Recensione Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration

L’amatissima Lara Croft festeggia i 20 anni di carriera.

Versione testata: PlayStation 4.

A distanza di quasi un anno dal lancio come esclusiva temporanea XBOX One, la nuova avventura di Lara Croft, sequel di Tomb Raider uscito nel 2013, è pronta a sbarcare anche su PlayStation 4. In occasione del ventesimo anniversario dell’archeologa più famosa ed amata di tutti i tempi, Crystal Dynamics e Square Enix portano sull’ammiraglia di Sony Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration, titolo che include il gioco originale e tutti i DLC rilasciati finora.

Era il lontano 1996 quando sulla prima PlayStation debuttò una Lara Croft dalle forme poligonali, ancora ignara del fatto che avrebbe dato origine ad una delle saghe videoludiche più longeve di sempre. Con il passare degli anni, la sexy archeologa si è migliorata sempre di più proponendo un fisico statuario e formoso soprattutto per quanto riguarda il suo lato A, che probabilmente ha raggiunto il suo picco massimo nel 2008 con Tomb Raider: Underworld. Difficile trovare un’avventura deludente dell’archeologa inglese, in quanto le antiche leggende e i fatti su cui è basato ogni singolo capitolo hanno sempre regalato trame interessanti ricche di mistero e cultura, che indubbiamente hanno stuzzicato la curiosità dei fan.

Dopo oltre 15 anni dall’esordio della serie, Crystal Dynamics ha deciso di mettere un punto alla figura dell’eroina coraggiosa e abile con centinaia di viaggi ed imprese alle spalle, rilanciandola invece in una veste tutta nuova e fresca. Dal 2013, perciò, si ha un reboot della saga, dove una giovane, bellissima ed inesperta Lara agli albori della sua carriera deve fare i conti anche con il concetto di sopravvivenza, tra paure e debolezze di un’avventuriera novizia.

Ed eccoci qui a celebrare il ventennale di questa meravigliosa, indimenticabile e leggendaria icona del mondo videoludico, che meritava un breve omaggio prima di dare inizio alla nostra recensione ex novo di Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration.

{media load=media,id=11389,width=853,align=center,display=inline}

Il dono dell’immortalità

Rise of the Tomb Raider comincia in modo secco e in puro stile “Croftiano”, con una Lara intenta a scalare una impervia montagna siberiana nel bel mezzo di una gelida tempesta di neve insieme ad un suo fedele accompagnatore. Superata la fase iniziale, verremo catapultati nel passato grazie ad un flashback che ci permetterà di comprendere il motivo per cui la nostra archeologa si trovi in quel luogo inospitale: l’obiettivo, questa volta, è la ricerca della fonte dell’immortalità, la cui esistenza è stata più volte dimostrata dagli studi del padre di Lara. La sua allettante scoperta, però, lo ha inevitabilmente portato alla morte e ha suscitato l’interesse di una ostile organizzazione che si fa chiamare Ordine della Trinità, il cui unico scopo è trovare il luogo in cui è custodito il manufatto dell’immortalità e sfruttarlo per meri fini militari, con tutto ciò che comporterebbe se questo potere cadesse in mani sbagliate. Lara intende indagare su ciò che ha provocato la scomparsa di suo padre per mostrare al mondo la veridicità dei suoi studi, ma il suo viaggio in Siberia verrà ostacolato proprio dalla Trinità, che non ha intenzione di ritirarsi e sarà pronta a tutto pur di ottenere la vita eterna.

Una trama che chi ha giocato il titolo su XBOX One o PC già conosce, fatta di alti e bassi narrativi in quanto tende scemare leggermente dopo la prima metà del gioco, ma comunque in grado di intrattenere il giocatore fino al termine dell’avventura, che richiede circa 15 ore per essere completata. La durata della storia principale, inoltre, subisce un notevole incremento se si punta a completare il gioco al 100%: i centinaia di collezionabili nascosti nelle varie ambientazioni e le diverse sfide disponibili portano la longevità a lievitare facilmente, arrivando a sfiorare le 25 ore di gioco totali.

