Un’ultima, entusiasmante avventura.
Versione testata: PlayStation 4.
C’è un tempo in cui qualsiasi saga videoludica che si rispetti deve volgere a un termine, e questo accade quando con un nuovo capitolo si rischierebbe di tirare troppo la corda e cadere nella ripetitività o nella superficialità. Certo, ci sono software house che preferiscono continuare a proporre la solita minestra riscaldata da quasi un decennio ormai, ma fortunatamente esistono ancora degli Sviluppatori (la S maiuscola è voluta) che hanno le palle di dire “basta, abbiamo tirato fuori il meglio da questa serie, è arrivato il momento di chiuderla dedicandoci a qualcosa di nuovo”. E siamo onesti: si contano sulle dita delle mani quelli che hanno il coraggio di farlo. E’ vero, voltare pagina e lavorare ad una nuova IP quando si ha un successo enorme sulle spalle può risultare molto difficile e altrettanto rischioso, ma spesso è la strada migliore da prendere.
In questa ristretta cerchia di Sviluppatori c’è anche Naughty Dog, che finora non ha mai deluso le aspettative dei fan e ha sempre saputo proporre storie originali e di alto livello. Con il primo capitolo di Uncharted pubblicato nel 2007, lo studio di Santa Monica ha segnato la nascita di una delle migliori serie videoludiche mai realizzate. Ora, nel 2016, questa saga di impressionante successo è arrivata al capolinea con Uncharted 4: Fine di un Ladro, una chiusura definitiva del franchise che è stata accolta con grande dispiacere da parte dei fan e dallo sviluppatore stesso ma che, probabilmente, è stata la scelta migliore per finire in bellezza. Ovviamente, mettere in discussione l’operato di Naughty Dog sarebbe quasi da folli vista la qualità di ogni suo titolo e già immaginavo che tutte le aspettative dei giocatori per questo capitolo conclusivo sarebbero state ampiamente soddisfatte.
Ebbene, non sono qui solo per elogiare l’ultima avventura di Nathan Drake senza argomentazioni valide, quindi posso dare inizio alla mia (indubbiamente positiva) recensione.
Pro deus quod licentia
L’incipit della trama di Uncharted 4 rimane quello tradizionale dei predecessori, con Nathan e la sua combriccola sempre alla ricerca di tesori, antichi luoghi e verità celate. In questo capitolo, l’obiettivo della storica compagnia sarà la ricerca di Libertalia, una leggendaria colonia fondata alla fine del Seicento, e del tesoro del pirata Henry Avery. Rispetto ai capitoli precedenti, però, la storia inizia e si evolve in modo differente servendosi di pochi ma brillanti e interessanti colpi di scena che, inevitabilmente, trasmettono la voglia di proseguire per scoprire ciò che accade.
Attraverso un lungo prologo, infatti, Naughty Dog fa entrare egregiamente in scena il nuovo personaggio cardine di questa avventura, tale Samuel Drake, fratello maggiore di Nate. Ed è proprio attorno a questa figura che ruota l’intera storia, che non si riduce ad essere l’ennesimo viaggio del nostro cacciatore di tesori preferito ma che, anzi, ci mette di fronte ad una produzione più sobria, senza la presenza di strane creature o magia varia.
Prendendomela con calma ed esplorando le ambientazioni alla ricerca dei tanti collezionabili presenti, ho impiegato circa 15 ore per portare a termine il gioco. Una durata decisamente ottima considerati gli standard odierni, e devo inoltre ammettere di non avere mai provato un senso di noia o di ripetitività. Questo non perché ci siano continuamente fasi di gioco ricche di azione, ma per il lavoro magistrale svolto da Naughty Dog: non è raro durante l’avventura passare una buona mezz’oretta solamente a scalare antiche rovine e pareti rocciose o a guidare una jeep in mezzo al Madagascar, senza che ci sia nulla a movimentare particolarmente la scena. Nonostante questa apparente piattezza, non ci si rende conto di queste fasi “povere”: che siano la bellezza delle ambientazioni, la vastità di alcune aree liberamente esplorabili oppure la possibilità di raggiungere determinati luoghi passando per vie alternative, l’unica certezza che ho è che lo sviluppatore californiano ha saputo plasmare a modo questi momenti di modo da non farli risultare monotoni. Chapeau.
