Recensione Little Nightmares

Quando si parla di generi, ciascuno di noi ne ha una propria interpretazione e, di conseguenza, si aspetta, come ovvio che sia, cose diverse. Per ovviare a ciò, la strategia dell’industria musicale è stata quella di inventare nuovi generi che descrivessero meglio la musica (da qui termini come deep filthstep o brutal deathcore). In ambito cinematografico, invece, si è quasi sempre cercato di mantenere termini semplici, come azione, thriller, romantico.

I videogiochi sembrano trovarsi a metà strada tra musica e film, con una lista di sottogeneri in continua espansione (ed evoluzione), specie ora che i progetti si fanno sempre più ambiziosi. Tuttavia, se si vuole inventare un nuovo genere, bisogna trovare una definizione azzeccata. All’inizio, quando cercavamo di descrivere Little Nightmares, eravamo piuttosto indecisi sulla questione del genere:

“Beh, è un gioco di avventura carino e un po’ inquietante, con elementi puzzle/platform, ma più incentrato sull’atmosfera… ah, e poi ci sarà molta esplorazione e delle sequenze spaventose!”

Dovevamo inventarci qualcosa, e alla fine abbiamo deciso di definire Little Nightmares un gioco suspense-adventure, due generi conosciuti che riassumono bene l’esperienza complessiva, senza dover ricorrere a qualcosa di strano e innovativo come Grimehouse Dollsplat Funcore.

Queste sono le parole dello sviluppatore svedese Tarsier Studios in merito a Little Nightmares e alla difficoltà di categorizzare in qualche modo il loro ultimo lavoro; un lavoro che si discosta in parte dagli ultimi, ovvero Little Big Planet e Tearaway Unfolded. Due titoli che, abbandonando i canovacci videoludici tradizionali e abbracciando una serie di componenti nuove e vecchie amalgamate quasi alla perfezione, hanno avuto un discreto successo di pubblico.

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Versione testata: PlayStation 4


È difficile essere bambini

Little Nightmares è una rivisitazione in chiave cupa dell’infanzia, nutrita di tutti quegli elementi che accompagnano la crescita di un bambino: la solitudine, la vulnerabilità, la giocosità, il desiderio di avventura, la paura e il surreale. Andando a modificare questi elementi, o meglio andando a distorcere la percezione della realtà ci ritroviamo, risvegliati di soprassalto, nei panni di una giovanissima e astuta protagonista di nome Six che si ritrova prigioniera in un mondo non suo (le Fauci), fatto di atmosfere macabre, umidità, oscurità, cuochi terrificanti e una sete di sangue e carne incontenibile.

“Le Fauci arriva ogni anno, sempre alla stessa ora, ma mai nello stesso posto, scivolando silenziosa sull’acqua scintillante. Giunta a destinazione affonda i suoi artigli in profondità e resta in attesa nel silenzio più profondo. Non ci vuole molto perché arrivino gli ospiti. Sono mostruosi, affamati e madidi di sudore, con corpi sul punto di scoppiare e occhi colmi di tedio. Si accalcano sulla passerella e si addentrano nella bocca per poi scomparire per sempre.”

Nessuno è mai tornato per raccontare cosa accade là dentro. Non ancora, almeno… Ma Six è diversa dagli altri e farà di tutto per fuggire da questo “incubo”.

Ciò non vuol dire che in Little Nightmares tutto sia un vero e proprio inferno, fatto di disperazione, oppressione, pericoli incessanti e enigmi ambientali ma, a volte, in una sorta di alternanza fra bene e male ci ritroveremo in situazioni felici e gioiose che riusciremo ad apprezzare meglio una volta terminata l’esperienza di gioco.

La nostra avventura è finemente modellata grazie ad una direzione artistica di notevole livello. Dovremo necessariamente aguzzare l’ingegno e attraversare corridoi, cucine putride e luoghi che forse abbiamo visto soltanto nei nostri peggiori incubi infantili, attivando pulsanti e tirando leve per proseguire. Il tutto è impreziosito dal fatto che l’abbigliamento della nostra protagonista sia composto da un semplice impermeabile di colore giallo acceso e dalla possibilità di poter utilizzare un accendino, quasi ad indicare che Six rappresenti la luce, la speranza in un mondo ostile e più grande di lei. Anche l’alternanza luce e buio e una di quelle tematiche preponderanti nella produzione di Tarsier Studios che ci farà capire come in questo mondo così macabro c’è ancora una piccola possibilità di sopravvivenza (e di redenzione).

