Analisi tecnica
La storia/trama principale si dipana senza tempi morti nell’arco di una quindicina d’ore buona come longevità, e non manca di colpi di scena ma soprattutto di una varietà di situazioni, cui è difficile riferirsi al fine di non svelare troppo e lasciare la sorpresa ai videogiocatori; il confronto con i tre precedenti episodi è però d’obbligo: la trama de Il Richiamo dello Spettro non è commovente come quella de Lo Scrigno di Pandora né epica come quella de Il Futuro Perduto, e si ritrova in linea con il primo, indimenticabile, atto, quasi a voler ricordare che si tratta dell’inizio di una trilogia nuova di zecca, e quindi ricercando di un’identità peculiare e distinta, fattore che si nota anche nella grafica dei menu, leggermente ritoccata.
Da notare come certamente non si tratta del miglior Layton in quanto a narrazione non spicca di qualità, la qualità si presenta grazie ad un corredo audio e video d’effetto: i filmati animati d’intermezzo sono numerosi e decisamente ben congegnati in quanto a regia (davvero spettacolari quelli del finale), mentre il 2D risulta al solito gradevole. Poco incisiva resta la colonna sonora le musiche si adagiano senza troppo mordente su temi malinconici già sentiti.
A fare da controaltare, è il sempre e superbo doppiaggio, con i bravi Oliviero Corbetta e Cinzia Massimironi che caratterizzano l’edizione italiana dal secondo episodio e risultano molto più convincenti delle voci americane del titolo!