Un mito che non finisce mai.
Versione testata: 3DS.
Da sempre, si sà, i grandi successi televisi e non vengono supportati da una serie di gadget di vario genere e da produzioni videoludiche che si scostano dai normali canoni degli stessi. Dragon Ball Fusions è uno di questi; pur vantando un nome di alto calibro nel mondo dei manga e degli anime, il titolo non rappresenta un modo diverso di vedere narrate le solite storie, ma bensì prende personaggi già ben noti e li racchiude in un unico gioco. Se l’idea è davvero ben pensata, la realizzazione è piuttosto difficile, per ben ovvi motivi. Sarà dunque Bandai Namco riuscita ad accattivarsi il giudizio positivo, se non altro, di 4newsit? Scopritelo con noi leggendo le prossime righe!
Passato, presente e futuro
Sì, perchè anche se da pochissimo tempo è stata mandata in onda la nuova serie televisiva (Dragon Ball Super) che dà continuo agli avvenimenti di Dragon Ball Z, piuttosto che cavalcare la cresta dell’onda, Bandai Namco ha deciso di agglomerare in un unico “calderone” tutto ciò che concerne questo magnifico franchise, partendo dal più piccolo Goku bambino della prima serie televisiva, finendo poi con gli ultimi arrivati quali Pan e compagnia bella. Dove sta, dunque, la novità in questo titolo? Tanto per cominciare non vestiremo i panni di uno degli eroi, bensì saremo noi stessi il personaggio principale che, in combutta con il nostro rivale, decideremo di andare alla ricerca delle sette sfere del drago per esprimere un grande desiderio: organizzare un torneo di arti marziali in cui prenderanno parte i lottatori più forti di sempre.
Sì, di sempre, ed è qui che entra in gioco la realizzazione di una trama davvero interessante e che vedrà apparire personaggi appartenenti alla serie provenienti, per l’appunto, da qualsiasi epoca e dimensione. Affascinante, vero? Peccato però che la narrativa sia di bassissimo livello e che l’attenzione inizi a scarseggiare dopo poche ore di gioco… Un’ottima idea davvero sprecata da parte di Bandai Namco che avrebbe potuto dar vita ad un titolo dedicato a Dragon Ball davvero a tutto tondo. Se la storia non v’interessa, forse potrebbe interessarvi il gameplay, che affronteremo nel corso del prossimo paragrafo.
Botte da orbi, ma occhio alla strategia!
Da sempre i titoli appartenenti alla serie Dragon Ball vantano una componente picchiaduro che li contraddistingue, eppure piuttosto che seguire il solito cammino, Bandai Namco ha voluto dare un taglio netto alle abitudini, presentando delle meccaniche di gioco ispirate ai Giochi di Ruolo e sfruttando un sistema che ci offre la possibilità di reclutare nuovi personaggi e metterli in uso all’interno delle battaglie, 5 contro 5, che andranno affrontate per merito di un sistema strategico. Un passo alla volta, però, arriveremo a parlarne nel dettaglio tra pochissimo.
Prima di parlare dei combattimenti, infatti, è bene parlare delle fasi esplorative, che ci vedranno liberi di scorazzare all’interno dei mondi di gioco proposti tramite l’ausilio della possibilità di volare; sì, avete capito bene! In Dragon Ball Fusions avremo la possibilità di muoverci liberamente per il mondo di gioco, entrare in quei pochi luoghi specifici presenti in ognuno dei mondi e scovare segreti quà e là che, però, faremo in modo di non spoilerarvi. I primi attimi di gioco ci vedono alla prese con dei brevi ma semplici tutorial che ci inizializzeranno al sistema di movimento sopra citato, per poi permetterci di afferrare le nozioni di base del combat system, che continueranno ad esserci proposte in piccole pillole anche dopo alcune ore di gioco. Piuttosto che offrire un sistema trito e ritrito, infatti, Bandai Namco ha optato per un’opzione tanto audace quanto stupida, introducendo un sistema di gioco, anch’esso già citato in precedenza, basato su turni e movimenti all’interno di una sezione di gioco ben definita e con un approccio strategico.
Entrati in collisione con uno degli avversari che visualizzeremo nel mondo di gioco, infatti, verremo subito trasportati all’interno dell’arena ove avrà luogo il combattimento e spesso delimitata da una forma circolare (od ovale) oppure quadrata. A segnalare i turni c’è un barra presente nella parte inferiore dello schermo, che ci permetterà di visualizzare la “coda” dei turni. Ognuno dei personaggi, alleati o nemici che siano, sarà infatti segnalato da uno specifico ritratto che scorrerà da destra verso sinistra lungo questa linea, una volta raggiunta la fine si procederà con l’esecuzione del turno, automatica nel caso dei nemici. Durante l’esecuzione del nostro turno potremo decidere se attaccare uno qualsiasi dei nemici (non vi sono limiti di movimenti durante l’esecuzione del turno) tramite l’ausilio di attacchi Corpo a Corpo, Attacchi Aura, Tecniche Speciali, oppure ancora Fusioni (a 2 o 5) o violenti attacchi che sfrutteranno una speciale barra che potrà essere riempita lottando.
