Pipistrelli in manicomio.
Versione testata PlayStation 4.
Contrariamente a quanto tutto il mondo si aspettava, questa volta TellTale sta andando a tutta birra, presentandoci un nuovo episodio della sua nuova serie targata DC Comics quasi ogni mese. L’ultima volta non era andata tanto bene con Minecraft Story Mode, ogni nuova puntata della sceneggiatura veniva praticamente concessa dopo sessanta giorni, ma pare che i pianificatori del team abbiano imparato la lezione. Tanto che, dopo il quarto capitolo che vi raccontiamo oggi, l’ultimo è atteso per il prossimo mese di Dicembre: in contemporanea con l’apertura della nuova attesissima terza stagione di The Walking Dead. E no, la qualità della produzione non soffre affatto dei rilasci ravvicinati, semmai ne guadagna in termini di attesa e soddisfazione da parte del pubblico.
Siamo tutti un po’ matti, qui
Avevamo lasciato il nostro eroe dal mantello nero nei panni di un Bruce fuori di sè. E non tanto per la sottrazione da parte del suo acerrimo nemico di tutte le Wayne Enterprises: quella è una cosa che alla fin fine ci può anche stare, dopo il discredito in cui è stata gettata la famiglia di Bruce in seguito ai recenti scandali della malavita. Il problema è che sul più bello scopri che uno dei tuoi apparenti alleati ha cambiato bandiera, anzi, non ha mai sfoggiato quella della tua fazione. E con un colpo di siringa a tradimento ti ritrovi a sperimentare tutta l’efficacia del siero progettato da Lady Arkham, in grado di far esplodere i sentimenti aggressivi del soggetto eliminando qualsiasi difesa da parte della moralità.
Con questa chiusura del terzo episodio e l’immagine di apertura del quarto, in cui si scorgeva un Bruce trasportato verso degli inquietanti cancelli di un edificio non ben identificato, abbiamo aspettato un mesetto prima di sapere come era andata a finire quella vicenda. Ebbene, non è andata a finire nel migliore dei modi. Senza anticiparvi nulla di quanto non sia già stato mostrato da TellTale stessa, un Harvey Dent sempre più sul baratro della follia ha fatto relegare Bruce nell’Arkham Asylum. E i conoscitori della serie sapranno bene che non si tratta esattamente di un luogo di villeggiatura. Perchè Batman possa tornare in azione, Bruce dovrà riuscire a evadere dalla prigione della malattia mentale. Con l’aiuto insperato di un personaggio che, prima della chiusura della prima stagione, doveva necessariamente fare la sua comparsa. Avete già capito di chi si tratta?
Guarda come ti hackero la Batcaverna
Mentre l’intera prima metà del quarto capitolo si svolge all’interno dell’Arkham Asylum, nel resto dell’episodio si torna tra le strade di Gotham alle prese con vicende, sparatorie e scene del crimine già viste negli episodi precedenti. Ma ci sono comunque dei dettagli interessanti e nel complesso l’attenzione del giocatore non scende mai. Per esempio, la scomparsa di un personaggio comprimario.
Inoltre iniziano a farsi sentire i risultati delle azioni compiute negli altri capitoli: a seconda che abbiate deciso di portare con voi un vostro prezioso alleato oppure di lasciarlo in ricognizione alle Wayne Enterprises, accadranno eventi leggermente diversi e possiederete un certo tipo di armamento contro i nemici. O ancora, dovrete effettuare delle scelte lungo la strada del classico tipo “o vai qui, oppure vai qui. E vedi un po’ cosa succede”. La decisione vi porterà a completare l’episodio in modi diversi, con eventi diversi. Per esempio potreste ritrovarvi con l’intero arsenale dell’Uomo Pipistrello assolutamente inutilizzabile perchè qualche simpaticone vi ha messo un virus nel computer centrale del rifugio segreto. Un minimo di varietà necessaria (per non dire obbligatoria) da parte di una produzione che dovrebbe fare di essa il proprio cavallo di battaglia, e che invece il più delle volte mostra una trama perfettamente autoguidata verso una fine prestabilita.
Al motore grafico ci si abitua…
E anche a tutti i compromessi che rende necessari. Non che pretendessimo al quarto episodio di trovarci davanti a un miracolo dell’ottimizzazione, però qualche caricamento in meno, qualche rallentamento corretto nelle fasi più concitate fa sempre piacere. E invece niente, vada per i caricamenti e i rallentamenti. La fortuna del team di sviluppo è che in un titolo che si snoda nella sua ora e mezza di gioco esattamente come un film, ma un film con interazioni, spesso non c’è abbastanza tempo per criticare il comparto tecnico.
Nettamente gratificante, invece, la direzione artistica e le scelte stilistiche della serie, perfettamente fedeli al fumetto DC Comics. Sono tutti elementi che abbiamo già avuto il piacere di sottolineare nelle recensioni precedenti, ed è un cavallo di battaglia la fedeltà mostrata da TellTale presso i luoghi e personaggi presi in prestito da altri artisti, che vengono raccontati in modo nuovo, in modo diverso, ma mai snaturati.
Commento finaleGuardian of Gotham è il preludio della fine, con il prossimo episodio si tirano le somme, ci si mette a tavolino e finalmente si può dire se anche questa volta è andata bene o è andata male. Per il momento, e salvo improvvisi ripensamenti o passi falsi sul finale, noi ci sentiamo di dire che è andata bene. Che poi, con TellTale non va mai davvero male. Va solo “così così” di tanto in tanto. Speriamo che anche Batman sia d’accordo con noi, perchè proprio non vorremmo ritrovarcelo in salotto a chiederci spiegazioni. |
Pro | Contro |
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– Avvincente
– Narrativamente interessante
– Iniziano a vedersi le conseguenze delle scelte effettuate
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– Breve
– A tratti prevedibile. Ma solo a tratti.
– Tecnicamente molto migliorabile
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Voto Globale: 75 |