Lara è più in forma che mai

Dato il grande successo delle meccaniche di gioco introdotte con il reboot del 2013, Crystal Dynamics ha deciso di migliorarle ulteriormente e riproporle in questo sequel, con un mix di azione e avventura equilibrato e ancora più marcato rispetto al predecessore.

Sin dalle prime fasi di gioco si può notare il ritorno dei QTE (Quick Time Events), che ci accompagneranno per tutta la durata dell’avventura e richiederanno al giocatore un costante livello di attenzione ed una buona reattività per evitare di lasciarci la pelle. La fase esplorativa gioca ancora una volta un ruolo importante, non solo per quanto concerne la ricerca di collezionabili, ma anche per ottenere risorse utili a fabbricare e potenziare armi, attrezzature e altri oggetti: cacciando gli animali selvatici, ad esempio, è possibile ricavare diversi tipi di pelle per creare dei borselli utili a trasportare munizioni extra. Ancora, raccogliendo pezzi di legno e piume di uccello è possibile fabbricare delle frecce, mentre raccogliendo specifici materiali o componenti si possono potenziare le svariate armi presenti (dagli archi alle pistole, fino ai fucili) e la stessa piccozza che usiamo per scalare, in modo da renderla fatale nei combattimenti corpo a corpo.

rise of the tomb raider v1 466352Salendo di livello, inoltre, è possibile spendere i punti ottenuti per sbloccare e migliorare le abilità di Lara, che sono divise nei rami combattimento, caccia e sopravvivenza, ognuno con specifiche caratteristiche tra cui scegliere. Proseguendo nel gioco, completando missioni facoltative o semplicemente tramite i DLC scaricabili (tutti contenuti nella 20 Year Celebration), poi, si possono ottenere degli outfit alternativi, alcuni dei quali vantano particolari caratteristiche (maggiore resistenza al fuoco, ai danni…) di cui potrà beneficiare la Croft.

Altro elemento che non poteva mancare sono gli enigmi, ben posizionati nel corso dell’avventura e realizzati in modo da non risultare troppo complicati. Alcuni, dobbiamo dirlo, sanno farsi valere e risultano abbastanza elaborati, perciò la loro risoluzione potrebbe non essere immediata; nulla che però porti all’esasperazione e alla conseguenza di essere bloccati, poiché nella maggior parte dei casi basta osservare bene l’ambiente circostante. A rendere omaggio allo spirito avventuriero dell’archeologa più amata di sempre, poi, ci pensano le tombe opzionali: dopo averle completate superando ostacoli e risolvendo enigmi, verremo ricompensati con componenti per armi o abilità uniche diversamente non acquisibili. Traducendo le iscrizioni e raccogliendo i documenti nascosti nelle varie aree, inoltre, incrementeremo le competenze linguistiche di Lara, utili a decifrare monoliti e quant’altro che ci mostreranno la posizione dei collezionabili sulla mappa.

Il sistema di combattimento risulta essere vario e molto buono, con la possibilità di affrontare i nemici ad armi spianate oppure furtivamente servendosi dei micidiali archi del gioco. In particolar modo alle difficoltà più elevate, c’è da dire che i soldati sanno il fatto loro e metteranno alla prova le nostre abilità, tra danni e resistenza maggiorati oltre ad una buona Intelligenza Artificiale. Per gli amanti delle sfide dure, infine, debutta con questa versione la nuova difficoltà “Sopravvivenza Estrema”, che fra le opzioni che la caratterizzano vanta anche i salvataggi disponibili solamente negli accampamenti.

Rispetto al capitolo precedente, è totalmente assente una modalità competitiva online, che invece lascia spazio al nuovo menu Spedizioni, che permette di rigiocare i capitoli o avviare diverse modalità personalizzabili attraverso le carte che si possono ottenere durante l’avventura o spendendo i crediti guadagnati dalle sfide. Queste carte, sicuramente una delle più grandi novità di Rise of the Tomb Raider, fungono da modificatori dell’esperienza di gioco e, a seconda dei bonus o dei malus che offrono, permettono di ottenere più o meno punti in una determinata modalità. Ad esempio, cominciare con un’arma già totalmente potenziata facilita il tutto, perciò verrà tolta una certa percentuale di punteggio; al contrario, iniziare senza avere a disposizione alcun tipo di munizioni con sé si tradurrà in un maggiore punteggio. Con questa modalità, insomma, i giocatori possono provare qualcosa di diverso e mettersi alla prova in nuove ed interessanti sfide.

