Sarete in grado di resistere alla paura?
Versione testata PC.
Darkest Dungeon è il primo progetto nato dalle geniali menti dello studio di sviluppo indipendente Red Hook Games; da prima approdato su Kickstarter – dove ha raggiunto con successo il finanziamento – e poi approdato su Steam Early Access per un anno più che abbondante, il titolo è finalmente disponibile all’acquisto sulla piattaforma digitale di Valve al costo di €19,99.
Con uno stile di gioco Roguelike ed i tipici elementi dei Giochi di Ruolo, Darkest Dungeon sarà in grado di trasportavi nel suo fantastico mondo fatto di buio, paura e bestie terrificanti; diffidate da ciò che credete e preparatevi ad essere abbracciati da un mondo di gioco bidimensionale tutt’altro che scontato.
Sono tutti eroi
Uno degli aspetti fondamentali di Darkest Dungeon è quello riguardante i personaggi a nostra disposizione; contrariamente, infatti, a qualsiasi altro esponente del genere (o quasi), non verremo limitati ad un numero ben specifico di personaggi, ma ne avremo a disposizione quanti più ne vogliamo con l’unica limitazione di poterne portare con noi al massimo 4 per ogni volta che decideremo di avventurarci all’interno di una delle cinque zone di gioco che ci vengono proposte.
La fase di reclutamento avverà all’interno dell’hub di gioco, navigabile tramite mouse, che altro non è che una cittadina contornata da varie attività; dirigendoci alla taverna ci sarà possibile consultare la lista degli eroi a nostra disposizione e valutarne, eventualmente, l’inserimento all’interno del roster, senza costo alcuno. I vari personaggi si diversificheranno, oltre che per la loro classe, anche per i tratti specifici che contribuiranno a definirne le statistiche finali o le eventuali situazioni in cui saranno in grado di ottenere bonus o malus.
Questi tratti specifici potranno essere “curati” presso la clinica, pagando un caro prezzo in monete, nella stessa clinica sarà inoltre possibile curare le eventuali malattie contratte durante le fasi esplorative. A giocare un ruolo importantissimo all’interno del titolo sarà inoltre lo stress, in grado di capovolgere le sorti di uno scontro importante oppure di decretare la morte di uno dei nostri personaggi che, ricordiamo, in qualsiasi modo avvenga è permanente.
Lo stress aumenterà ogni qual volta subiremo un colpo critico, quando ci troveremo per periodi di tempo prolungati nell’oscurità, essendo vittime di trappole oppure a causa di attacchi specifici avversari che più che prendere di mira i nostri punti vita, prenderanno di mira la nostra sanità mentale. Lo stress sarà monitorabile per merito di una barretta simile a quella dell’energia ed avrà un valore che spazia da 0 a 200; la prima crisi da stress avverrà al raggiungimento di 100 punti, a questo punto il nostro eroe potrà impazzire oppure sfruttare l’occasione per diventare un inguaribile ottimista, al raggiungimento dei 200 punti ci sarà il rischio di infarto, a questo punto il nostro personaggio, così come negli altri casi, potrebbe morire.
Una volta raggiunto l’obiettivo all’interno di un dungeon, ci sarà possibile ritornare alla cittadina; lo stress dei nostri personaggi, tuttavia, non verrà automaticamente curato e dovremo spendere le nostre monete per permettere loro di rilassarsi tramite la preghiera, ubriacandosi, giocando d’azzardo oppure passando una notte di divertimento in compagnia di uomini o donne.
Da curatore a guerriero, tutte le classiche tipologie di combattente sono presenti all’interno del gioco ed ognuno di loro svolge un ruolo ben specifico quando inserito all’interno di una squadra di 4 personaggi. Pensare di avventurarsi senza portare con se un chierico, infatti, potrebbe rivelarsi essere una mossa azzardata, così come comporre una squadra in grado di attaccare esclusivamente i nemici che si trovano in prima linea o, viceversa, che siano in grado di attaccare solamente quando vi si trovano.
