Deus EX sta per tornare: scopriamo come
Nonostante la razza umana si sia evoluta nel corso degli anni in modo esponenziale, la paura dell’ignoto resta una caratteristica costante che permea ancora ognuno di noi, chi più chi meno. E’ chiaro che se ci trovassimo dinanzi ad una persona modificata, dotata di chip piccolissimi, elementi bionici che ne aumentano le caratteristiche in modo sovraumano, resteremmo leggermente interdetti e quantomeno spaventati. A sette anni dall’ultimo capitolo, Eidos Montreal torna a esplorare il modo di Deus EX in un futuro più o meno lontano.
Il personaggio principale di Deus EX: Human Revolution, l’ex poliziotto Adam Jensen, si trova dotato di queste potenzialità di cui abbiamo parlato in apertura a seguito di un incidente e senza che abbia avuto la possibilità di scegliere. In cambio del suo ritorno alla vita, Jensen è costretto ad entrare a far partedella Sarif Industries, impresa specializzata in questo tipo di tecnologie.
Per capire come funzionano le meccaniche di gioco ecco come si svolge una tipica missione del gioco: l’obiettivo, spiega Eidos, è di recuperare un chip alloggiato nella testa di un corpo “archiviato” nell’obitorio alla stazione di polizia. L’edificio in questione è di tre piani e, guarda caso, l’obitorio si trova nel seminterrato. Saremo noi a scegliere con quale approccio affrontare il tutto. Potremmo entrare in stile “rambo” o in modo più “stealth”. Questo per farvi capire come il titolo offre determinate varianti che sicuramente accontenteranno giocatori di ogni tipologia.
Le fasi che contraddistingueranno il gioco sono principalmente quelle delle missioni combattimenti sfrenati o stealth, l’hacking e i dialoghi interattivi. Per Hacking s’intende la violazione di terminali, per fare ciò dovremmo affrontare un mini-gioco che ci permetterà poi di raggiungere il nostro scopo. I dialoghi invece nonostante pecchino di originalità sono comunque ben implementati e in armonia con lo stile del gioco. Potremmo portarli avanti in svariati modi, come cordiale, deciso, intimidatorio. In base alla nostra scelta ovviamente cambierà il risultato ottenuto, dovremmo quindi mettercela tutta per riuscire a realizzare i nostri intenti e ricevere le informazioni sperate. Ad aiutarci nello scopo comunque potremmo osservare determinate caratteristiche quale il sudore del nostro interlocutore, la dilatazione delle palpebre ed altro. Durante i dialoghi inoltre il mondo circostante sarà dinamico e dovremmo stare attenti per cogliere tutti gli indizi e gli svolgimenti della trama. Qualora fallissimo comunque ci sono sempre altri mezzi… meno convenzionali.
Tornando alla missione e proponendovi un esempio più chiaro: una guardia blocca un’entrata. Potremmo utilizzare la componente sociale per convincere la guardia a lasciarci passare o farci strada a suon di pallottole. La prima ipotesi ci permetterà comunque di girare per la stazione liberamente e quindi poter coglierne tutti gli aspetti nonché ricavare informazioni molto utili. Nel secondo caso ci troveremo a dover affrontare un ingente squadrone di difesa, ed è qui che entra in gioco il sistema di copertura (chi ha parlato di Gears of War?). Jensen potrà spostarsi da una copertura all’altra abbastanza fluidamente facendoci passare da una inquadratura in soggettiva ad una in terza persona . Inoltre potremmo crearci personalmente ripari, magari utilizzando i nostri poteri per spostare un apparecchio assai pesante nel mezzo di un corridoio e ripararci dietro di esso. Ancora potremmo cercare di entrare senza farci notare magari sfruttando la ventilazione o una finestra. In quest’ultimo caso ad esempio avremmo bisogno di sviluppare particolarmente la forza in modo da poter sistemare a mo’ di scala un oggetto di peso assai rilevante. Ogni azione e il modo in cui la porteremo a termine ovviamente determinerà un determinato guadagno di esperienza, cosa da tenere in conto quindi.
A proposito dello sviluppo del personaggio, avremo davvero tante possibilità in merito. Questo avverrà tramite un “albero tecnologico” attraverso il quale potremo decidere quale potenziamento far conseguire al nostro alter ego. Ad esempio se dovessimo optare per la vista a Raggi X sarà implementata la possibilità di guardare attraverso i muri e quindi riuscire ad approcciare la missione in un determinato modo, diversamente invece qualora scegliessimo l’invisibilità (ovviamente a tempo limitato) potremmo passare attraverso un plotone senza essere visti. Altro chiaro esempio di come ogni giocatore affronterà Deus EX in modo “originale” e “personale”.
Dal punto di vista meramente grafico il gioco sembra essere davvero una goduria. In questo caso si va oltre allo sterile parlare di texture, nonostante i livelli siano più che positivi. Il design è quello che colpisce maggiormente nel gioco. Ci troveremo davanti ad un universo studiato, concepito nel dettaglio e realizzato a regola d’arte. Il team ha lavorato su oltre 1500 oggetti, tra i più comuni a quelli più particolari per rendere ogni scena viva, realistica e incredibilmente affascinante. Lo stile architettonico utilizzato nel gioco, almeno per quel che si è visto ad oggi, è azzeccatissimo al contesto e soprattutto originale e mai ripetitivo. Piccole finezze inoltre tendono ancora a potenziare questo aspetto. La nostra abitazione subirà modifiche dalla fase pre-operazione a quella post-operazione visto che la nostra assenza vuol dire anche piante non annaffiate e così via. Ovviamente ci sono piccoli problemi tecnici ancora da migliorare, ma siamo più che fiduciosi viste le talentuose menti facenti parte del team di sviluppo.
Stando inoltre a quanto dichiarato da Eidos il gioco verrà supportato da un’enorme quantità di DLC.
Con più di tre anni di sviluppo e una squadra la cui ammirazione per questo universo è evidente e ciò è visibile soprattutto nelle analogie che gioco presenta dal punto di vista concettuale con il suo predecessore, Deus EX: Human Revolution sembra essere all’altezza delle aspettative che un titolo così comporta.
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