La paura viene dallo spazio
Versione testata Xbox 360.
Quando nel 2008 un neonato studio di videogames, Visceral Games, annuncio’ di essere al lavoro per conto di Electronic Arts su di un survival horror fantascientifico, furono in pochi a credere nella riuscita dell’operazione. Per i videogiocatori, per lo meno quelli meno attenti, esisteva un solo nome: Resident Evil.
Quando poi pero’ Dead Space fu rilasciato, furono in molti a doversi ricredere. Visceral Games era riuscita a generare un titolo che facendo sapientemente uso di effetti sonori da brivido, ambientazioni alienanti, armi truculente e soprattutto colpi di scena da far letteralmente saltare sulla sedia, riusciva a spaventare e allo stesso tempo divertire con un trama che non sfigurerebbe in un colossal hollywoodiano.
A distanza di 3 anni e qualche spin off Dead Space 2 torna a spaventarci con una veste grafica rinnovata ma con lo stesso senso di alienazione e disagio a cui il primo capitolo ci aveva abituati
Dead Space 2 non perde tempo a far entrare il giocatore nel pieno dell’azione e cosi’ anche noi con questa recensione, passeremo subito a raccontarvi le nostre impressioni senza perdere in ulteriori inutili chiacchiere di presentazione.
Durante i primi minuti di gioco, ancora nei panni di Isaac Clark, saremo svegliati da un ragazzo che dice di trovarsi in grave pericolo. Subito dopo lo stesso individuo viene attaccato da un necromorph, che successivamente, com’era lecito aspettarsi, attacca noi.
Neanche il tempo quindi di scaldare le nostre articolazioni che, ancora storditi, disorientati e intrappolati in una camicia di forza, nei panni di Isaac dovremo riuscire a gestire in qualche modo la prima situazione adrenalica e riuscire a sfuggire dalle grinfie del necromorph: l’unica soluzione è correre disperatamente per mettere in salvo la nostra vita.
Basta questo piccolo frammento di gioco per capire come Visceral Games si sia messa anima e corpo per migliorare il più possibile l’esperienza di gioco offerta dal successore di Dead Space. Il giocatore entra quasi subito in sintonia con il gioco e può sentire ogni emozione, come se si trovasse nei panni di Isaac Clark.
Nei primi capitoli ad esempio, Isaac risulterà abbastanza confuso, ancora intento a scoprire cosa sta accadendo, come affrontare il tutto e, per l’ennesima volta, mettere la vita in salvo. Lo stesso vale per noi… ovvero durante i primi capitoli di gioco saremo leggermente confusi e andremo avanti senza sapere e immaginare cosa e come potranno evolversi gli eventi.