Un ventennale ricco di contenuti

Se quanto abbiamo scritto sopra potrebbe risultare “superfluo” per coloro che hanno già giocato Rise of the Tomb Raider (ma non per chi si avvicina per la prima volta), ora passiamo alle vere novità che caratterizzano la 20 Year Celebration. Questa versione, come accennato ad inizio recensione, include tutti i DLC rilasciati finora e introduce succose novità che vanno ad innalzare vertiginosamente la già ottima longevità del titolo. Tutti i contenuti in questione sono scaricabili anche per i possessori del titolo originale su XBOX One e PC, gratuitamente se si possiede il Season Pass.

Innanzitutto, sin dal primo avvio del gioco sono disponibili i vari pack aggiuntivi rilasciati, che portano con sé decine di pacchetti di carte da aprire ad armi e costumi esclusivi equipaggiabili immediatamente recandosi ad un qualsiasi accampamento. Saranno inoltre apprezzatissime dai fan le skin classiche, fra cui quella del primo Tomb Raider con una Lara “tutta poligoni e niente curve”.

Il DLC “Baba Jaga: Il Tempio della Strega” introduce una nuova quest con tanto di short story che richiede circa 3-4 ore di gioco per essere completata nella sua totalità, collezionabili e sfide compresi.

rise of the tomb raider ps4 screenshot 03La modalità Stoicismo innalza il grado di realismo e di difficoltà del gioco, in quanto punta tutto sul concetto di sopravvivenza nella sua essenza più pura: oltre ad esplorare i vari ambienti alla ricerca di diverse reliquie, Lara dovrà tenere costantemente sotto controllo diversi parametri vitali come la fame e il freddo per sopravvivere nelle lande desolate della Siberia. Gli elementi fondamentali di questa modalità, pertanto, sono la caccia e il recupero delle varie risorse utili a rimanere in vita il più a lungo possibile. La faccenda si fa ancora più interessante grazie alla possibilità di giocare in cooperativa con un amico, sostenendosi a vicenda nella lotta contro il freddo e le ostilità siberiane. Inutile dire che gli amanti di questo genere di esperienza passeranno ore e ore in questa modalità, cercando di scalare le classifiche battendo i punteggi degli altri giocatori.

Il DLC “Il Risveglio della Fredda Oscurità” vede Lara catapultata all’interno di una ex base di ricerca sulle armi sovietica in cui le tossine hanno dato origine ad un’epidemia che ha infettato l’area circostante. L’obiettivo è quello di riportare la situazione alla normalità esplorando l’ambiente e facendosi strada fra enigmi e ondate di infetti, in una modalità che, purtroppo, termina in massimo 2 ore (a seconda del vostro stile di gioco). Si presenta vagamente come un mix fra la classica modalità Zombi di Black Ops e The Last of Us per quanto concerne gli infetti, che come i clicker non possono vederci ma possono udire ogni minimo rumore, e qui sta il succo del successo nella missione. Ovviamente, dovremo sfruttare l’ambientazione circostante per recuperare risorse utili alla fabbricazione di armi e munizioni.

Decisamente più interessante, invece, è la “modalità” Maniero Croft, che esordisce nella 20 Year Celebration e permette di accedere ai DLC “Legami di Sangue” e “Incubo di Lara”.

rise of the tomb raider blood ties gamescom shot 2Legami di Sangue ci permetterà di esplorare l’enorme tenuta di Lara alla ricerca di prove che dimostrino che lei è l’erede diretta della dimora, o il maniero e tutti i segreti del padre finiranno in mano allo zio che ne ha rivendicato la proprietà. Una storia indubbiamente intrigante soprattutto perché torneremo a visitare la villa dei Croft come facevamo nei primi capitoli (peccato non ci sia il maggiordomo). Incubo di Lara, invece, ci porterà nuovamente all’interno del maniero, ma il nostro obiettivo sarà quello di resistere alle ondate di non morti servendoci di tutto ciò che avremo a disposizione e, al contempo, cercando di porre fine a questo incubo, appunto.

