Breaking Bad, le vie del cambiamento

Il lato “nascosto” della serie.

Prima di cominciare, è opportuno fare alcune premesse.

Quella di Breaking Bad è una storia che può essere semplice o complessa, a seconda del modo in cui la si guarda. In questo articolo (ringrazio veramente molto la redazione per avermi dato la possibilità di scriverlo), troverete la mia chiave di lettura di questa serie, plasmata dopo aver visto l’intera serie per ben 9 volte. Ci tengo a precisare che questo non significa che sia l’unico modo di interpretare e comprendere la serie: il bello sta proprio nel fatto che ognuno la vive a modo proprio. Nel caso non abbiate ancora visto tutte e cinque le stagioni, evitate di proseguire nella lettura, poiché l’articolo contiene enormi spoiler sulla trama. Se invece vi sentite sicuri sotto questo punto di vista e abbiate già visionato l’intera serie, spero che apprezzerete quanto state per leggere.

Cos’è realmente Breaking Bad?

Almeno una volta nella vostra vita avrete sentito parlare o nominare Breaking Bad. Molti sicuramente avranno visto tutte e cinque le stagioni di questa serie TV, e per chi non lo sapesse, il principale motivo di questa sua popolarità è dovuto alla mostruosa qualità ed al suo perfetto ecosistema di rapporti tra i personaggi, pregio che la rende una delle migliori (se non la migliore) serie televisive di sempre. La morale di questa storia può risultare chiara da comprendere, ma vi posso assicurare che non lo è: Vince Gilligan, ideatore della serie, ha infatti volutamente inserito riferimenti e simboli che richiamano molto più della “semplice” natura materialista dei personaggi. Credetemi sulla parola quando vi dico che in Breaking Bad NULLA è lasciato al caso: dalle espressioni facciali dei personaggi  ai rapporti di odio e amore che si susseguono durante tutto l’arco narrativo, i silenzi e le frasi fino addirittura alla gamma di colori dei vestiti dei protagonisti (non è uno scherzo). Breaking Bad è una storia di involuzione e la si può vedere con più chiavi di lettura. Quella che vi riporto oggi riguarda la parte meno esplicita della serie trattando gli avvenimenti che più hanno scosso Walt, quindi non ci saranno troppi riferimenti alla storia poiché l’articolo rischierebbe di diventare veramente lungo. 

before and afterL’uomo che diventò un demone

Come accennato prima, Vince Gilligan ha volontariamente inserito situazioni molto indicative per comprendere la reale storia dei cambiamenti, posizionando questi “ripetitori” sotto forma di frasi veramente potenti e assolute, frasi che descrivono la trasformazione di ogni personaggio. La sfida per gli spettatori sta nel coglierle. Questi suddetti “ripetitori” sono posti in modo del tutto strategico nelle puntate al fine di esaltarne il significato, e sono espressioni come “I am awake” del primo episodio, “Stay out of my territory” dell’episodio 10 della seconda stagione, la famosa frase “I am the one who knocks” o la più significativa (almeno secondo me) “I’m in the empire business”. Queste sono solo alcune delle frasi pronunciate da Walt che in qualche modo cercano di rompere la quarta parete, facendo trasparire la “morale della favola”.

A mio parere, la serie trova la sua perfetta incarnazione nel suo protagonista, Walter Hartwell White: sotto certi punti di vista, Walt È Breaking Bad, senza di lui non esisterebbe nulla o, comunque, la serie non sarebbe così memorabile, in quanto verrebbe privata dell’involuzione del suo protagonista. Le espressioni, gli sguardi ed i silenzi sono parte integrante di questo ecosistema, facendoci percepire realmente le emozioni provate dai personaggi: disagio, gioia, rabbia, insensibilità, vita e morte. Tutto questo in Breaking Bad viene posto sullo stesso piano degli avvenimenti “materiali”, mettendo a rischio la digeribilità del prodotto stesso ma accentuadone la qualità in modo esponenziale, offrendoci una delle storie più significative che si siano mai viste. Lo stesso Hideo Kojima, dopo aver visto la serie, inserì in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain parte di quel messaggio di cambiamento.

