioni porta i giocatori a studiare bene il momento in cui sparare alle navi nemiche, poiché ben presto potremmo ritrovarci a secco dovendo, così, abbandonare l’attacco rischiando, oltretutto, di essere affondati. Non potremo comportarci, pertanto, come in altri giochi del genere in cui le nostre palle di cannone sono infinite, ma qui saremo costretti, man mano, a rifornirci non solo di provviste per il sostentamento della ciurma durante i nostri viaggi, ma anche di munizioni per le armi a bordo. A proposito di ciò, ne avremo a disposizione tre diversi tipi: palle di cannone, catene e grappoli, ognuna con un danno differente e adatta al punto che vogliamo colpire della nave avversaria, che si distruggerà più o meno precisamente in base a dove mireremo. Oltretutto, la stessa mira non sarà automatica, ma dovremo calcolare l’inclinazione dei cannoni basandoci sulla lontananza dal bersaglio prima di fare fuoco o faremo letteralmente dei buchi nell’acqua. La nostra ciurma potrà essere pian piano allargata arruolando anche importanti membri che ci porteranno alcuni benefici durante le nostre battaglie.

Durante il gioco, avremo a che fare con diverse compagnie, nel senso che i nostri rapporti con altre Nazioni verranno influenzati dal modo in cui ci porremo con loro. La nostra reputazione con la Spagna, ad esempio, tenderà sempre ad essere negativa visti gli avvenimenti passati e presenti, ma potremo guadagnarci la fiducia della Francia per godere di alcuni vantaggi. Raven salirà di livello in base all’esperienza guadagnata completando le missioni e, in seguito a ciò, avremo ovviamente accesso ad un albero delle abilità volte non solamente al protagonista, ma anche al miglioramento del nostro galeone, tra cui il danno delle armi, la quantità trasportabile di merci e quant’altro. Potremo, inoltre, acquistare navi più resistenti e capienti nel corso dell’avventura.

La mappa di gioco è molto ampia considerando che potremo esplorare il mare e le svariate isole presenti. Ognuna di queste avrà diverse mercanzie e risorse a disposizione, ovvero potremo acquistare determinate merci così come venderne altre a prezzi differenti. Se non amiamo passare molto tempo navigando da un terra all’altra non dovremo preoccuparci, poiché sarà possibile servirsi del viaggio veloce, che richiederà comunque un certo numero di Reales (la moneta del gioco) e razioni per sfamare la ciurma in base a quanti giorni passeremo effettivamente in mare. E’ abbastanza confuso, in alcuni casi, capire quale sia esattamente il nostro obiettivo sulla mappa e certe volte manca del tutto il segnale.

Detto questo, da qui in avanti passeremo in rassegna gli aspetti negativi del titolo che vanno a rovinare un’esperienza che, diversamente, sarebbe stata ottima. La prima, grande pecca è il sistema di combattimento, davvero mal calibrato e mal realizzato. Il ritmo è decisamente lento, con la totale assenza di particolari attacchi da parte nostra, una sistema di parata impreciso e nemici che preferiscono prenderle che darle, salvo poi vendicarsi quando sono in gruppo e muniti di armi da fuoco (anche se la situazione non migliora di molto). Fastidioso è sicuramente il fatto che i bersagli non rimangano “nel nostro mirino”, nel senso che se stiamo combattendo contro una guardia, non potremo indietreggiare mantenendo la visuale verso di lui, ma il nostro personaggio si volterà proprio di spalle, eliminando del tutto quel poco di ritmo che c’era nei combattimenti. Lasciamo stare gli effetti sonori durante i duelli, che sono praticamente assenti e non suscitano alcuna emozione nemmeno con qualche verso da parte dei combattenti. Per quanto concerne il gameplay, questa è la parte negativa, ma basta e avanza per dare già una bel colpo all’esperienza di gioco e manca ancora la parte tecnica, che condanna definitivamente Raven’s Cry.

ravens cry screen

Tecnicamente da rifare.

Sarà molto crudo da dire, ma è proprio così: il lavoro svolto da Reality Pump Studios sul lato tecnico è da svogliati. Per quanto riguarda il comparto grafico, le ambientazioni e i modelli sono, nel
complesso, dettagliati e regalano un’atmosfera perfetta, anche se sono presenti svariati bug e problemi di compenetrazione poligonale ed è assente, almeno su PC, il vertical sync, che potrebbe rendere leggermente fastidiosa l’esperienza di gioco in alcuni casi. Non si può certo parlare allo stesso modo per le animazioni facciali, che sono davvero poco convincenti e molto spesso non differiscono se un personaggio parla con calma o in modo adirato.

I video di intermezzo sono di scarsa qualità e soffrono di rallentamenti, ma una nota di merito va senza dubbio all’interpretazione delle scene da parte dei doppiatori, che si sono calati molto bene nelle parti a loro affidate e trasmettono le diverse emozioni. E’ completamente da dimenticare il comparto audio invece, nel quale si salva solamente la colonna sonora, che non è male ma non vanta di certo pezzi indimenticabili. Gli effetti sonori spesso sono totalmente assenti così come la voce dei personaggi durante i dialoghi, che si ritrovano a muovere la bocca senza che esca una singola lettera. La musica, oltretutto, è troppo alta in alcuni frangenti e costringe il giocatore un po’ più esigente ad abbassarla drasticamente. Altra nota negativa sono le lingue di gioco disponibili, ovvero inglese e tedesco ed entrambe anche con alcuni errori di battitura nei sottotitoli. Ultimo, grave problema sono i crash casuali: mentre state giocando, è possibile che il gioco si blocchi e siate costretti a riavviare il PC poiché non ripartirà normalmente.

Commento finale

Raven’s Cry avrebbe potuto distinguersi fra la massa e coprirsi del titolo di miglior RPG piratesco, ma purtroppo non è stato così. Più che il gameplay, che nell’insieme non è malaccio anche se pecca abbastanza, è la parte tecnica che non riesce proprio a mostrare qualcosa di positivo se non per le ambientazioni ben ricreate. Ciò che sicuramente ha influito sul progetto è stato il cambio di sviluppatore: le idee molto buone di Octane Games sono state completamente stravolte, in senso negativo, dai ragazzi di Reality Pump Studios, che non hanno saputo sfruttare al meglio ciò che avevano a disposizione e rovinando, di conseguenza, un gioco dalle enormi potenzialità. Purtroppo non raggiunge la sufficienza, ma speriamo vivamente che con pesanti patch possa migliorare i gravi problemi da cui è afflitto e, magari, diventare ciò che avrebbe potuto essere.

Pro Contro 
– Ottime ambientazioni e atmosfera
– Battaglie navali apprezzabili
– Doppiaggio inglese ottimo
– Dialoghi spesso senza voce
– Solo inglese e tedesco come lingue disponibili
– Sistema di combattimento davvero mal realizzato
– Crash del gioco
– Espressioni del volto quasi inesistenti
– Obiettivi a volte confusi
  Voto Globale: 55 
 
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