Dal punto di vista tattico Darkest Dungeon riesce a dare il meglio di se, mettendo a dura prova non solo le abilità specifiche dei nostri eroi, ma anche le nostre durante la composizione della squadra più adatta ad affrontare le determinate tipologie di dungeon che ci verranno poste contro.
A nostro favore la possibilità di poter potenziare il nostro equipaggiamento e di poter scegliere, di volta in volta, le abilità che i nostri personaggi saranno in grado di utilizzare all’interno dei dungeon. Due strutture specifiche, infatti, ci permetteranno queste azioni in cambio, come al solito, delle nostre preziose monete d’oro.
Banale la componente esplorativa del titolo, che ci permetterà di muoverci esclusivamente orizzontalmente all’interno degli scenari proposti, proponendoci poi di tanto in tanto delle alternative che potrebbero donarci immense ricchezze oppure rivelarsi delle trappole ben studiate. Essenziale e ben studiato l’elemento dell’oscurità all’interno dei dungeon; come già spiegato prima, infatti, restare al buio provocherà nei nostri eroi un senso di terrore, aumentando il loro stress, sarà dunque essenziale, durante i preparativi per la partenza, fare buona scorta di torce, in modo da non restare mai senza luce.
Nel corso delle nostre sessioni di gioco abbiamo visto morire molti dei nostri eroi, alcuni dei quali si erano guadagnati la nostra simpatia ed il nostro affetto, eppure non abbiamo deciso di demordere nelle circa 50 ore di gioco necessarie al completamento del titolo. Darkest Dungeon è molto punitivo e metterà a dura prova la nostra volontà, ed è questo uno dei suoi punti forti: la capacità di demoralizzarci dopo la morte di uno dei personaggi a cui tenevamo di più, o addirittura del nostro intero party.
In un certo senso, Darkest Dungeon sembra quasi Dark Souls; morire fa parte dell’intera avventura e pur se ci trovassimo a morire in situazioni stupide oppure nel momento in cui avevamo raggiunto la vetta del nostro successo, ciò non vuol dire dover gettare la spugna, anzi, è la possibilità per un nuovo inizio.
Bidimensionalità
Il comparto grafico di Darkest Dungeon non è in grado di regalarci alcuna emozione, è stata riposta particolare cura nella realizzazione degli ambienti bidimensionali che ci ritroveremo ad esplorare, ma finisce tutto qui. Eccetto che per le buone animazioni durante le fasi di battaglia, Darkest Dungeon non è in grado di sfoggiare alcuna prodezza tecnica, ma va bene così; il titolo, infatti, non ha bisogno di un comparto grafico di prim’ordine per poter essere giocato e vissuto. Nonostante i pochi dettagli a nostra disposizione, infatti, non ci sarà difficile mettere in moto l’immaginazione e fantasticare noi stessi sull’effettiva mostruosità dei nemici o dei luoghi che ci troveremo ad affrontare.
Ben curato il comparto sonoro, con una colonna sonora che ci terrà compagnia in tutte le nostre fasi di gioco e degli effetti sonori in grado di permetterci una perfetta immersione negli scenari proposti.
Commento finale Darkest Dungeon è la prima bella sorpresa del 2016. Gli amanti dei Giochi di Ruolo, ed in particolare dei Roguelike, non possono perdersi questo incredibile appuntamento con l’oscurità. Con una fase di sviluppo longeva e travagliata, il titolo è finalmente riuscito a raggiungere la sua forma finale, di cui siamo più che soddisfatti. Decine le ore di gioco necessarie al completamento del titolo, che vanta dungeon generati proceduralmente ed un sistema di gioco che non lascia spazio agli errori. Carente il comparto tecnico, che però non grava assolutamente sul livello qualitativo dell’intera produzione, che resta di altissimo livello. Se non siete giocatori PC, non temete, il titolo arriverà successivamente anche su PlayStation 4 e PlayStation Vita! |
Pro | Contro |
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– Rapporto qualità/prezzo
– Longevo ed indimenticabile
– Meccaniche di gioco profonde e ben studiate
– Permadeath dei personaggi…
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– … per alcuni, però, potrebbe essere un contro
– Assenza della localizzazione in italiano
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Voto Globale: 85 |