Digna factis recipimus
Il gameplay di questo quarto capitolo è rimasto praticamente invariato rispetto ai suoi predecessori, e per quanto mi riguarda meglio così, di modo da non cambiare troppo le carte in tavola snaturando la vera essenza di Uncharted che si è affermata negli anni. Ovviamente, Naughty Dog ha apportato alcune migliorie e modifiche sotto diversi aspetti: il sistema di combattimento corpo a corpo, ad esempio, risulta essere più dinamico e vario, sebbene non sia possibile contrattaccare in modo diretto ma occorra “attendere” delle specifiche prese da parte dei nemici. Il rampino, invece, debutta in questo episodio ed è un elemento del gameplay che svolge un ruolo fondamentale durante le nostre scalate e scorribande. Anche le ambientazioni sono molto più curate e dispongono di maggiori elementi distruttibili in modo realistico (merito del nuovo hardware di PlayStation 4, certo), che durante le sparatorie costringono a cambiare spesso riparo per evitare di lasciarci le penne.
Devo dire che l’Intelligenza Artificiale degli avversari e dei nostri compagni di viaggio è decisamente appagante. Nella mia prima run, ho selezionato la difficoltà Media e spesso mi sono ritrovato a valutare bene le mie azioni durante i combattimenti, poiché i nemici cercano di raggirarci o stanarci a suon di granate. Lo stesso vale per i nostri partner di avventura, che non sono lì per far figura ma sanno come darci una mano.
Ma ciò che ho apprezzato particolarmente è come lo sviluppatore, in un certo senso, abbia voluto lasciare ai giocatori una libertà di scelta nell’approccio ai vari combattimenti. Questo significa che la maggior parte delle volte non siamo costretti ad affrontare i gruppi di nemici ad armi spiegate, ma possiamo anche contare su una solida componente stealth che permette di passare inosservati intere aree. Non possono mancare ovviamente gli enigmi, distribuiti in modo equilibrato per tutta la durata dell’avventura e impegnativi al punto giusto, senza mai risultare frustranti o impossibili da risolvere. Molto gradevoli inoltre gli easter eggs presenti nel gioco e i bonus che vengono sbloccati terminata la storia.
Infine, per gli amanti della competizione è presente anche il multiplayer online, che offre tre modalità di gioco principali (Deathmatch a squadre, Saccheggio e Controllo) e 8 mappe differenti. E’ poi possibile giocare la modalità Prove, nella quale dobbiamo cooperare con altri utenti per eliminare tutti i nemici in una serie di prove, appunto, di difficoltà crescente. Come sempre, possiamo personalizzare i nostri personaggi dai vestiti all’equipaggiamento e sbloccare nuovi contenuti spendendo denaro ottenibile vincendo le partite o completando le sfide giornaliere. Il multiplayer, di per sé, sa come tenere impegnati coloro che hanno portato a termine l’avventura; oltretutto, nei prossimi mesi verranno rilasciati numerosi aggiornamenti gratuiti che non faranno altro, quindi, che espandere l’esperienza online.
Sic parvis magna
Non essendoci una traduzione canonica di questa frase, la intenderò come “Così dalle piccole cose nascono le grandi”, e penso che non ci sia motto migliore di quello di Sir Francis Drake per descrivere il mastodontico lavoro di Naughty Dog rimanendo in tema, soprattutto nel comparto tecnico di Uncharted 4 che raggiunge livelli mai visti prima su PlayStation 4. Alcuni di voi penseranno “Beh, c’è anche The Order: 1886 che non scherza”, ma stiamo parlando di due titoli tanto simili tecnicamente quanto diversi in tutto il resto. Il gioco-film di Ready at Dawn è stato realizzato volontariamente con uno stile cinematografico e lineare per mostrare la potenza dell’ultima console di Sony sacrificando, in un certo senso, gran parte del gameplay vero e proprio. Uncharted 4, invece, è un titolo vasto e longevo creato come videogioco, e di conseguenza deve soddisfare le esigenze della maggior parte dei giocatori.
Commento finale
Uncharted 4: Fine di un Ladro è l’epica conclusione di una delle serie videoludiche migliori di sempre, con Naughty Dog che sale ad un livello ancora superiore con quest’ultimo capitolo. Un comparto tecnico impeccabile, un gameplay vario e mai ripetitivo ed una storia fresca e sobria lo rendono un titolo immancabile per tutti i fan; e coloro che, magari, si avvicinano per la prima volta alla saga avranno più di una ragione per recuperare anche la Nathan Drake Collection e giocarsi tutti i precedenti capitoli. Insomma, taglio corto: Uncharted 4 è un capolavoro di cui tutti i possessori di PlayStation 4 dovrebbero andare fieri. E grazie ancora per averci regalato questa splendida quadrilogia, Naughty Dog!
- - L'epica conclusione di una delle migliori serie videoludiche mai realizzate
- - Comparto tecnico impeccabile
- - Longevo ed entusiasmante
- - Storia di alto livello
- - Gameplay vario ed appagante
- - Nate, Elena e Sully ci mancheranno tantissimo!