Queste due inedite modalità porteranno via parecchio tempo, e sommando alla campagna principale tutti i contenuti aggiuntivi disponibili si superano brillantemente le 50 ore di gioco totali, regalando una longevità mai vista prima nella serie e decisamente al di sopra degli standard del genere.

L’ultimo appunto va giustamente fatto alla vera esclusiva di Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration su PlayStation 4: sulla console di Sony, infatti, il gioco vanta il pieno supporto al PlayStation VR per il capitolo “Legami di Sangue”, offrendo ai giocatori un’esperienza totalmente nuova.
Insomma, se siete fan della serie e ancora non avete acquistato l’ultimo capitolo, questa è l’occasione per farlo, soprattutto perché al prezzo del gioco originale è possibile portarsi a casa anche tutti i DLC.

Ahhh, la Siberia…

Terra desolata, perennemente innevata e animata da gelidi venti, la Siberia è il luogo in cui è ambientata la maggior parte della produzione, salvo una breve gita in quel della calda Siria all’inizio della nostra avventura.

Graficamente, il titolo non perde il suo fascino su PlayStation 4 ed è in grado di regalare fantastiche ambientazioni e animazioni facciali impeccabili, con un livello di dettaglio più che buono data la vastità di alcune aree. Certo, i limiti delle console si vedono, e non è raro imbattersi in qualche piccolo problema di rendering o notare un evidente limite dell’antialiasing , ma nel complesso siamo di fronte ad un ottimo lavoro sotto l’aspetto grafico che assicura uno stabilissimo frame rate a 30 fps a risoluzione 1080p.

Anche sul lato del comparto audio siamo ad ottimi livelli, con effetti ben riprodotti, colonna sonora perfetta e doppiaggio in italiano molto ben realizzato e all’altezza delle situazioni proposte.

Commento finale

Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration è l’esperienza definitiva per l’ultimo capitolo della serie che non deve mancare nella libreria dei fan (e non solo). Completo di ogni DLC rilasciato finora, questa versione include anche due nuovi contenuti che ci portano nell’immenso maniero dei Croft, facendoci rivivere in qualche modo il passato quando nei primi capitoli potevamo scorrazzare nella villa. La longevità è elevatissima grazie alla quantità di contenuti presenti, Lara è sempre stupenda e il gameplay è stato ulteriormente migliorato rispetto al reboot del 2013: cosa si può volere di più? Se avete atteso l’arrivo di Rise of the Tomb Raider su PS4, questa è una ghiotta occasione da non lasciarsi assolutamente scappare!

Pro Contro 
– Trama interessante…
– Longevità elevata
– L’esperienza definitiva completa di tutti i DLC
– Lara è sempre Lara, e rimane affascinante anche dopo 20 anni di carriera
– … ma che tende a perdere un po’ dopo la prima metà di gioco
  Voto Globale: 90 
 
{vsig}games/multi/RiseoftheTombRaider/RecensionePS4/Gallery{/vsig}



PRO


CONTRO

Simone Rinaldi
Simone Rinaldi
Meglio conosciuto come "Ping" per gli amici e online, gioco dall'ormai lontano 2000. Cresciuto a pane e videogiochi a partire dalla prima PlayStation, nel tempo ho esteso i miei interessi anche all'ambito della tecnologia in generale, scoprendo un certo feeling con l'hardware PC. Le mie grandi passioni si sono poi trasformate in qualcosa di più concreto con l'entrata in 4News, grazie a cui ho avuto modo di vedere il mondo videoludico-tecnologico da una nuova prospettiva ed affrontarlo in modo più serio e professionale.

Rispondi

Ultimi Articoli

Related articles