Recensione Alice: Madness Returns


Viaggio in un mondo malato

Il punto di forza del primo capitolo fu senza ombra di dubbio l’inconfondibile atmosfera malata ed il ricercato design che portò alla consacrazione di American McGee come artista geniale e visionario. Questo nuovo capitolo non fa eccezione e grazie alla nuova generazione di console e soprattutto ad un team davvero ispirato è possibile perdersi in un mondo irresistibilmente bello anche solo da contemplare.

Gli scenari di gioco del titolo “Spicy Horse” sono basati sul contrasto della Londra vittoriana, tra quartieri decadenti e malfamati e in cui il colore predomionante è il grigio e il paese della meraviglie fatto di ambienti colorati e pieni di vegetazione e fiori sgargianti, enormi statue, città sospese nel vuoto, fondali marini popolati di ogni specie ittica possibile e castelli creati con carte da gioco. Questo forte contrasto è anche una metafora della mente della “povera” Alice, sempre in bilico tra lucidità e pazzia.

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Ogni scenario è accompagnato da ottimi effetti particellari, particolarmente interessanti quelli che riguardano il fuoco, l’acqua e il fumo, senza tenere conto dei giochi di colore che disegnano ogni anfratto, regalando scordi indimenticabili.

I suggestivi scorci ambientali contrastano inoltre con i raccapriccianti nemici che Alice dovrà affrontare: gnomi armati di piatti e forchette, amassi di ombre che spuntano all’improvviso, carte da gioco assassine, bambole giganti e tutto il restante repertorio degno di una mente malata.

L’atmosfera disturbata del gioco, man mano che si procede verso l’epilogo muta di continuo creando di volta in volta scenari sempre più imbrattati di sangue, sporchi, risultando molto diversi e originali tra loro e rappresentando il declino del paese delle meraviglie e contemporaneamente l’aggravarsi delle condizioni mentali di Alice.

L’eleganza e lo stile originale del titolo è tuttavia in contrasto con il comparto tecnico che risulta sotto la media dell’attuale generazione, con texture in alcuni punti davvero troppo poco dettagliate e significativi rallentamenti nelle fasi più concitate di gioco .

Un mezzo passo falso, ma non cosi grave da rovinare l’atmosfera impareggiabile del titolo.
Degna di nota la colonna sonora che presenta pezzi davvero originali e in grado di sostenere ogni momento dell’avventura.

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