A volte ritornano.
«C’è una scena ne “Il colore dei soldi” dove Tom Cruise si presenta in una sala biliardo con una stecca da biliardo personalizzata dentro ad una valigia. “Che cosa hai lì dentro?” chiede qualcuno. “Doom” spiega Cruise sogghignando: questa frase, e la successiva facile vittoria nel film, era paragonabile a noi che presentavamo il gioco contro produttori ben più titolati».
Così esordisce John Carmack, allora sviluppatore bandiera della id Software, dopo la pubblicazione del primo DOOM nel 1993, gioco che è stato il punto di partenza per la rivoluzione degli FPS come oggi li conosciamo, e che ancora oggi è apprezzato e ricordato con estremo piacere da tutti gli “old” gamers.
Il reboot presentato all’E3 di Los Angeles nel 2015 e che ha scatenato la follia collettiva del pubblico è un titolo tributo ai predecessori ed incarna in sé tutte le qualità che da sempre sono state marchio di fabbrica della serie.
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Preparatevi all’inferno
«La trama in un videogioco è come la trama in un film porno, ti aspetti che ci sia ma non è così importante».
Altra celebre frase di John Carmack che si spiega praticamente da sola. E’ giusto specificare che si sa ancora poco della storyline di questo titolo, ma si pensa proprio che non si discosti poi così tanto dalla trama di fondo della serie: nei panni dell’iconico DOOM Marine, ci risveglieremo scoprendo che la struttura della Union Aerospace Corporation su Marte è stata devastata e invasa da orde di demoni, e di conseguenza la sopravvivenza della razza umana è ora nelle nostre mani.
Trama apparentemente lineare e semplice che fa da contorno ad un gameplay infarcito di velocità, estrema violenza e fiumi di proiettili e sangue per la felicità dei fan di vecchia data. Il gameplay di DOOM non dà un attimo di respiro al giocatore, in quanto dietro ogni angolo, alla fine di ogni stretto corridoio, al centro di una grande stanza ed in un qualsiasi momento saremo continuamente assaltati da orde infinite di demoni pronti ad essere riempiti di piombo e poi trucidati da spettacolari, quanto mai cruente finisher corpo a corpo, che varieranno dal tipo di arma utilizzata e dagli elementi di scenario che avremo intorno.
L’arsenale a disposizione è pressoché immenso ed estremamente vario: dai classici fucili a canne mozze alle mitragliatrici al plasma fino ad arrivare ad una motosega per tagliare letteralmente in due tutto quello che ci si para davanti, e tutte comodamente selezionabili dalla ormai classica meccanica della ruota delle armi.
Imp, HellKnight, Mancubus e CyberDemon, il bestiario (o forse “demonario”) di DOOM non fa che richiamare la genesi della serie con qualche piccola evoluzione tecnologica, e la varietà dei nemici proposti livello per livello è regolata in modo tale da non fare tediare il giocatore sempre con gli stessi demoni.
Altra novità estremamente interessante è la modalità SnapMap: si tratta sostanzialmente di un editor di mappe disponibile per tutte le piattaforme che permetterà di creare livelli estremamente complessi e articolati e curare ogni singolo dettaglio di ogni stanza, per poi rigiocarli sia in modalità single player che in multiplayer.
Multiplayer
Dalle insanguinate strutture dell’UAC su Marte alle profondità fiammeggianti degli inferi, la modalità multigiocatore di DOOM ci porterà a esplorare 9 luoghi incredibilmente diversi. Sebbene tutte le mappe multigiocatore siano differenti, hanno tutte in comune alcuni tratti: primo, dovremo restare in costante movimento per sopravvivere, poiché ogni mappa è studiata per mantenere un ritmo veloce e brutale. Secondo, queste arene di combattimento multi-livello sono disseminate di pericoli e piene di oggetti che possono rovesciare le sorti della battaglia in pochi istanti. Tutte le mappe, inoltre, nascondono dei segreti da scoprire, ma sono costruite in modo tale da evitare nascondigli o punti per cecchini. Alcune, infine, includono teletrasporti a una o due vie utilizzabili sia dagli umani sia dai demoni.
Ecco l’elenco completo delle mappe multigiocatore disponibili alla pubblicazione di DOOM:
Scavo: Un avamposto minerario dell’UAC di medie dimensioni.
Infernale: Una mappa ambientata negli inferi di medie dimensioni, con elementi interni ed esterni.
Baratro: Questa vasta mappa ci porterà nelle profondità dei poli ghiacciati di Marte.
Smaltimento: Questa piccola mappa è ambientata in una struttura di smaltimento rifiuti per i complessi di ricerca e residenziali dell’UAC.
Helix: In questo luogo vengono svolti sperimenti sui demoni e sullo sviluppo di armamenti avanzati.
Perdizione: Incoerente e sadica, questa antica arena risuona dei gemiti delle sfortunate anime che sono perite nel suo regno.
Sacrilegio: Ambientata in una frattura degli inferi, questa mappa offre ampie linee di tiro.
Altoforno: Una struttura industriale dell’UAC con scintillanti sale da lordare con il sangue degli umani (e dei demoni).
Sottosuolo: Prima di essere incanalate verso la Terra, le energie infernali vengono raccolte in questa caverna simmetrica.
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Commento finaleDOOM è l’esempio più lampante che il passato del mondo dei videogiochi non è stato dimenticato, anzi: il vecchio detto ‘old… but gold’ per molte case sviluppatrici, e in questo caso la id Software, è diventato quasi un marchio di fabbrica, riscuotendo sempre più spesso grandi successi. In DOOM il perfetto mix tra estrema violenza e velocità rendono il titolo un arcade shooter spettacolare, che accorderà sia i fan di vecchia data che i nuovi gamer che approdano per la prima volta al titolo della serie. |
Aspettative | Perplessità |
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– Estremamente violento e spettacolare
– Multiplayer interessante
– Ottimo level design
– Editor di mappe decisamente curato |
– Comparto tecnico non rivoluzionario
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