La decisione poi di seguire un filone narrativo non convenzionale, eliminando dialoghi e scene di intermezzo, rendono l’esperienza ancora più immersiva e a tratti “fiabesca”. Infatti il racconto è affidato agli eventi che si presentano a schermo, senza spiegazioni di sorta su cosa fare e su dove andare. L’ambiente circostante e gli oggetti che troveremo rappresentano i pezzi del puzzle che pian piano prenderà forma. Ne emerge però un sistema narrativo, molto vicino ad Inside, con tanti interrogativi di fondo, sul perché la nostra Six sia finita imprigionata, sul perché le capitino determinate cose (forse la disperazione porta a compiere gesti estremi? Probabilmente si) e soprattutto lasciandoci a “bocca aperta” per l’epilogo conclusivo dell’intera trama che non staremo qui a svelarvi.

Meglio darsela a gambe

Dal punto di vista strettamente del gameplay Little Nightmares non si discosta particolarmente dalle produzioni Playdead in quanto i comandi sono piuttosto basilari, la nostra Six può muoversi per l’ambiente di gioco, abbassarsi in prossimità dei pericoli o se la specifica situazione lo richiede, camminare rannicchiata per non far rumore, saltare, aggrapparsi alle sporgenze e raccogliere oggetti. L’accendino a nostra disposizione, oltre ad agevolarci negli ambienti poco illuminati, ci permette di accendere candele e torce ad olio per salvare un checkpoint.

Inoltre, a differenza di Inside o Limbo (come preferite), lo sviluppatore svedese è riuscito a proporre un puzzle/platform diverso in quanto i vari livelli (o stanze) non si sviluppano unicamente in 2D ma la fase esplorativa, in diverse circostanze, potrà avvenire anche in 3D; infatti sarà facile trovarsi a dover prendere un ascensore per salire o scendere di livello, andare a destra o a sinistra, salire o scendere per risolvere i vari enigmi ambientali che ci troveremo dinanzi. C’è da dire che il sistema funziona e sebbene la visuale a volte risulti essere troppo ballerina e a tratti poco utile, la scelta stilistica è stata azzeccata, rendendo quindi il tutto più intricato e divertente.

Gli enigmi da portare a compimento non risulteranno mai particolarmente ostici, le uniche difficoltà sono r
appresentante dal nostro tempismo nel muoverci velocemente o a fermarci al momento giusto per evitare di essere scorti e catturati dai nemici. La varietà è comunque sopra la media e regaleranno un bel po’ di divertimento. L’unico limite è forse rappresentato da un sistema di comandi un po’ legnoso e non particolarmente brillante soprattutto nelle azioni più “concitate” in cui l’unica soluzione sarà quella di darsela a gambe. Niente di irrisolvibile, sia chiaro, ma forse il sistema di comandi poteva essere ottimizzato meglio.

Dal punto di vista grafico, il motore utilizzato è l’ottimo Unreal Engine 4 e bisogna ammettere che funziona alla perfezione, offrendo scorci davvero suggestivi. Il sistema di luci e ombre è stato realizzato magistralmente e la cura nel dettaglio avuta da Tarsier Studios è stata davvero maniacale. Perfetta la colonna sonora, mai troppo invadente che si va ad adattare ad ogni specifica situazione di gioco, rendendo praticamente perfetta l’atmosfera complessiva di questo piccolo capolavoro.

P.S. I nostri incubi possono davvero prendere vita e la piccola Six ne è la dimostrazione.

Commento finale

Little Nightmares: Un’esperienza che sebbene presenti alcuni tratti in comune con le produzioni Playdead, risulta essere unica nel suo genere, grazie ad una realizzazione artistica sontuosa e a scelte stilistiche davvero azzeccate. Certo Little Nightmares non è per tutti, ma per quanti abbiano apprezzato Limbo e Inside, il consiglio è quello di non farsi scappare questa piccola perla videoludica. Lo sviluppatore svedese ha già confermato che l’universo di Little Nightmares prenderà vita capitolo dopo capitolo e noi non possiamo far altro che attendere fiduciosi e con trepidazione.

8.7

Little Nightmares


Little Nightmares: Un’esperienza che sebbene presenti alcuni tratti in comune con le produzioni Playdead, risulta essere unica nel suo genere, grazie ad una realizzazione artistica sontuosa e a scelte stilistiche davvero azzeccate. Certo Little Nightmares non è per tutti, ma per quanti abbiano apprezzato Limbo e Inside, il consiglio è quello di non farsi scappare questa piccola perla videoludica. Lo sviluppatore svedese ha già confermato che l’universo di Little Nightmares prenderà vita capitolo dopo capitolo e noi non possiamo far altro che attendere fiduciosi e con trepidazione.

PRO

Graficamente ispirato | Colonna sonora che calza a pennello | Enigmi vari ...

CONTRO

... ma troppo semplici da portare a compimento | Longevità limitata) | Comandi a tratti legnosi |

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