Ci sono varie teorie riguardo l’involuzione di Walter White: alcuni credono che sia sempre esistita la sua parte oscura, altri invece immaginano che il protagonista diventi a tutti gli effetti una persona diversa ad ogni evento. Personalmente, penso che siano entrambe teorie molto valide, ma forse la verità risiede nell’unione delle due ipotesi: il “vero Walter” latente potrebbe essere come lo vediamo nella seconda stagione, ovvero la perfetta fusione tra una personalità fredda e meccanica ed una impulsiva e sentimentalista. Nel corso della stessa stagione, Walter cambierà la propria essenza interiore, abbracciando una terza personalità originatasi alla fine della prima: Heisenberg. Inizialmente, Heisenberg non è altro che uno pseudonimo del tutto alieno alla propria reale personalità, tuttavia dopo che sua moglie Skyler lo caccia di casa, Walt perde fiducia in sé stesso e negli altri, masticando la sue due precendeti personalità ormai solo e privo di qualunque scopo nella vita. Oltre a ciò, Walter dovrà fronteggiare Gustavo Fring, apparente alleato che si rivelerà essere la sua nemesi; il protagonista si vede perciò costretto a rimpiazzare le due precedenti personalità calpestate da sua moglie, costruendo sulle fondamenta di queste due volontà (il Walt all’inizio della prima stagione e il Walt della seconda stagione) una terza volontà, appunto Heisenberg, latente o parzialmente formata prima di questi avvenimenti.

La trasformazione cambia realmente il protagonista, instillando in lui una preoccupante sicurezza (o inconsapevolezza) ed insensibilità al fine di ottenere ciò a cui ambisce: che sia uccidere a sangue freddo un innocente, avvelenare un bambino per pura strategia o posizionare una bomba in una casa di riposo, Walt non si rende conto di cosa stia effettivamente facendo, come se fosse un bambino. Dopo un’agoniata discesa, riesce poi ad uccidere il suo temuto rivale Gus Fring, facendo esplodere in tutto e per tutto la volontà di Heisenberg che trasforma Walter in un demone privo di sensibilità e riguardi. La sua freddezza o, meglio, quella di Heisenberg lo condurrà verso una via di dolore, finendo col tradirsi con le sue stesse mani a causa della sua sicurezza, conducendo suo cognato Hank alla morte nella puntata “Ozymandias”. Questa puntata rappresenta lo sgretolamento dell’impero costruito da Walt, la costrizione a fuggire dalla propria famiglia e dalla polizia, perdendo ogni cosa.

Breaking BadFe Li Na

Quale miglior sottotitolo se non “felina”, titolo del finale di serie? Felina rappresenta in pieno Breaking Bad a mio parere, nascondendo dei significati in ogni suo secondo, dall’inizio alla fine, persino, appunto, nello stesso titolo: Fe (ferro), elemento presente nel sangue, che simboleggia proprio il sangue versato da ogni personaggio della serie; Li (litio), uno dei principali elementi sfruttati per la sintetizzazione della metanfetamina nonché una delle “entità” più presenti nella serie, portatrice di disgrazie e ricchezze. Infine Na (sodio), che rappresenta le lacrime, il dolore, la gioia e i pentimenti.

A modo suo, questo titolo rappresenta l’intera serie TV in tutte le sue sfaccettature ed il susseguirsi di sentimenti, belli e brutti, felici e tristi; il continuo scorrimento di sangue e la pressione derivata da ciò; la metanfetamina, fonte di ricchezza, di potere e di ingordigia che porterà tutto ad una fine. Questo è Breaking Bad: sofferenza nel vedere dei personaggi a cui si è affezionati piangere, provare dolore, rabbia, tristezza, ma anche felicià, senso di soddisfazione, potere e prendere in mano le redini della propria vita. Breaking Bad significa VIVERE, accettando ogni sfumatura della vita stessa e comprendendone ogni svolta voluta ed inaspettata. 

Come di consueto nei miei articoli, ringrazio tutti voi per avermi dedicato il vostro tempo nel leggere queste mie opinioni in merito a questa grande opera, che mi auguro entrerà a pieno diritto nella Hall of Fame della cinematografia.

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