Nate per piacere.
Skullcandy è un marchio relativamente giovane, almeno per il mercato italiano. Il suo DNA, trasgressivo e ribelle, è probabilmente il frutto di una certa permeabilità dell’azienda alle tendenze e alle atmosfere della città di Park City, nello stato dello Utah, sede della società appunto ma, a testimonianza di quanto dicevo prima, anche location di uno dei più importanti festival del cinema indipendente, il “Sundance Film Festival”. Il carattere del marchio è chiaramente avvertibile nel design di tutte le sue cuffie, oramai divenute anche accessorio di moda tra i giovani delle capitali europee più alla moda come Madrid dove, in occasione di un recente viaggio, mi è capitato più volte di vederle indossare a skaters e giovani dal look curatissimo. Rispetto alle Beats di Apple però, Skullcandy continua a prestare una certa attenzione al portafoglio offrendo soluzioni di buona qualità ad un prezzo accessibile.
Le cuffie Hesh 2 versione wired oggetto di questa prova sono la versione 2.0 di uno dei prodotti più noti della compagnia, da pochissimo peraltro disponibile anche in versione wireless. La confezione, piuttosto spartana, mette ben in mostra il design della cuffia, dominato dai due grandi padiglioni circumaurali in memory foam rivestiti in pelle sintentica e dalla curvatura piuttosto pronunciata. La nostra versione, completamente in bianco, è solo una della tante combinazioni di colore possibili: dal nero al verde, passando per il viola, il blu, le serigrafie delle principali squadre di baseball americano o di calcio, come il Barcellona e ancora decine di combinazioni (per farvi un’idea vi basterà cercare su Amazon). Proprio la grande varietà di colori disponibili, probabilmente la più grande che ci sia mai capitata di vedere per questo tipo di prodotto, è indice dell’estrema attenzione della compagnia verso l’estetica del prodotto, destinato ad essere, come dicevamo, oltre che strumento di utilità, anche accessorio alla moda.
La versione provata è quella con cavo jack da 3.5 mm rimovibile e con microfono e comandi in linea che consentono di gestire le chiamate, regolare il volume e controllare la musica. Completa la dotazione un comodo sacchetto nero per il trasporto.
Le cuffie sono piuttosto compatte (18,5 cm L x 17 cm H) ma purtroppo non è possibile piegare i due padiglioni verso l’archetto all’interno della cuffia, cosa che avrebbe di certo favorito la trasportabilità. Il peso è contenuto e questo, unitamente alle imbotittutre in memory foam molto morbide e ad una presa non eccessiva sulle tempie, favorisce il confort di ascolto che ho trovato molto buono anche per chi, come il sottoscritto, indossa gli occhiali. Le cuffie sono costruite in plastica lucida di media qualità che, pur non conferendo un aspetto premium, appare sufficientemente resistente e non dà luogo a strani scricchiolii. L’archetto, sul quale è inciso il logo Skullcandy, è rivestito in gomma dello stesso colore della cuffia ma non è dotato di un cuscinetto nella parte a contatto con la testa e questo, per alcuni, potrebbe costituire un problema. Nel mio caso invece, tale assenza non ha comportato alcun problema di comfort.
La novità più rilevante rispetto al precedente modello Hesh, riguarda la resa sonora. Le cuffie dispongono di un driver da 50mm al neodimio con risposta tra i 20hz e i 20Khz, con una equalizzazione bilanciata ma in grado di aggiungere anche una certa nota di calore, molto piacevole, alla musica ascoltata. Si tratta comunque di cuffie più tendenti alla neutralità e la nota di calore di cui parlavamo prima serve solo ad attenuare uno dei difetti principali della musica compressa ovvero l’assetticità e l’inespressività. Alla prova d’ascolto le frequenze più basse della gamma sonora risultano sufficientemente potenti e precise, senza distorsioni anche a volumi piuttosto sostenuti, grazie ad una buona sensibilità di 105db. Anche la gamma media e alta viene riprodotta molto bene: le voci come quella di Eva Cassidy in “Somewhere over the Rainbow” sono sempre chiare e cristalline, senza distorsioni ai volumi più alti. La cuffia però da il meglio di sè con brani R&B come “Bonnie and Clide” di Jay-z e Beyoncè (in grado di mettere in difficoltà anche le cuffie più blasonate) o Hip Hop come “Flashing Lights” di Kanye West, con la sua intro fatta di bassi profondissimi. La combinazione di una buona gamma media e alta con bassi profondi e precisi, senza le esagerazioni di alcuni prodotti nella stessa fascia di prezzo, la rendono perfetta anche per brani come “Jubel” di Klinkande e altra musica elettronica, o per brani come “Heroes” dell’indimenticabile David Bowie.
Qualche perplessità in più con la musica classica e jazz nella quale, nonostante non sia avvertibile alcuna distorsione, l’equalizzazione tende a sporcare un po’ troppo la resa sonora.
La presenza del microfono in linea rende le Hesh 2 perfette per l’utilizzo in mobilità, collegate al vostro smartphone. Durante le conversazioni il microfono si comporta piuttosto bene riproducendo un audio chiaro e molto poco influenzato da rumori di fondo, mentre le conversazioni in cuffia risultano sempre chiare e le voci cristalline.
Commento finaleLe cuffie HESH 2 sono un acquisto decisamente consigliato per coloro che sono alla ricerca di cuffie con una buona resa nei bassi e con una eccellente gamma media e alta, ma hanno tra le proprie priorità anche l’estetica e il prezzo invitante (le Hesh 2 sono offerte in media intorno ai 50 euro). L’equalizzazione “calda” che va a correggere proprio la classica debolezza del formato MP3, le rende adatte soprattutto a chi fa largo uso di “musica liquida” compressa ed in particolare Pop, Rock, HipHop e R&B, ovvero proprio quell’utenza, anche attenta al look, a cui la casa americana intende rivolgersi. |
Pro | Contro |
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– Design moderno
– Ottima qualità audio
– Prezzo davvero contenuto |
– Qualità delle plastiche non eccezionale
– Assenza di un cuscinetto sotto l’archetto
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Voto Globale: 82 |