Il sistema di gioco è delimitato da tre tipologie di classe: Potenza, Tecnica e Velocità che, nell’ordine proposto, rappresentano il triangolo di forza e debolezza; nello specifico: Potenza batte Tecnica, Tecnica batte Velocità, Velocità batte Potenza. Sarà dunque indispensabile calcolare bene quale bersaglio attaccare in funzione delle nostre specifiche “competenze”. Una volta effettuata la scelta ci muoveremo vicini all’avversario automaticamente ed in alcuni specifici casi ci verrà chiesto di eseguire delle azioni, che comporteranno un cambio di direzione dell’attacco ed una conseguente movimentazione dell’avversario nell’area di gioco. Sì, perchè una volta colpito un avversario, a seconda della direzione da cui proviene l’attacco, sarà possibile spingerlo per colpire altri avversari, causando danni a catena, oppure verso nostri alleati per causare altri danni al medesimo bersaglio, oppure ancora lanciarli fuori dall’arena, così facendogli perdere il posto nella barra dei turni.
Interessante, insomma, il sistema di gioco proposto, che però non si sposa bene con la tipologia di gioco che ci saremmo aspettati vista l’ampia proposta di lottatori offerta dal titolo. Un sistema di gioco facilmente riciclabile per altri titoli, ma che non può riscuotere successo all’interno di un franchise dove l’attrattiva principale è quella del cattivo di turno che viene picchiato dal solito buono. Una predisposizione action, insomma, che mal sposa una scelta di stile strategica.
Il vero punto negativo di questo sistema di gioco? Qualcosa di cui ancora non abbiamo parlato: le cutscene. Ognuna delle azioni di gioco, infatti, è accompagnata da cutscene trite e ritrite che nulla giovano al sistema proposto, se non rallentamenti e noia. Avremmo gradito un opzione per disfarcene.
Oh, quasi dimenticavamo quei piccoli minigiochi dove dobbiamo volare, sfruttando il poco preciso sistema di volo, all’interno di alcuni cerchi… una feature veramente figa per un titolo anni ’90, ma era davvero necessario averla nel 2017?
Perchè limitarsi alla sola CPU?
D’altronde Dragon Ball Fusions offre anche un sistema di gioco multigiocatore che ci permette di affrontare altri avversari in multigiocatore locale, ammesso che riusciate a digerire le pecche del sistema di combattimento proposto, l’idea è interessante e ben riuscita e riesce a dar vita ad interessanti scontri tra team composti dai propri personaggi preferiti appartenenti al mondo di Dragon Ball, e non sempre dalla stessa parte nel corso della storia degli originali avvenimenti.
Almeno in qualcosa è sbalorditivo
Ed è l’aspetto tecnico. Ad occhio e croce è un livello che solo le produzioni first-party di Nintendo erano riuscite a raggiungere fino a questo momento su Nintendo 3DS. Infatti, pur avendo giocato il titolo sul grande schermo di New Nintendo 3DS XL, il titolo è riuscito a lasciarmi a bocca aperta per la pulizia e la cura dei dettagli, per i modelli poligonali sì squadrati, ma molto più caratterizzati che in tanti altri titoli. Una palette cromatica, poi, utilizzata alla perfezione. Fa storcere il naso la mancanza totale del 3D, una delle caratteristiche cardine della console portatile di casa Nintendo. Facile perdonare questa mancanza, in vista delle molteplici altre lacune nei campi sopra già discussi. Ottima anche la parte audio, che spicca per la proposta di un voice-over in lingua giapponese.ommento finale
Dragon Ball Fusions lungi dall’essere il titolo della serie Dragon Ball definitivo. Troppe le pecche sul lato narrativo e del gameplay, anche se riesce a convincere per quanto rispetta l’aspetto tecnico: sia in grafica che in audio. Le idee c’erano, i punti chiave anche, tra gameplay e storia che hanno attratto sin da subito la nostra attenzione, la realizzazione, poi, è però scemata in qualcosa che può solamente definirsi mediocre e che raggiunge a malapena la sufficienza. Nonostante la nostra asprità in sede di recensione, ci aspettiamo di vedere altri esponenti del franchise approcciarsi in modo differente ai soliti canoni della serie. Intanto, non possiamo che giudicare negativamente la nostra esperienza di gioco con il titolo. |
Pro | Contro |
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– Più di 1.000 personaggi da reclutare ed utilizzare
– Storia interessante…
– Sistema di gioco accattivante…
– Comparto Tecnico di primissimo livello
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– … che però annoia dopo circa 5 o 6 ore di gioco
– … che viene però distrutto dalla ripetitività delle cut-scene che rendono eccessivamente lunghi i combattimenti
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Voto Globale: 60 |