Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
Versione testata Wii U.
L’attesa è stata lunga ma finalmente abbiamo potuto provare il playset che tutti avremmo voluto trovare nello starter pack del terzo capitolo di Disney Infinity, ovvero Rise against the Empire. Insieme contro l’Impero – questo il titolo nella localizzazione italiana – è infatti il mondo di gioco dedicato alla trilogia originale di Star Wars, quella più amata.
Disponibile da qualche settimana al prezzo di 34,90€, il pacchetto include le statuette di Luke Skywalker e della principessa Leila, oltre ad una miniatura della Morte Nera indispensabile per accedere ai nuovi livelli. Sì, purtroppo è trasparente come nelle immagini pubblicitarie. Ma facciamocene una ragione e andiamo avanti, perché questo playset ha veramente tanto da dire!
Trilogia Bignami
Partiamo subito con una nota dolente prima di passare agli aspetti positivi. Insieme contro l’Impero non ci racconta tutto quello che è avvenuto nei film: sarebbe stato impensabile in un titolo di questo tipo. Studio Gobo, il team che ha lavorato al playset, ha dovuto per forza di cosa operare delle scelte. Indispensabili forse, ma non sempre condivisibili. Anche perché quanto è presente talvolta non è del tutto fedele al materiale originale. Non che il gioco stravolga completamente la storia o inventi episodi dal nulla, però ci saremmo aspettati qualcosa di più sotto questo aspetto. La trama del gioco finisce così per essere un grande riassunto dei film, anzi sarebbe più corretto definirla una raccolta di highlights poiché il tessuto narrativo non è sempre ben collegato. Anche alcune scelte registiche sono state fuori luogo: le cut-scene dedicate a momenti cardine del film non vengono supportate da un’introduzione adeguata e perdono così gran parte del loro pathos. Persino il primo incontro tra Luke e Lord Fener sembra una chiaccherata al parco tra due sconosciuti: “Hey, hai mica da accendere” “No, mi dispiace. Non fumo”. Ovviamente il contenuto del dialogo non è questo. L’atmosfera, invece, ci si avvicina molto.
Fortunatamente la parte giocata è di tutt’altro spessore. La struttura in tre macrocapitoli permette di passare dalle lande desolate di Tatooine alle foreste di Endor, passando per il paesaggio artico di Hoth, senza dei veri e propri punti morti. Missioni secondarie e principali sono ben integrate e offrono un discreto ventaglio di attività: ci si muove tra incarichi di ricerca e di raccolta, gare e scontri a fuoco nello spazio. La battaglia contro gli AT-AT delle forze imperiali è forse uno dei momenti più divertenti da giocare, con molteplici approcci possibili per abbattere i Quattropodi. Anche l’attacco alla Morte Nera è molto appagante e offre sufficienti stimoli ad essere rigiocato: in frenetiche sequenze dove il nostro controllo sulla navicella è limitato, dobbiamo infatti sparare, schivare gli ostacoli ed eludere gli attacchi nemici, spesso contemporaneamente. Al termine della sequenza ci viene poi assegnato un punteggio in base alla nostra abilità. Poiché è praticamente impossibile fallire, questo semplice espediente può stuzzicare i giocatori più esigenti che vogliono portare a termine tutte le missioni alla perfezione. Peccato che, come gli obiettivi bonus, questo sistema non sia implementato in ogni missione.
Qualche criticità si nota poi nella gestione degli indicatori dei punti d’interesse, non sempre intuitivi, e nell’uso della telecamera esterna durante l’utilizzo dei mezzi volanti. Se per veicoli di terra e animali la visuale è indicutibilmente comoda, quando si pilota uno Snoowspeeder o un caccia TIE diventa più complicato gestire direzione e mira (un po’ come accade in Star Wars Battlefront, se avete avuto modo di provare la beta, ndr). Nulla a cui non ci si possa abituare, ma la semplicità dei controlli e della mappa dovrebbero rappresentare le fondamenta di quello che, sulla carta, è ancora un gioco rivolto ai più giovani.
Terminata la campagna principale, che difficilmente occuperà più di un paio di pomeriggi, emerge con maggiore efficacia la natura sandbox del playset, che permette di esplorare i tre pianeti e di personalizzare in parte le strutture presenti acquistando nuovi edifici e mezzi dal droide K-3PO. Gli scenari dei pianeti non sono particolarmente vasti, ma sono ben riprodotti e nascondono diverse aree segrete. Vi si possono trovare i gettoni per lo sblocco degli altri personaggi, gli ologrammi e altri collezionabili per ottenere bozzetti e giocattoli bonus per la Scatola dei Giochi.
Il comparto tecnico è in linea con quanto visto ne Il crepuscolo della Repubblica e nel playset di Inside Out: caricamenti molto lunghi in avvio e quando si passa da un capitolo all’altro; grafica curata e buon utilizzo degli effetti. Durante gli scontri nello spazio c’è un interessante utilizzo di effetti particellari e sembrano essere stati risolti i problemi di sincronizzazione audio che affliggevano il gioco nelle prime settimane dopo il lancio. Abbiamo notato qualche difficoltà nella gestione dello split-screen, che comporta un’immagine decisamente più sporca rispetto alle partite in singolo. Ottimo il comparto audio, che sfrutta le musiche e i gli effetti sonori originali della trilogia.
Commento finaleDisney Infinity 3.0 Star Wars: Rise against the Empire è probabilmente uno dei tre migliori playset che abbiamo provato finora. Divertente, vario e davvero piacevole da giocare, il nuovo mondo sviluppato da Studio Gobo rischia però di non soddisfare pienamente i giocatori: troppo complesso per un bambino, troppo leggero dal punto di vista narrativo per i fan di Star Wars. Ci sono tante scene indimenticabili dei film che è un piacere giocare, ma alla fine rimane la sensazione che manchi qualcosa di molto importante. |
Pro | Contro |
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– Buon ritmo di gioco
– Gameplay variegato e divertente
– Tanti mezzi a disposizione
– Tutti i personaggi Star Wars sono giocabili
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– Regia priva di pathos
– Visuale esterna problematica nelle sezioni di volo
– Non è chiaro il target di riferimento
– Split-screen non perfetto
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Voto Globale: 80 |